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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
20.05.2004 Ripassare la storia
aiuta la memoria

Testata:Informazione Corretta
Autore: Enrico Palumbo
Titolo: «Siamo con Israele»
La più grande scorciatoia che un giornalista ha per raccontare ciò che non è dimostrabile e farlo passare per vero è usare i "testimoni". Coloro, cioè, che avallerebbero la tesi dell’articolo, senza essere citati, e della cui reale esistenza non sapremo mai nulla. E’ avvenuto nel 2002, quando – complice l’errore del governo israeliano, che impedì alla stampa di accedere al campo profughi di Jenin – i "testimoni" narrarono la storia di un massacro, in realtà mai avvenuto.

Oggi, altri "testimoni" espongono una versione dei fatti di Rafah(http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/esteri/moriente8/nuovoblitz/nuovoblitz.html). Sarà vera? Perché, secondo alcuni, l’esercito israeliano ha torto a prescindere?

L’esercito chiede scusa per un’operazione che è andata al di là degli intenti e promette indagini interne, che serviranno a capire le cause della morte di così tanti palestinesi. Secondo gli immancabili e oscuri "testimoni", a uccidere sarebbero stati gli elicotteri Apache. Secondo Israele, una carneficina del genere si spiegherebbe con la presenza di uomini armati fra i manifestanti. La folla, infatti, indirizzandosi verso postazioni militari israeliane, avrebbe coperto l’avanzata dei terroristi, e la reazione israeliana è quella che conosciamo. Sarà vero? Non sappiamo ancora. Certo è che, se emergeranno responsabilità dei militari nel luttuoso evento, qualcuno dovrà assumersele e trarne le conseguenze. In attesa del giudizio degli elettori (e la società israeliana è così democratica e aperta – al contrario di quella palestinese – che alla Knesset è subito sorto il dibattito fra i parlamentari. [http://www.jpost.com/servlet/Satellite?pagename=JPost/JPArticle/ShowFull&cid=1084935864115). Purtroppo,nell'ANP non esistono mandati popolari, né chiarezza nelle responsabilità, e i colpevoli delle stragi non vengono mai puniti, se non da Israele, che però viene sempre messa sotto accusa se tenta di sopravvivere difendendosi.

Ma facciamo un passo indietro. Nessuno si è mai chiesto cosa facessero i militari israeliani a Rafah? Non sembra, se è vero che tutti guardano alle conseguenze degli eventi e mai alla loro origine. Era in atto quella che gli israeliani hanno chiamato "Operation Rainbow" [http://www.debka.com/article.php?aid=847] (Operazione Arcobaleno). Lo scopo: bloccare il crescente contrabbando di armi che foraggia il terrorismo palestinese e che giunge fino all’Iraq. Rafah è infatti una città confinante con l’Egitto: quest’ultimo praticamente non controlla questa parte di confine e allora i contrabbandieri non hanno difficoltà a passare nella striscia di Gaza, dove nessuno – se non Israele, che però svolge un ruolo che andrebbe svolto dalla Anp, guidata dal terrorista con la keffiah in testa – controlla alcunché. L’anarchia. I terroristi hanno così facilità nell’utilizzare tunnel sotterranei, che attraversano il confine e che li coprono nelle loro azioni di contrabbando. Al di qua del confine, invece, le case dei civili, a ridosso della frontiera, sono diventate base di approdo e di smistamento. In questi giorni l’Operazione Arcobaleno è diventata urgente, a causa della presenza di massicci quantitativi di artiglieria pesante segnalati dall’intelligence.

Ecco quindi la situazione: i terroristi agiscono intruppandosi tra la popolazione civile. Importano armi che servono a uccidere civili israeliani e, magari, anche soldati italiani a Nassiriya. Israele reagisce e il mondo che fa? Inorridisce. E l’Onu ( quella di Srebrenica e del Ruanda…) si riunisce per condannare Israele, ma si rifiuta di condannare i terroristi palestinesi.

Dite voi, allora cosa dovrebbe fare Israele. Quando sono stati uccisi Yassin e Rantisi, ci raccontavate che non si fa così, che bisognava andare là e arrestarli, non colpirli con l’elicottero. Oggi che i militari israeliani vanno là per bloccare il mortale contrabbando, ci dite che sbagliano ancora. Cosa bisognerebbe fare allora? Abbiate il coraggio di dire che Israele dovrebbe rinunciare a difendersi e scomparire, non siate più ipocriti.
Enrico Palumbo




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