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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica- Il Foglio Rassegna Stampa
22.06.2004 L'ONU discute di antisemitismo
due cronache due stili

Testata:La Repubblica- Il Foglio
Autore: la redazione - Sabrina Cohen
Titolo: «L'Onu discute di antisemitismo»
Dopo quasi sessanta anni di risoluzioni ostili a Israele culminati con la famosa equazione "sionismo= razzismo", l'Onu si accorge che nel mondo è ancora forte e in crescita l'antisemitismo. Una parola che al Palazzo di Vetro sembra essere un tabù e che continua ad essere accomunata ad altri fenomeni al fine di sminunirne la gravità. La cronaca della conferenza e del dibattito susseguito ieri a New York, a cui ha partecipato tra gli altri Elie Wiesel, trova spazio oggi su due quotidiani, Repubblica ed il Foglio, che, anche in questa occasione, si distinguono nettamente l'uno dall'altro. L'articolo tratto dal quotidiano dell'Ing. CdB pone in risalto le parole del segretario generale che, persino quando devono essere di condanna, appaiono cerchiobottiste; in secondo luogo nell'articolo si dà credito alla tesi secondo cui questo seminario- dibattito sia stato promosso esclusivamente a causa delle spinte di alcune organizzazioni ebraiche.
Sul Foglio, invece, Sabrina Cohen dà il giusto peso alle affermazioni di Elie Wiesel, il quale si sofferma sul fenomeno antisemitismo dandone una propria interpretazione come persona, suo malgrado, esperta; un pezzo equilibrato ed esaustivo. Pubblichiamo entrambi gli articoli, cominciando da REPUBBLICA, "Annan: l'antisemitismo è in crescita":

NEW YORK - «Un´allarmante ripresa dell´antisemitismo». La denuncia di Kofi Annan è netta, e viene accolta da una sonora ovazione al primo seminario che le Nazioni Unite dedicano al fenomeno. Il segretario generale ha quindi affermato che «stavolta il mondo non deve, né può, restare a guardare in silenzio». E ha invitato gli stati membri ad adottare una risoluzione di condanna, sul modello di quella approvata ad aprile dall´Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).
«Quando chiediamo giustizia per i palestinesi, come è giusto fare - ha detto Annan - dobbiamo anche, fermamente, prendere le distanze da chiunque tenti di usare la loro causa per incitare all´odio contro gli ebrei, in Israele o altrove». E in questo modo ha voluto rispondere alle accuse di vari leader di organizzazioni ebraiche che imputano all´Onu di concentrarsi sulla vicenda palestinese a scapito di quella israeliana. «È difficile pensare - ha proseguito il segretario generale - che, sessant´anni dopo la tragedia dell´Olocausto, l´antisemitismo torni ancora una volta a rialzare la testa. Ma è evidente che stiamo assistendo a un allarmante ritorno di questo fenomeno, in nuove forme e manifestazioni».
Al seminario, intitolato "Disimparare l´intolleranza", partecipavano tra gli altri Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace e sopravvissuto ai campi di sterminio, esperti e rappresentanti di organizzazioni ebraiche come Abraham Foxman della AntiDefamation League e Edgar Bronfman, presidente del World Jewish Congress, che ha chiesto al segretario Onu di nominare un inviato speciale che riferisca ogni anno sullo stato dell´antisemitismo. Annan ha insistito sull´evitare un "doppio binario" nella denuncia delle varie discriminazioni nel mondo e ha richiamato la Commissione sui diritti umani con base a Ginevra a occuparsi di antisemitismo con la medesima diligenza che dedica al razzismo contro i musulmani in varie parti del mondo. «Non hanno, anche gli ebrei, diritto allo stesso livello di preoccupazione e protezione?» ha chiesto retoricamente, tra gli applausi dell´uditorio.
Wiesel ha ricordato come la discriminazione contro gli ebrei spesso si trasformi in odio contro tutte le minoranze: «Quando vi chiediamo di lottare contro l´antisemitismo è perché vogliamo salvare anche gli altri popoli». E Melvyn Weiss, un relatore membro dell´Israel Policy Forum, ha invitato a tenere sott´occhio i media, citando fra gli esempi positivi l´efficace campagna di sensibilizzazione voluta dal governo tedesco e tra quelli negativi alcuni fumetti antisemiti apparsi in qualche giornale svizzero.
Una vigilanza che, anche a Palazzo di Vetro, deve crescere. La Commissione Onu dei diritti umani quest´anno ha menzionato l´antisemitismo in tre risoluzioni contro il razzismo ma gli stati membri sono rimasti inattivi di fronte a varie richieste di produrre un rapporto speciale sulla materia. E anche l´Assemblea generale ha rifiutato, sin qui, di metter mano a una risoluzione.

