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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere.it Rassegna Stampa
23.04.2004 Notizie riferite senza controllarle
come sempre viene citata la "fonte palestinese"

Testata:Corriere.it
Autore: la redazione
Titolo: «Gaza, raid israeliano uccise due bimbe palestinesi»
Dal sito del Corriere, nella sezione esteri

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2004/04_Aprile/22/gaza.shtml

è stata data la seguente notizia:
22.4.04, Esteri: "Gaza, raid israeliano uccise due bimbe palestinesi"

GAZA - Due bambine palestinesi sono rimaste uccise nei pressi di Beit Lahiya, nel settore settentrionale della Striscia di Gaza, durante un'incursione delle truppe israeliane. Lo hanno denunciato fonti mediche locali, secondo cui una delle giovanissime vittime è deceduta per i colpi di arma da fuoco ricevuti dai soldati ebraici, l'altra è morta di asfissia dopo aver inalato gas lacrimogeno lanciato dagli occupanti. In precedenza era stato ucciso un ragazzino palestinese di 16 anni, raggiunto al collo da proiettili mentre stava tirando sassi all'indirizzo dei militari d'Israele.

LE VITTIME - Le piccole sono state rispettivamente identificate come Mona Abu Tabak e Asmaa Abu Kleyk: la prima aveva appena 9 anni, ed è spirata in ospedale nella vicina località di Jabaliya per gravi lesioni al torace. La seconda di anni ne aveva addirittura solo 4, ed è morta nella sua cameretta, in casa, soffocata dal gas. In tutto i feriti negli scontri con le truppe ebraiche sono stati una trentina, in massima parte perché colpiti da pallottole. Con gli ultimi due decessi in ordine di tempo, è salito ad almeno 3.933 il numero complessivo delle persone uccise negli oltre tre anni e mezzo trascorsi dalla fine del settembre 2000, quando ebbe inizio la rivolta palestinese chiamata «Intifada di al-Aqsa», tuttora in corso. Tra i morti, 2.964 erano palestinesi e 899 cittadini d'Israele.
Una notizia di cronaca può essere riferita in molti modi. Ed in genere, quando si tratta di notizie "sensibili", si valutano almeno fonti neutrali e si riferiscono le informazioni fornite da più di una fonte.
Nulla di tutto ciò, in questa cronaca drammatica, ma anche enfatizzata ed
unilaterale. Due bimbe che muoiono per eventi connessi ad un combattimento
sono certamente un fatto tragico, ma è anche chiaro che si tratta di una
conseguenza non voluta di uno scontro che quotidianamente si verifica in
connessione con la guerra di fatto che israeliani e palestinesi combattono da 1300 giorni.
Le fonti mediche riferite sono solamente palestinesi, e l'enfasi della cronaca nel paragrafo intitolato "Le vittime" si conclude con una citazione della abusatissima statistica (palestinese) che nulla distingue e nulla definisce, accomunando terroristi morti per "incidenti sul lavoro" con i civili assassinati deliberatamente nei caffè e sugli autobus, i combattenti palestinesi morti negli scontri a fuoco con i civili israeliani colpiti dal
tiro a segno dei cecchini mentre viaggiano sulla loro automobile, magari con
la loro famiglia - e quanti bambini israeliani sono morti così!
Ma quel che più di ogni altra cosa ci dà fastidio, è un aggettivo male usato, non sappiamo se intenzionalmente: "una delle giovanissime vittime è
deceduta per i colpi di arma da fuoco RICEVUTI DAI SOLDATI EBRAICI", frase
nel cui contesto "ebraici" sta per "israeliani", ma non ne è un sinonimo.
Un pò più di attenzione da parte dei responsabili su quanto scribacchiano i loro giornalisti, e più senso di responsabilità da parte di chi informa,
sono auspici non troppo assurdi, ci pare.


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