Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
è stata data la seguente notizia: 22.4.04, Esteri: "Gaza, raid israeliano uccise due bimbe palestinesi" GAZA - Due bambine palestinesi sono rimaste uccise nei pressi di Beit Lahiya, nel settore settentrionale della Striscia di Gaza, durante un'incursione delle truppe israeliane. Lo hanno denunciato fonti mediche locali, secondo cui una delle giovanissime vittime è deceduta per i colpi di arma da fuoco ricevuti dai soldati ebraici, l'altra è morta di asfissia dopo aver inalato gas lacrimogeno lanciato dagli occupanti. In precedenza era stato ucciso un ragazzino palestinese di 16 anni, raggiunto al collo da proiettili mentre stava tirando sassi all'indirizzo dei militari d'Israele.
LE VITTIME - Le piccole sono state rispettivamente identificate come Mona Abu Tabak e Asmaa Abu Kleyk: la prima aveva appena 9 anni, ed è spirata in ospedale nella vicina località di Jabaliya per gravi lesioni al torace. La seconda di anni ne aveva addirittura solo 4, ed è morta nella sua cameretta, in casa, soffocata dal gas. In tutto i feriti negli scontri con le truppe ebraiche sono stati una trentina, in massima parte perché colpiti da pallottole. Con gli ultimi due decessi in ordine di tempo, è salito ad almeno 3.933 il numero complessivo delle persone uccise negli oltre tre anni e mezzo trascorsi dalla fine del settembre 2000, quando ebbe inizio la rivolta palestinese chiamata «Intifada di al-Aqsa», tuttora in corso. Tra i morti, 2.964 erano palestinesi e 899 cittadini d'Israele. Una notizia di cronaca può essere riferita in molti modi. Ed in genere, quando si tratta di notizie "sensibili", si valutano almeno fonti neutrali e si riferiscono le informazioni fornite da più di una fonte. Nulla di tutto ciò, in questa cronaca drammatica, ma anche enfatizzata ed unilaterale. Due bimbe che muoiono per eventi connessi ad un combattimento sono certamente un fatto tragico, ma è anche chiaro che si tratta di una conseguenza non voluta di uno scontro che quotidianamente si verifica in connessione con la guerra di fatto che israeliani e palestinesi combattono da 1300 giorni. Le fonti mediche riferite sono solamente palestinesi, e l'enfasi della cronaca nel paragrafo intitolato "Le vittime" si conclude con una citazione della abusatissima statistica (palestinese) che nulla distingue e nulla definisce, accomunando terroristi morti per "incidenti sul lavoro" con i civili assassinati deliberatamente nei caffè e sugli autobus, i combattenti palestinesi morti negli scontri a fuoco con i civili israeliani colpiti dal tiro a segno dei cecchini mentre viaggiano sulla loro automobile, magari con la loro famiglia - e quanti bambini israeliani sono morti così! Ma quel che più di ogni altra cosa ci dà fastidio, è un aggettivo male usato, non sappiamo se intenzionalmente: "una delle giovanissime vittime è deceduta per i colpi di arma da fuoco RICEVUTI DAI SOLDATI EBRAICI", frase nel cui contesto "ebraici" sta per "israeliani", ma non ne è un sinonimo. Un pò più di attenzione da parte dei responsabili su quanto scribacchiano i loro giornalisti, e più senso di responsabilità da parte di chi informa, sono auspici non troppo assurdi, ci pare.
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