Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L'ONU discute di antisemitismo due cronache due stili
Testata:La Repubblica- Il Foglio Autore: la redazione - Sabrina Cohen Titolo: «L'Onu discute di antisemitismo»
Dopo quasi sessanta anni di risoluzioni ostili a Israele culminati con la famosa equazione "sionismo= razzismo", l'Onu si accorge che nel mondo è ancora forte e in crescita l'antisemitismo. Una parola che al Palazzo di Vetro sembra essere un tabù e che continua ad essere accomunata ad altri fenomeni al fine di sminunirne la gravità. La cronaca della conferenza e del dibattito susseguito ieri a New York, a cui ha partecipato tra gli altri Elie Wiesel, trova spazio oggi su due quotidiani, Repubblica ed il Foglio, che, anche in questa occasione, si distinguono nettamente l'uno dall'altro. L'articolo tratto dal quotidiano dell'Ing. CdB pone in risalto le parole del segretario generale che, persino quando devono essere di condanna, appaiono cerchiobottiste; in secondo luogo nell'articolo si dà credito alla tesi secondo cui questo seminario- dibattito sia stato promosso esclusivamente a causa delle spinte di alcune organizzazioni ebraiche. Sul Foglio, invece, Sabrina Cohen dà il giusto peso alle affermazioni di Elie Wiesel, il quale si sofferma sul fenomeno antisemitismo dandone una propria interpretazione come persona, suo malgrado, esperta; un pezzo equilibrato ed esaustivo. Pubblichiamo entrambi gli articoli, cominciando da REPUBBLICA, "Annan: l'antisemitismo è in crescita":
NEW YORK - «Un´allarmante ripresa dell´antisemitismo». La denuncia di Kofi Annan è netta, e viene accolta da una sonora ovazione al primo seminario che le Nazioni Unite dedicano al fenomeno. Il segretario generale ha quindi affermato che «stavolta il mondo non deve, né può, restare a guardare in silenzio». E ha invitato gli stati membri ad adottare una risoluzione di condanna, sul modello di quella approvata ad aprile dall´Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). «Quando chiediamo giustizia per i palestinesi, come è giusto fare - ha detto Annan - dobbiamo anche, fermamente, prendere le distanze da chiunque tenti di usare la loro causa per incitare all´odio contro gli ebrei, in Israele o altrove». E in questo modo ha voluto rispondere alle accuse di vari leader di organizzazioni ebraiche che imputano all´Onu di concentrarsi sulla vicenda palestinese a scapito di quella israeliana. «È difficile pensare - ha proseguito il segretario generale - che, sessant´anni dopo la tragedia dell´Olocausto, l´antisemitismo torni ancora una volta a rialzare la testa. Ma è evidente che stiamo assistendo a un allarmante ritorno di questo fenomeno, in nuove forme e manifestazioni». Al seminario, intitolato "Disimparare l´intolleranza", partecipavano tra gli altri Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace e sopravvissuto ai campi di sterminio, esperti e rappresentanti di organizzazioni ebraiche come Abraham Foxman della AntiDefamation League e Edgar Bronfman, presidente del World Jewish Congress, che ha chiesto al segretario Onu di nominare un inviato speciale che riferisca ogni anno sullo stato dell´antisemitismo. Annan ha insistito sull´evitare un "doppio binario" nella denuncia delle varie discriminazioni nel mondo e ha richiamato la Commissione sui diritti umani con base a Ginevra a occuparsi di antisemitismo con la medesima diligenza che dedica al razzismo contro i musulmani in varie parti del mondo. «Non hanno, anche gli ebrei, diritto allo stesso livello di preoccupazione e protezione?» ha chiesto retoricamente, tra gli applausi dell´uditorio. Wiesel ha ricordato come la discriminazione contro gli ebrei spesso si trasformi in odio contro tutte le minoranze: «Quando vi chiediamo di lottare contro l´antisemitismo è perché vogliamo salvare anche gli altri popoli». E Melvyn Weiss, un relatore membro dell´Israel Policy Forum, ha invitato a tenere sott´occhio i media, citando fra gli esempi positivi l´efficace campagna di sensibilizzazione voluta dal governo tedesco e tra quelli negativi alcuni fumetti antisemiti apparsi in qualche giornale svizzero. Una vigilanza che, anche a Palazzo di Vetro, deve crescere. La Commissione Onu dei diritti umani quest´anno ha menzionato l´antisemitismo in tre risoluzioni contro il razzismo ma gli stati membri sono rimasti inattivi di fronte a varie richieste di produrre un rapporto speciale sulla materia. E anche l´Assemblea generale ha rifiutato, sin qui, di metter mano a una risoluzione.
