Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ci dev'essere sempre qualcosa di scorretto è la prerogativa del quotidiano napoletano
Testata: Il Mattino Data: 25 maggio 2004 Pagina: 4 Autore: un giornalista Titolo: «Israele lascia Rafah, 53 i palestinesi uccisi»
Oggi Il Mattino pubblica un articolo in cui viene riferito il rapporto del comandante israeliano delle operazioni nel sud di Gaza. Le notizie vengono riportate in maniera sostanzialmente corretta. Il titolo, invece, fornisce la versione anti-israeliana dei fatti: viene omesso un riferimento esplicito ai tre tunnel trovati nell'operazione (che fanno tredici con quelli scoperti dall'inizio dell'anno) e si scrive: "53 i palestinesi uccisi" facendoli passare tutti per civili, quando il comandante ha parlato di numerosissimi uomini armati. Insomma, anche quando l'articolo è corretto, si cerca sempre di indurre il lettore in una valutazione negativa delle azioni israeliane. Inoltre, l'articolo viene affiancato da uno sulle torture e un altro sul presunto bombardamento americano di una festa nuziale. E' solo un caso o un preciso e cinico giochetto che cerca di delineare un parallelismo tra i diversi eventi? Ecco l'articolo. Tel Aviv. A una settimana dall'inizio della Operazione Arcobaleno, Israele ha tracciato ieri un primo consuntivo e ha annunciato che a Rafah (Gaza) «la maggior parte degli obiettivi sono stati raggiunti». Per quanto riguarda la popolazione civile di Rafah (145 mila persone) le operazioni militari possono dirsi per ora concluse: Israele si è ritirato dal rione di Tel el Sultan e ha rimosso i posti di blocco che impedivano il transito fra Rafah e la vicina città di Khan Yunes. In una conferenza tenuta a Tel Aviv il comandante delle forze israeliane a Gaza, generale Shmuel Zachay, ha detto che in una settimana di ricerche Israele è riuscito a trovare e a distruggere tre tunnel scavati dai contrabbandieri. Dall'inizio dell'anno, i tunnel neutralizzati a Rafah sono stati tredici. In totale i soldati israeliani hanno ucciso questa settimana a Rafah 41 militanti armati palestinesi, nonchè 12 civili. Fra questi, ha precisato Zachay, sette colpiti per errore dal colpo di un carro armato mentre partecipavano ad un corteo. Un episodio per il quale Israele ha espresso rammarico. Le case danneggiate o distrutte sono state questa settimana 56, secondo i calcoli dell'esercito. Si tratta - ha precisato - di case da dove si è sparato sui soldati, dove si confezionavano ordigni o da dove si accedeva ai tunnel, oppure ancora di case nelle cui immediate vicinanze erano stati deposti ordigni: i soldati, in quei casi, ha detto ancora Zachay, hanno dovuto danneggiarle per aprirsi un varco. Malgrado la vasta operazione militare, il premier Ariel Sharon è più interessato che mai a un ritiro graduale dall'intera striscia di Gaza, accompagnato da un ritiro (simbolico) in Cisgiordania. Nel maggio scorso il Likud ha bocciato il suo progetto origiale: ma adesso il premier vi ha apportato delle modifiche che dovrebbero assicurargli una maggioranza - sia pure risicata - al governo. Nella nuova versione, il suo piano si basa su un approccio graduale. Invitiamo i nostri lettori a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail pronta per essere compilata ed inviata.