Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Chirac molto, molto cauto se ci sono ebrei sotto accusa
Testata: Corriere della Sera Data: 20 ottobre 2003 Pagina: 11 Autore: E. Ros Titolo: ««Frasi degne di Hitler, Parigi si è mossa troppo tardi»»
Riportiamo l'intervista all'ex ambasciatore di Israele in Francia, Avi Pazner, a proposito della posizione di Chirac nei confronti di Israele.
- a cura della redazione di Informazione Corretta - «Chirac non è antisemita, ma non è la prima volta che mette Israele in imbarazzo»: Avi Pazner, ex ambasciatore in Francia (dal '95 al '98) conosce bene l'inquilino dell'Eliseo. «La politica del governo francese non è equilibrata e pende troppo a favore dei palestinesi e degli arabi».
Vuol dire che non si è trattato solo di un equivoco? «Equivoco? La reazione francese alle parole del presidente malese è arrivata tardi. Quelle parole, degne di Adolf Hitler, hanno fatto scattare la condanna immediata dell'Unione Europea, presieduta dall'Italia, e della Gran Bretagna e della Germania. Ma non della Francia, che ha dovuto rifletterci su».
In quali altri occasioni Chirac vi avrebbe creato imbarazzo? «Durante la sua visita a Gerusalemme, nel 1997. Rifiutò la protezione della sicurezza israeliana nella Città Vecchia. E, alle nostre insistenze, minacciò perfino di tornarsene subito in Francia».
Come spiega questa ostilità? «Dall'ignoranza francese sulla situazione in Israele. Fino al ’67 avevamo rapporti eccellenti. Dopo la guerra dei Sei giorni, Parigi si è allontanata».
Perché? «Non lo so. Può darsi che la crescente importanza della comunità araba e musulmana in Francia abbia influito. Adesso, comunque, constatiamo che i francesi non vengono più in Israele, che ci sono pochi scambi culturali. Stiamo lavorando, con il ministro Dominique de Villepin, ai vari progetti per re- imparare a conoscerci.
E quest’ultimo incidente? «Per noi è già chiuso, con questo scambio di comunicati. Ma non possiamo dimenticare l'esitazione francese di fronte a dichiarazioni che non avrebbero fatto vergogna solo a Hitler». Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere al Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.