martedi` 13 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
02.08.2004 L'odio anticristiano dei terroristi islamisti non dipende dalla guerra in Iraq
esisteva, e faceva vittime, molto prima

Testata: La Stampa
Data: 02 agosto 2004
Pagina: 1
Autore: Igor Man
Titolo: «E' difficile dialogare con le bombe»
Su La Stampa di oggi Igor Man firma un articolo sul massacro nelle chiese cristiane dell'Iraq: "al Papa non sarà sfuggito come, ormai da qualche tempo e in sincronia con l'incanaglirsi del dopoguerra iracheno", scrive il giornalista "sia esplosa una "ondata di rigetto" verso il Cristianesimo: dall'Indonesia alla Nigeria, dall'India al Sudan eccetera".
In realtà l'ostilità anticristiana, sia nel mondo islamico sia, per esempio, tra i fondamentalisti induisti, o nella Cina comunista, esiste da molto prima della guerra in Iraq. In Sudan la guerra genocida del governo islamista contro le popolazioni cristiano-animiste è durata vent'anni. Le politiche di George W. Bush non possono proprio averci nulla a che fare.
Lo stesso Bin Laden non ha certo aspettato la caduta di Saddam Hussein per proclamare la "jihad contro crociati ed ebrei". Sicchè le attuali stragi non sono che l'applicazione di teorie già esistenti da tempo e che in altri contesti (Egitto, Algeria,Israele, Stati Uniti) già avevano mietuto le loro vittime. L'odio religioso fa parte del dna ideologico del terrorismo islamista, non sono le risposte dell'Occidente a produrlo.
Ecco il pezzo:

Il vento giallo dell’odio investe con selvaggia furia il Cristianesimo: dal recente sacrificio di nostro fratello Kim, sgozzato come un agnello, agli attentati blasfemi di ieri a Mosul, a Baghdad. «Quel ch’è accaduto è terribile e preoccupante: è la prima volta che in Iraq vengono prese di mira le chiese cristiane»: così la Sala Stampa vaticana commenta le bombe che hanno ammazzato poveri cristiani iracheni colpevoli solo di celebrare il sacrificio di Gesù con la Messa della domenica. Quel «terribile» è di Giovanni Paolo II che, dopo aver sollecitato notizie più esaustive, s’è immerso nella preghiera. Dolorosamente.
Aggiornatissimo com’è sulle cose del mondo, al Papa non sarà sfuggito come, oramai da qualche tempo e in sincronia con l’incanaglirsi del dopoguerra iracheno, sia esplosa una «ondata di rigetto» verso il Cristianesimo: dall’Indonesia alla Nigeria, dall’India al Sudan eccetera. Dall’uccisione, in Cina, d’una donna arrestata per aver distribuito Bibbie, all’assassinio d’un giardiniere pachistano accusato, lui, cristiano, d’aver «profanato una moschea», per citare gli ultimi casi, in mezzo a questi due delitti geograficamente asimmetrici, la mostruosa risacca anticristiana, scatenata da «masse popolari» incolte, è il frutto d’una «campagna ideologica» orchestrata con fredda perfidia dall’islàm radicale.
Che fare? E’ facile per gli apprendisti stregoni che bestemmiano il Corano inventare «complicità attuali» fra Cristianesimo e neocolonialismo, tra Wojtyla e Bush. E’ difficile per la Chiesa di Roma che non ha carri armati difendersi dai «guerriglieri islamici». E tuttavia guai a cadere nella logica dello scontro frontale: «C’è il rischio di autodistruggerci», dice il vescovo Vincenzo Paglia, assistente spirituale dell’Onu di Trastevere», la Comunità laica di Sant’Egidio. Dialogo, dunque, costi quel che costi: «Questo è il significato, anche politico, del comandamento evangelico di amare il nemico». Benissimo, ma come dialogare quando la guerra ara la terra, uccide l’innocente, umilia il diritto alla pace?
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT