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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.10.2003 Sopravvivere è un diritto ?
Non è diritto di difesa, ma isola la popolazione

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 ottobre 2003
Pagina: 13
Autore: Fabio Cavalera
Titolo: «Abu Ala - il Muro»
Sul Corriere della Sera di oggi, Fabio Cavalera firma due articoli che
occupano l' intera pag. 13. Sono poche le notazioni negative che possiamo
evidenziare, ma ugualmente significative in quanto, nella prosa un po'
contorta del giornalista, sono il sintomo di possibili forme di
disinformazione.
In prima pagina, Cavalera scrive che il governo Sharon ha deciso di
"proseguire la costruzione del "muro" fra Israele e la Cisgiordania",
opportunamente virgolettando la definizione di muro; ma la fotografia che,
cinque centimetri più in alto, illustra l' articolo mostra chiaramente che
non di un MURO si tratta, bensì di una rete contenente sofisticate misure di
sicurezza, perfettamente smantellabile se dovesse sopravvenire la sperata
firma di un trattato di pace che contenga anche la definizione sul terreno
dei confini di Israele e del futuro stato palestinese.Dunque, perché il
giornalista si ostina a definirlo un muro?
Nel secondo articolo il titolo ribadisce il concetto che per
Cavalera di muro si tratta.Non solo, ma nel contesto della cronaca egli
precisa che esso "isola i coloni e le popolazioni palestinesi IMPEDENDO I
COLLEGAMENTI FRA I PAESI E I VILLAGGI ATTRAVERSO LE STRADE PRINCIPALI".
Isola i coloni ed i palestinesi da chi, da che cosa? Ma, soprattutto, da
questa notazione pare che per Israele sia questo lo scopo principale se non
esclusivo del muro.
In nessuna parte dell' articolo, infatti, Cavalera scrive con chiarezza che
questa rete, non muro, ha lo scopo esclusivo di garantire la vita ai civli
israeliani, di permettere ai bambini di andare a scuola, alle massaie di
fare la spesa, ai giovani di andare a bere una cocacola al bar senza dover
rischiare la pelle.
E' vero, peraltro, che il muro ha l' effetto secondario e non scelto di
proposito di causare qualche difficoltà di collegamento, ma localizzata e
non generalizzata, e soprattutto modificabile. I campi sportivi dell'
Università di Al Quds a Gerusalemme, ad esempio, rischiavano di restare
separati dalla sede dell' ateneo, ed il percorso della rete è stato
opportunamente modificato.

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