Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La miglior pubblicità per uno sconosciuto ? attaccare Israele. Così i giornali ne parleranno
Testata: Il Gazzettino Data: 26 marzo 2004 Pagina: 15 Autore: Giò Alajmo Titolo: «Alice disegna nuove vesti musicali per la canzone d'autore e polemizza con Israele»
Confessiamo la nostra ignoranza. Non sappiamo proprio chi sia questa Alice. Ma il Gazzettino le ha dedicato un articolo, quindi sconosciuta non lo è più. Oggi lo è un po' meno, grazie alle sue dichiarazioni contro Israele che hanno attirato la benevola attenzione del cronista. Ecco l'articolo: Canta "Auschwitz" Alice, nel suo concerto al teatro Toniolo di Mestre a chiusura del tour di "Viaggio in Italia". E subito dopo si lancia in una considerazione polemica: «Questa è una canzone sulla memoria, ma è curioso come nella storia a volte le vittime possano diventare carnefici e viceversa», che suona polemica con l'attuale situazione in Medioriente. La cantante forlivese, «ma a Forlì non vivo ormai da più di vent'anni», ricorda, ha scelto una via indipendente e anomala alla musica, ben lontana dai suoi esordi sanremesi come Carla Bissi. Dopo aver imparato a convivere con un nome d'arte che non ha mai particolarmente amato, Alice ha dedicato l'ultima stagione alla rivisitazione di canzoni d'autore a lei particolarmente care, il Battisti di Panella, Battiato secondo Sgalambro, il Fossati più sognante e curioso. Il risultato è un concerto che cambia sera dopo sera, molto conviviale, elegante, fatto di voci in chiaro scuro che escono da ombre scure su fondali luminosi monocromatici e cangianti, che vedono scorrere parole come poesie, su musiche riscritte e ridisegnate, a partire dal De André di "Un blasfemo" per giocare sui colori tenui di una batteria elettronica suonata in pubnta di dita da Steve Jansen o sul pianoforte leggero della stessa Alice alternato a quello più tempestoso di Alberto Tafuri. Il volume è basso, quasi a invogliare la fatica di un ascolto attento. La voce di Alice gioca sulle sue tonalità quasi mascoline. Ci sono piccoli gioielli ritrovati come "La bellezza stravagante", "Come un sigillo", "Cosa succederà alla ragazza", oppure il sogno visionario del volatore Lindbergh: «Sono canzoni che mi sono ritrovata addosso e che per molti versi mi rappresentano intimamente, che ho vissuto o che, come "Auschwitz" sono venute da sole, inaspettate, facendosi trovare quando magari il progetto stava andando da tutt'altra parte». Alice rende omaggio a Gaber ("Non insegnate ai bambini") e al suo passato con "Prospettiva Nevskij", "Per Elisa" e "Il vento caldo dell'estate", ma regala anche una straordinaria "La cura" di Battiato a voce e pianoforte «che canto a Mestre per la prima volta nella mia vita». Un bell'omaggio. Inviare il proprio commento attraverso il sito web del Gazzettino