Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Muro o Barriera ? Come un titolo può cambiare il senso di un articolo, e come si fa a nascondere una notizia sgradita
Testata: La Repubblica Data: 02 ottobre 2003 Pagina: 21 Autore: Alberto Stabile Titolo: «Sharon allunga il Muro,aggiunti 40Km»
Il titolo di questo articolo si discosta notevolmente dal testo di Alberto Stabile, che informa i lettori con adeguata chiarezza delle motivazioni che hanno indotto il governo Sharon a decidere la costruzione di una rete di difesa contro le infiltrazioni di terroristi dai territori palestinesi. In particolare, è chiaro l' esordio dell' articolo:"Per gli israeliani è solo una barriera di protezione contro il terrorismo, ma per i palestinesi è un modo escogitato da Sharon per appropriarsi della loro terra". La contrapposizione fra l' evidenza elementare delle ragioni di sicurezza e di protezione delle popolazioni civili in questa frase sottolinea ancor più le fantasie malevole di chi non ammette che questa esigenza sia legittima. Ugualmente, la piccola cartina che evidenzia il tratto di recinzione finora costruito è ben leggibile, e fa risaltare queste esigenze. Si confronti questa cartina con quella pubblicata lo stesso giorno dal Corriere della Sera, assolutamente incomprensibile e fuorviante, per verificare quanto la semplicità e la chiarezza dell' informazione siano essenziali strumenti di verità.
Vogliamo rilevare, nella stessa pagina, un riquadro nel quale si dà notizia dell' ennesima esecuzione senza processo ed a sangue freddo, stavolta in un ospedale, di un presunto collaboratore - spia di Israele, che diviene inevitabilmente un traditore ma che potremmo invece considerare a buon diritto un pacifista che vuole rompere le collusioni omertose della spirale di violenza e di morte messa in moto da Arafat e dai suoi. Se fosse stata una "esecuzione mirata" in cui un elicottero israeliano avesse ucciso un capo terrorista, la notizia sarebbe finita in prima pagina, non come questa, seminascosta e di poche righe.
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