Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il popolo buono e quello cattivo il conflitto israelo-palestinese secondo il regista di "Private"
Testata:Il Messaggero - L'Unità Autore: Fabio Ferzetti - Lorenzo Buccella Titolo: «Recensioni di Private»
I quotidiani di oggi, 13-08-04, dedicano ampio spazio nelle pagine degli spettacoli alle recensioni del film di Saverio Costanzo "Private", che narra dell'occupazione di una casa palestinese da parte di un gruppo di soldati israeliani. Fabio Ferzetti, a pagina 21 del MESSAGGERO, nell'articolo "Lo psicodramma dell'occupazione" scrive: Conferma il protagonista palestinese Mohammad Bakri, autore di un film sui campi profughi censurato in Israele, "Jenin, Jenin": Benchè sia un falso, che ripete le accuse ai soldati israeliani circa il mai avvenuto massacro di Jenin, il film di Bakri non è stato censurato in Israele.
Su L'Unita' a pagina 19 Lorenzo Buccella, nel pezzo "Solo il dialogo ci potrà salvare", riporta, senza alcun rilievo critico, le parole del regista del film (supponiamo fedelmente): C'è un popolo che occupa e uno che è occupato, il giudizio è già implicito nelle cose che sono successe. Ma questo non vuol dire che dentro il male non ci sia il bene e viceversa Da una parte "un popolo che occupa", ed'è "il male", dall'altra un "popolo che è occupato", ed'è "il bene". Un giudizio implicito "nelle cose che sono succcesse", ovvero in quelle che si è scelto di raccontare, omettendone altre. Non vale a cancellare lo schematismo di questa visione del conflitto israelo-palestinese l'affermare che dentro il male può esserci il bene e viceversa. Costanzo avrebbe piuttosto dovuto ricordare che il giudizio su di una situazione complessa deve essere dato tenendo conto di tutto, non soltanto di un aspetto del problema. Avrebbe dovuto tener conto del terrorismo e della pace offerta dagli israeliani e rifiutata dai palestinesi. E, comunque, avrebbe dovuto ricordare che non esistono popoli malvagi e popoli buoni. Non l'ha fatto e sente la necessità di compensare e di manifestare una falsa equanimità sostenendo che il "male" può essere "bene" e il "bene", "male". Così come il brutto è bello e il bello, brutto; il verde è rosso e il rosso, verde; per dirla con le streghe del Machbeth.
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