Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La chiamano "resistenza": la macelleria islamista di Moqtada Sadr che non scandalizza i difensori a senso unico dei diritti umani
Testata:Agi- Afp- Giornale di Sicilia Autore: le redazioni - Valter Vecelio Titolo: «Almeno 25 cadaveri in tribunale islamico Sadr .- La crudeltà a senso unico»
Un lancio di oggi, 27-08-04 dalle agenzie Agi e Afp: "Almeno 25 cadaveri in tribunale islamico di Sadr" (AGI/AFP) - Najaf (Iraq), 27 ago. - Molti cadaveri di civili e di poliziotti iracheni giustiziati dai miliziani di Moqtada al-Sadr sono stati rinvenuti da agenti delle forze dell'ordine governative negli scantinati del palazzo di Najaf ove, per ordine del leader radicale sciita, era stato allestito un tribunale islamico che giudicava non sulla base delle comuni norme statali bensi' della 'sharia', la legge coranica. Lo ha denunciato il vice comandante della polizia nella citta' santa, generale Amer Hamza al-Daami, secondo cui numerosi corpi presentavano mutilazioni o risultavano bruciati. Fonti giornalistiche che hanno assistito al sopralluogo non solo hanno confermato il macabro ritrovamento, ma hanno riferito che i cadaveri, in avanzato stato di decomposizione oppure carbonizzati, erano non meno di 25. "Siamo entrati nell'edificio utilizzato come base per il tribunale di Moqtada al-Sadr, e in un seminterrato abbiamo scoperto un gran numero di corpi di colleghi o di comuni cittadini", ha raccontato Daami. "Alcuni erano stati giustiziati, altri presentavano mutilazioni o erano stati dati alle fiamme".I poveri resti sono stati trasportati nel cortile dell'ex corte islamica dai poliziotti che avevano appena effettuato la scoperta. L'edificio e' situato nella citta' vecchia di Najaf, a poca distanza dal mausoleo dell'Imam Ali che per oltre quattro mesi e' rimasto nelle mani dei miliziani di Sadr, e il cui controllo soltanto oggi e' stato ceduto alle forze regolari irachene, in applicazione del piano di pace messo a punto dal grande aytollah Ali al-Sistani, massima autorita' della comunita' sciita nazionale, e finalmente accettato dal giovane imam radicale. Sul cortile aleggiava un terribile lezzo a causa dei corpi martoriati in putrefazione, a malapena coperti da indumenti sudici e infangati. I giornalisti ammessivi hanno raccontato che a terra giacavano un enorme numero di lattine di birra vuote: "Guardate con i vostri stessi occhi", ha commentato un agente della Guardia Nazionale irachena. "Quella gente beveva birra e poi ammazzava". Il tutto a onta dell'osservanza delle indicazioni del Corano nella loro interpretazione piu' rigida, ostentata a parole dai fedelissimi di Sadr, che mettono drasticamente al bando gli alcolici. Un testimnone oculare, tale Rahri Hussein, ha raccontato che si trovava nei pressi del mausoleo allorche' si e' imbattuto in un giovane: "Chiedeva a tutti quelli che incontrava di venire alla sede del tribunale, giacche' sosteneva di esservi stato torturato e diceva di essere convinto vi fossero altri prigionieri ancora rinchiusi dentro. Quando siamo scesi di sotto", ha proseguito l'uomo, "abbiamo trovato vive soltanto due persone, lo zio del capo della polizia e un ragazzo. Tutti gli altri non erano che cadaveri". Uno dei sopravvissuti era Adel al-Jazairi, zio e anche autista personale del capo della polizia locale Ghaleb al-Jazairi, che i guerriglieri avevano sequestrato l'8 agosto scorso. Sul Giornale di Sicilia di ieri 26-08-04 Valter Vecelio firma l'articolo: "La crudeltà a senso unico". Altro che quella specie di Fort Alamo, con i marines americani al posto delle spietate truppe messicane del generale Santa Ana, e i giannizzeri seguaci di Moqtada Al Sadr nel ruolo degli irriducibili Davy Crockett, Jim Bowie e William B.Travis, disposti a immolarsi fino all’estremo sacrificio pur di non cedere un solo millimetro. Per giorni e settimane ci hanno descritto la soldataglia al seguito di questo sedicente imam come un’armata di guerriglieri e di miliziani che combattono un’eroica resistenza a degli invasori arroganti e violenti. Al Sadr è stato descritto come se davvero fosse un leader di un movimento di liberazione, una via di mezzo tra Zorro e Robin Hood.
Nulla di tutto questo. La realtà è molto più cruda e amara. "La guerra sporca di Moqtada", si intitola la corrispondenza di un grande quotidiano nazionale di un paio di giorni fa. Uno di quei giornali che nulla concede all’America di George W. Bush, il cui direttore e opinionisti ogni giorno spiegano il tragico errore che a loro modo di vedere è l’intervento militare che ha rovesciato Saddam e il suo regime. Fonte insospettabile, insomma.
Bene. L’inviato senza troppi fronzoli, con un linguaggio secco tipico del giornalismo anglosassone, fornisce un quadro raccapricciante: "Poliziotti decapitati. Rapimenti a scopo di ricatto. Ostaggi torturati e poi bruciati. A qualche ufficiale hanno strappato anche gli occhi". Si raccoglie la testimonianza del generale Gheleb Al Jazayri, capo della polizia irachena a Najaf: "Nell’ultima settimana", racconta, "quaranta sono stati i poliziotti di Najaf prelevati dalle milizie del predicatore ribelle e imprigionati nel mausoleo, dove sono barricati i guerriglieri. Ad alcuni ufficiali hanno tagliato la testa, ad altri hanno strappato gli occhi e poi li hanno gettati nell’acqua bollente".
Si dirà che la fonte può avere interesse a enfatizzare e ingigantire le atrocità. Ma alcune di queste atrocità le abbiamo potute vedere coi nostri occhi, "pubblicizzate" dagli stessi torturatori: le video-cassette con le decapitazioni degli ostaggi, per esempio, non sono un’invenzione. Quei poveretti sono davvero stati sgozzati, e si trattava spesso di poveri diavoli di nulla colpevoli se non di cercare di guadagnarsi la vita. Per non parlare delle stragi e degli attentati indiscriminati contro la popolazione civile.
Fatto è che il quadro che emerge dalle testimonianze raccolte, fa impallidire le sevizie e le torture nel carcere di Abu Graib, sulle quali si sono versati e si continuano a versare fiumi di inchiostro e hanno sollevato una quantità di polemiche. Ma evidentemente le violenze consumate ad Abu Graib dagli americani devono scandalizzare (e guai così non fosse); mentre quelle, a quanto pare molto più gravi, consumate a Najaf da parte dei seguaci di Al Sadr, possono essere comodamente ignorate, silenziate. Le ragioni di questo silenzio, di queste omissioni sono intuibili, e, anche, francamente un pochino ignobili.
Al Sadr, si spiega, può contare su un consistente numero di combattenti non iracheni: "guerriglieri reclutati negli ultimi mesi, stranieri. Alcuni volontari provenienti dal Golfo, molti gli afgani, moltissimi gli iraniani, che sono andati a Najaf per diventare martiri". Appunto: quando si dice lotta di liberazione della resistenza irachena contro gli "americani aggressori" Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Agi e del Giornale di Sicilia. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.