Ecco il pezzo del FOGLIO, "Per la prima volta a Palazzo di Vetro si discute di antisemitismo": New York. Per la prima volta nella storia, alle Nazioni Unite si è discusso di antisemitismo, una piaga che a sessant’anni dalla fine del Nazismo e degli orrori dei campi di concentramento continua a essere di attualità, una parte del cosiddetto mondo civile. Non avrei mai immaginato di trovarmi qui, alle Nazioni Unite, tra amici e organizzazioni internazionali a dover parlare di come combattere l’antisemitismo", ha detto Elie Wiesel, il premio Nobel scampato alla morte ad Auschwitz, che ha aperto la conferenza a New York. Lavori iniziati con l’intervento del segretario generale Kofi Annan. In molti, nelle settimane precedenti a questo seminario, avevano scommesso su un imprevisto dell’ultimo momento. "Non si farà vedere perché è scomodo in questo momento politico delle Nazioni Unite puntare il dito contro l’antisemitismo", aveva dichiarato uno dei membri del Bnei Berith degli Stati Uniti. Invece, l’uomo che ha uno dei compiti più difficili del momento, governare un’organizzazione internazionale che vede contrapposti sempre di più occidente e oriente, è presentato e ha esordito condannando apertamente l’antisemitismo e ogni forma di razzismo nel mondo. "Nessun ebreo,musulmano, cristiano, chiunque professi una religione che trasmette i valori della tolleranza può rimanere neutrale nella lotta all’intolleranza", ha detto Annan. Le Nazioni Unite, spiega, si sono impegnate nella lotta all’antisemitismo e al razzismo. "Ricordiamo che oltre sei milioni di ebrei – ha proseguito il segretario generale – sono stati uccisi nei campi di sterminio nazisti soltanto perché ebrei. E’ stato un crimine contro l’umanità che non deve ripetersi" e che non necessita di ulteriori commenti da parte di nessuno. Inutile negare l’evidenza dei fatti però: l’antisemitismo è ancora una piaga presente nelle società occidentali così come nel mondo arabo e nel resto del mondo. "E’ un pericolo ancora presente che si manifesta in diverse forme e manifestazioni", ha aggiunto il numero uno del Palazzo di Vetro. Gli sforzi delle associazioni che fanno capo alle Nazioni Unite sono principalmente concentrati a evitare che nuovi genocidi macchino la storia dell’umanità. E per evitare che "il mondo ancora una volta, faccia finta di nulla", pur essendo a conoscenza di quanto accade, è necessario "fare attenzione e monitorare l’antisemitismo anche da più vicino". La lotta a questa forma di razzismo, che colpisce chiunque nel mondo per il semplice fatto di professare una determinata religione, è tra le più difficili da vincere, perché necessita di talenti in grado di combattere stereotipi e luoghi comuni. "A 60 anni dalla nascita delle Nazioni Unite e dalla liberazione dei campi di sterminio non vedo alcuna data migliore per iniziare una nuova campagna contro l’antisemitismo", ha detto Annan. Gli episodi contro sinagoghe, ebrei, cimiteri, in Europa come negli Stati Uniti o nel resto del mondo, aumentano ogni giorno. Annan propone una risoluzione "Non c’è momento che trascorra senza che si registri un attacco contro una sinagoga, una lapide o una persona", ricorda Wiesel, che sottolinea come "l’antisemita tenda a colpire i vivi come i morti. Vedete – prosegue – non attaccano soltanto i simboli della vita, ma anche gli ebrei morti, le loro tombe". Le Nazioni Unite, che spesso hanno tralasciato l’argomento "antisemitismo" per assumere posizioni più vicine alla maggioranza dei paesi occidentali, dei paesi arabi, questa volta si impegnano a combattere una piaga che non è mai stata debellata. Lo conferma anche una semplice ricerca sul sitodell’Onu: inserendo la parola "antisemitismo" il numero di documenti che esce è inferiore a mille. E nei risultati sono inclusi i documenti della conferenza di Durban del 2001, "una riunione dove si è perpetrato l’odio per Israele e per il popolo ebraico", ha ricordato nel corso del suo intervento il premio Nobel. "Chi mi odia e non mi conosce, mi odia ancora prima che io sia nato, odia indistintamente la mia vita come la mia morte: questo è l’antisemita", ha detto Wiesel, ricordando come, nel 1944, gli ebrei sopravvissuti allo sterminio nazista avessero paura di vivere in Europa. "Avevano paura di morire. E oggi – prosegue – in Francia, sessant’anni dopo, hanno di nuovo paura. Come se la storia, non solo possa ripetersi, ma non abbia insegnato nulla all’umanità". La lotta all’antisemitismo è anche una lotta contro il tempo, secondo i due premi Nobel Annan lo ha vinto nel 2001), che auspicano che il fenomeno possa essere sconfitto nel più breve tempo possibile. "Prima che scompaiano anche gli ultimi sopravvissuti all’Olocausto", ha detto Annan, che ha infine proposto l’adozione da parte dell’Onu di una risoluzione contro l’antisemitismo. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio e di Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.