Ecco il pezzo del FOGLIO, "Per la prima volta a Palazzo di Vetro si discute di antisemitismo":
New York. Per la prima volta nella storia,
alle Nazioni Unite si è discusso di antisemitismo,
una piaga che a sessant’anni dalla fine
del Nazismo e degli orrori dei campi di
concentramento continua a essere di attualità,
una parte del cosiddetto mondo civile.
Non avrei mai immaginato di trovarmi qui,
alle Nazioni Unite, tra amici e organizzazioni
internazionali a dover parlare di come
combattere l’antisemitismo", ha detto Elie
Wiesel, il premio Nobel scampato alla morte
ad Auschwitz, che ha aperto la conferenza
a New York. Lavori iniziati con l’intervento
del segretario generale Kofi Annan. In
molti, nelle settimane precedenti a questo
seminario, avevano scommesso su un imprevisto
dell’ultimo momento. "Non si farà
vedere perché è scomodo in questo momento
politico delle Nazioni Unite puntare il dito
contro l’antisemitismo", aveva dichiarato
uno dei membri del Bnei Berith degli Stati
Uniti. Invece, l’uomo che ha uno dei compiti
più difficili del momento, governare un’organizzazione
internazionale che vede contrapposti
sempre di più occidente e oriente,
è presentato e ha esordito condannando
apertamente l’antisemitismo e ogni forma di
razzismo nel mondo. "Nessun ebreo,musulmano,
cristiano, chiunque professi una religione
che trasmette i valori della tolleranza
può rimanere neutrale nella lotta all’intolleranza",
ha detto Annan. Le Nazioni Unite,
spiega, si sono impegnate nella lotta all’antisemitismo
e al razzismo. "Ricordiamo che
oltre sei milioni di ebrei – ha proseguito il
segretario generale – sono stati uccisi nei
campi di sterminio nazisti soltanto perché
ebrei. E’ stato un crimine contro l’umanità
che non deve ripetersi" e che non necessita
di ulteriori commenti da parte di nessuno.
Inutile negare l’evidenza dei fatti però: l’antisemitismo
è ancora una piaga presente
nelle società occidentali così come nel mondo
arabo e nel resto del mondo. "E’ un pericolo
ancora presente che si manifesta in diverse
forme e manifestazioni", ha aggiunto il
numero uno del Palazzo di Vetro. Gli sforzi
delle associazioni che fanno capo alle Nazioni
Unite sono principalmente concentrati
a evitare che nuovi genocidi macchino la
storia dell’umanità. E per evitare che "il
mondo ancora una volta, faccia finta di nulla",
pur essendo a conoscenza di quanto accade,
è necessario "fare attenzione e monitorare
l’antisemitismo anche da più vicino".
La lotta a questa forma di razzismo, che colpisce
chiunque nel mondo per il semplice
fatto di professare una determinata religione,
è tra le più difficili da vincere, perché
necessita di talenti in grado di combattere
stereotipi e luoghi comuni. "A 60 anni dalla
nascita delle Nazioni Unite e dalla liberazione
dei campi di sterminio non vedo alcuna
data migliore per iniziare una nuova
campagna contro l’antisemitismo", ha detto
Annan. Gli episodi contro sinagoghe, ebrei,
cimiteri, in Europa come negli Stati Uniti o
nel resto del mondo, aumentano ogni giorno.
Annan propone una risoluzione
"Non c’è momento che trascorra senza
che si registri un attacco contro una sinagoga,
una lapide o una persona", ricorda Wiesel,
che sottolinea come "l’antisemita tenda
a colpire i vivi come i morti. Vedete – prosegue
– non attaccano soltanto i simboli della
vita, ma anche gli ebrei morti, le loro tombe".
Le Nazioni Unite, che spesso hanno
tralasciato l’argomento "antisemitismo" per
assumere posizioni più vicine alla maggioranza
dei paesi occidentali, dei paesi arabi,
questa volta si impegnano a combattere una
piaga che non è mai stata debellata. Lo conferma
anche una semplice ricerca sul sitodell’Onu: inserendo la parola "antisemitismo"
il numero di documenti che esce è inferiore
a mille. E nei risultati sono inclusi i
documenti della conferenza di Durban del
2001, "una riunione dove si è perpetrato l’odio
per Israele e per il popolo ebraico", ha
ricordato nel corso del suo intervento il premio
Nobel. "Chi mi odia e non mi conosce,
mi odia ancora prima che io sia nato, odia
indistintamente la mia vita come la mia
morte: questo è l’antisemita", ha detto Wiesel,
ricordando come, nel 1944, gli ebrei sopravvissuti
allo sterminio nazista avessero
paura di vivere in Europa. "Avevano paura
di morire. E oggi – prosegue – in Francia,
sessant’anni dopo, hanno di nuovo paura.
Come se la storia, non solo possa ripetersi,
ma non abbia insegnato nulla all’umanità".
La lotta all’antisemitismo è anche una lotta
contro il tempo, secondo i due premi Nobel
Annan lo ha vinto nel 2001), che auspicano
che il fenomeno possa essere sconfitto nel
più breve tempo possibile. "Prima che
scompaiano anche gli ultimi sopravvissuti
all’Olocausto", ha detto Annan, che ha infine
proposto l’adozione da parte dell’Onu di
una risoluzione contro l’antisemitismo.
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