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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Riformista Rassegna Stampa
13.08.2004 Poco credibili le minacce all'Italia delle Brigate Al Masri?
l'analisi di un istituto di ricerca israeliano

Testata:Il Riformista
Autore: un giornalista
Titolo: «Al Masri: una brigata, troppe minacce»
L'autorevole Memri, Middle east media research institute, avanza fondati dubbi sulla credibilità delle minacce delle Brigate Al Masri all'Italia.
In proposito, da Il Riformista di oggi, 13-08-04, riportiamo l'articolo "Al Masri: una brigata, troppe minacce":

La paura questo Ferragosto fa novanta, ma possiamo consolarci con il seguente "aglietto": le brigate Al Masri al 90 per cento sono una sòla. Parola di Memri, Middle east media research insitute, che ieri ha pubblicato una dotta analisi di Yigal Carmon, che è anche il presidente di questa associazione israeliana che per mestiere monitora da anni quotidiani e siti internet arabi allo scopo di prevenire nuove minacce terroristiche. Nel documento di sei pagine gli analisti di Memri si soffermano sulle recenti minacce promanate dal sito http://www.hostinganime.com/abu-hafs, cioè di queste fantomatiche brigate che prendono il loro nome da Abu Hafs Al-Masri, uno stretto collaboratore di bin Laden, morto nel novembre 2001 durante un attacco americano in Afghanistan. Le conclusioni a cui giunge Carmon e il suo staff sono solo apparentemente e parzialmente rassicuranti per l’Italia: il pericolo di attentati esiste ma non viene da lì. Prendiamo ad esempio il comunicato del 10 agosto: «è debole nei contenuti e offre solo le ultime volontà e il testamento di Abu Hafs Al-Masri». Le Brigate pubblicano le loro dichiarazioni sia sul proprio sito internet sia in comunicati mandati alla stampa, in particolare al quotidiano londinese Al-Quds Al-Araby, considerato «vicino ai reduci di Saddam e genericamente a favore di bin Laden. «L’ottimismo degli uomini di Memri viene dal fatto che queste Brigate in passato non hanno mai rivendicato nulla che non fosse noto nei più piccoli particolari, compreso l’attentato dell’11 marzo scorso a Madrid, e sempre dopo che giornali e televisioni avevano fornito elementi tali che anche un bambino avrebbe potuto assorbire e rielaborare».
In due mesi hanno pubblicato sul proprio sito più minacce di tutte le altre organizzazioni islamiche messe insieme. Sono persino giunti a dover smentire se stessi, sostenendo che non erano stati loro a lanciare una serie di minacce all’Italia, successivamente riprese dalla stampa internazionale. Cosa che costituisce un fatto senza precedenti per le altre organizzazioni islamiche. Il 30 luglio 2004 infatti le «Brigate di Abu Hafs Al-Masri ­ Europa» hanno pubblicato un "chiarimento", negando di essere gli autori di comunicati pubblicati a loro nome, con l’eccezione di quello contro l’Italia. «Negli ultimi giorni abbiamo visto parecchie dichiarazioni, attribuite alle Brigate di Abu Hafs Al-Masri, che minacciano i governi europei in generale, e il governo italiano capeggiato da Berlusconi in particolare - si leggeva nel documento -. Desideriamo che siano chiari i seguenti punti: noi non abbiamo pubblicato dichiarazioni su qualsiasi sito internet e non abbiamo diffuso alcuna minaccia. Il nostro ultimo comunicato, intitolato "Ultimo avvertimento agli italiani", era di metà luglio e da allora non abbiamo pubblicato ulteriori comunicati». Prendendo per buono quello che dice Memri, e facendo i dovuti scongiuri, rimane da chiedersi chi diavolo siano e cosa vogliano questi jihadisti della disinformazione. L’Italia, che è un paese in cui fatica a spegnersi il ricordo del terrorismo dei primi anni ’70, non può a maggior ragione aver dimenticato i metodi disinformativi dei vari servizi deviati all’epoca del sequestro Moro. E tanti comunicati delle brigate Al Masri fanno pensare a operazioni di depistaggio come quella del lago della Duchessa, dove le finte Br dell’epoca fecero credere che fosse stato gettato il cadavere dell’ex presidente della Dc.
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cipiace@ilriformista.it

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