Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Gli svarioni del quotidiano napoletano che confonde Roma con Toma
Testata: Il Mattino Data: 17 aprile 2004 Pagina: 9 Autore: la redazione Titolo: «La UE: Tel Aviv tratti con l'Autorità palestinese»
L'articolo che segue è, come sempre sul Mattino, inaccurato e disinformante. Un pezzo ideologico che si addice di più a un commento che a una cronaca. Ma così ci ha abituati il confratello napoletano del Manifesto. Ciò che è più divertente è il titolo: "Tel Aviv tratti con l' Autorità palestinese". Chi, di grazia, da Tel Aviv ? Visto che il governo è nella capitale, cioè Gerusalemme, l'invito del Mattino, se dovesse essere seguito, rimarebbe inscoltato. Un po' come se qualcuno scrivesse da Israele "Napoli tratti con gli assassini che hanno rapito gli italiani". Il Mattino ci ricorderebbe che il governo è a Roma, non a Napoli. Appunto. Ecco l'articoletto: Gerusalemme. Il pieno appoggio di Bush al piano di Sharon che prevede l’annessione di fatto di una parte della Cisgiordania e che snatura la nascita di uno Stato palestinese «ha consacrato la fine del processo di pace cominciato a Madrid nel 1991. La road map è morta». È l’amara constatazione del presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Yasser Arafat. «Speranze? vedete voi delle speranze? Io sono pessimista. La pace ora non è più possibile», ha detto Arafat. Alla domanda se la decisione annunciata a Washington è preludio ad un nuovo ciclo di violenze il presidente palestinese ha risposto: «Non lo so, tutto dipende da Sharon. In ogni caso quello che è successo è disastroso per noi, ma è una catastrofe anche per il processo di pace. In poche ore Sharon e Bush hanno messo la parola fine al processo cominciato a Madrid dal padre dell'attuale presidente statunitense». I palestinesi «saranno privati del 58 per cento della loro terra». «Il piano - ha osservato Arafat - è stato approvato senza che potessimo dire nulla. Non potremo discutere con loro per definire le nostre frontiere, né fissare la sede della nostra capitale. Israele controlla tutto: la nostra terra, la nostra aria, e la nostra acqua». Giudizi duri sulla linea scelta da Israele vengono dall’Europa. Il governo di Israele «deve fare la pace con i suoi nemici e non solo con i suoi amici». Il ministro degli Esteri irlandese Brian Cowen, presidente di turno dell'Ue, ha usato toni insolitamente duri nel commentare la situazione creatasi in Medio Oriente dopo il consenso raggiunto mercoledì a Washington tra il presidente statunitense Bush ed il primo ministro israeliano Sharon sul ritiro dalla striscia di Gaza e la decisione unilaterale di fissare nuove frontiere.
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