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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.10.2003 Telenovela Arafattiana
Dopo Repubblica con Stabile, adesso il Corriere con Ferrari

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 ottobre 2003
Pagina: 9
Autore: Antonio Ferrari
Titolo: «Spettri nel bunker del raìs che vive ne passato»
Una furia melò si è impadronita degli analisti arafattiani. Dopo Stabile anche il Corriere non vuole essere da meno.
Scrive Antonio Ferrari:

Le telecamere l'altro giorno, hanno mostrato un Arafat magrissimo,diafano,spettrale,sofferente. Come se sentisse sulla pelle alla fine della lunga corsa, i sinistri richiami del destino".
Dimentica Ferrari di ricordare che la "lunga corsa" ha avuto molte fermate. Quelle nelle quali Arafat ha pianificato l'uccisione di migliaia di civili israeliani.
Eppure, con uno slancio, aveva abbracciato e baciato sulle guance l'uomo della sua personale rivincita, quell'Ahmed Qurei (Abu Ala)...
Dimentica di dirci Ferrari che Arafat lo ama talmente che Abu Ala vuole dimettersi (come fece Abu Mazen) perchè Arafat non gli dà alcuna libertà di azione. Come dimentica che con altri, meno supini di Abu Ala, al posto del bacio usa lo sputo. Il che fa a pugni con l'arsura che Stabile aveva descritto così pareticamente ieri su Repubblica. Se sputa con forza contro chi non gli ubbidisce, l'arsura non deve essere così grave.
Continua Ferrari:
"Ma più che discutere, nel bunker della Mukata, si attende. Tutto è sospeso, incerto, difficilmente decifrabile. A parte il dramma di un uomo malato, frustrato e sempre più solo."
E dagliela con la telenovela. E' talmente solo e malato Arafat che trova il tempo di mandare i suoi assassini di al-Aqsa ad ammazzare civili isrealiani tanta è la sua voglia di pace. Ma Ferrari, nella sua patetica descrizione arafattiana si guarda bene dal ricordarsene.
Per fortuna al patetico si aggiunge il comico.

"un uomo che forse ricorda quando, da bambino, per le strade del Cairo, già sentendosi un capo, obbligava i compagni a marciare in fila, pronto a bacchettarli sulla testa se non rispettavano ordini e disciplina"
Ma non si adulavano così anche i dittatori del '900 ? Hitler, Stalin, Mussolini, quante leccate di questo genere hanno ricevuto ?
Ferrari ha scritto proprio un bel coccodrillo. Lo tenga ben caldo. Se il Corriere, in momento di lucidità, non lo pubblicasse, restano sempre CHI o Grand Hotel. Farebbero a gara per averlo.

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lettere@corriere.it

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