Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Walid Shoebat, dissidente arabo dimostra che è possibile rifiutare la cultura dell'odio
Testata: L'Opinione Data: 14 luglio 2004 Pagina: 2 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Walid Shoebat il terrorista palestinese che diventò sionista»
Su L'Opinione Dimitri Buffa firma un articolo sulla figura di Walid Shoebat, ex terrorista palestinese, convertito alla religione evangelica divenuto sionista cristiano. Che denuncia la cultura dell'odio antiisraeliano e antisemita che avvelena il mondo islamico e la repressione omicida del dissenso nella società palestinese. La storia di Walid Shoebat, ex terrorista palestinese, un cugino, Raed, ucciso mentre tentava di farsi saltare in aria a Ben Yehuda, rappresenta nel variegato mondo delle notizie quella classica dell'uomo che morde il cane. E infatti da qualche settimana i quotidiani e i settimanali in lingua ebraica, per non parlare delle tv locali, se lo contendono per farlo parlare a ruota libera contro la cultura dell'odio che in Palestina ha ormai messo radici da quercia secolare. "Non esiste una guerra Israelo-Palestinese ma solo un conflitto Arabo-nazi islamico contro gli ebrei, per questo ho smesso da fare il terrorista per Arafat e mi sono convertito al cristianesimo evangelico e sono diventato sionista". La frase che precede è solo un esempio di risposta data alle domande che ogni cittadino dello stato d'Israele si pone dopo ogni episodio di terrorismo e di violenza contro la popolazione. Ma come, e soprattutto perché, un terrorista palestinese può diventare amico degli ebrei, cristiano evangelico e infine sionista? "Quando uno si accorge che il problema Israelo-Palestinese è solo un pretesto dietro cui nascondere le miserie di tanti stati tirannici e di tanti fondamentalismi assassini, quando uno capisce di essere stato intossicato dall'odio fin da quando era bambino, come mio cugino Raed che si è fatto uccidere a Ben Yehuda mentre tentava di andarsi a fare saltare in aria in un caffè pieno di ragazzini di dieci anni che stavano a prendere il gelato in vacanza, quando uno vede un'intera popolazione che a Ramallah espone e porta in processione le budella di due soldati israeliani linciati perché finiti lì per caso incomincia a maturare decisioni importanti. Inoltre quando dovevo insegnare l'odio per gli ebrei a mia moglie non ero in grado di citarle un solo passo della Bibbia o di altri libri sacri in cui fossero contenuti i loro presunti crimini, l'immagine che veniva fuori al contrario era solo quella di un popolo sempre sulla difensiva, costretto direi all'autodifesa durante la sua lunga storia". "Un'altra illuminazione l'ho avuta spiega Walid Shoebat ai giornali israeliani un giorno che mi ero recato a Hebron e assistetti alla seguente scena: degli ebrei ortodossi che salivano lentamente sull'autobus per Qyriat Arba'a e sotto una folla di palestinesi che li prendevano a pietrate senza che loro reagissero se non prendendo le pietre dall'autobus e gettandole in terra.. vedere quella povera gente che nemmeno si difendeva mi ha fatto stringere il cuore, loro non odiavano chi invece li odiava".
Perché la cultura dell'odio? "Ci vorrebbe un intero libro per rispondere compiutamente, ma per farla semplice prendiamo l'esempio della Germania nazista che era stata programmata ideologicamente a livello di istituzioni, arti, media come una fabbrica sociale di odio antisemita. Lo stesso sta avvenendo in molte società arabe funestate dall'Islam estremista. Con alcune piccole ma significative differenze: lo sfondo religioso dell'Islam fondamentalista, il fatto che l'odio prima era presente solo nella Germania e nei territori da essa occupati mentre qui si tenta di diffonderlo in cinquantacinque paesi differenti e infine un elemento in comune a ideologie dell'odio come il nazismo e il comunismo: la pretesa di non rispettare i confini nazionali e la certezza del fine che giustifica i mezzi".
Secondo Shoebat, che diventò amico degli ebrei poco dopo la firma degli accordi di Oslo, "quella pace in realtà nasceva male ed era destinata a portare altri lutti alle due popolazioni perché si basava su una buona fede che da parte palestinese almeno a livello di dirigenza e di Arafat non esisteva visto che la meta per loro è sempre quella della distruzione di Israele e di costruire un solo stato palestinese che vada dal fiume al mare". E a chi gli ha chiesto tra i giornalisti israeliani quanti altri palestinesi che la pensano come lui esistano nei Territori, Shoebat ha dato uan risposta lapidaria: "più di quanto non si immagini ma come potrebbero esporsi con il rischio di venire linciati in pubblico come collaborazionisti? L'avete mica mai visto su internet qualche filmato di repertorio in materia?" Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Opinione. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.