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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Riformista Rassegna Stampa
31.12.2025 Hannoun, le bufale dei pro-Hamas: le prove non arrivano solo da Israele
Commento di Iuri Maria Prado

Testata: Il Riformista
Data: 31 dicembre 2025
Pagina: 2
Autore: Iuri Maria Prado
Titolo: «Hannoun, le bufale dei pro-Hamas: le prove non arrivano solo da Israele»

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 31/12/2025, a pagina 2, l'editoriale di Iuri Maria Prado dal titolo "Hannoun, le bufale dei pro-Hamas: le prove non arrivano solo da Israele"


Iuri Maria Prado

Sull'arresto di Hannoun si sta diffondendo una nuova teoria del complotto: che sia stato preso a seguito di prove fornite da Israele. Ma solo una parte delle prove è arrivata da Gerusalemme, il grosso dell'indagine è stato condotto in Italia.

È vero che l’ordinanza di Genova sulle cellule di Hamas operanti in Italia si basa solo su prove di fonte israeliana?
No, è falso.

L’apparato probatorio è suddiviso in sei fronti documentali, con materiale raccolto e reso disponibile dalla Digos, dalla Guardia di Finanza, dal Nucleo di Polizia Valutaria.
Solo una porzione della documentazione è stata trasmessa da Israele: in parte su rogatoria (quindi non per iniziativa di Israele), in parte con trasmissione spontanea.

L’ordinanza, peraltro, non si è limitata a far propria la documentazione “israeliana”, ma ha illustrato le ragioni che ne determinavano l’acquisizione legittima e ne attestavano la generale attendibilità.
Non solo.

Proprio con riferimento a documenti spontaneamente trasmessi da Israele, l’ordinanza spiega che essi hanno trovato riscontro positivo in una pluralità di file contenuti nel server di ABSPP (l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese di cui è legale rappresentante l’indagato Mohammad Hannoun).

Eppure, nonostante questa somma di evidenze contrarie, non appena è stata diffusa l’ordinanza ha preso a circolare la bufala secondo cui essa si baserebbe sull’acritica acquisizione di prove di esclusiva fonte israeliana.

Ma non basta.
È poi vero che l’ordinanza – come hanno scritto in parecchi – considera indiscriminatamente illecito qualsiasi finanziamento a qualsiasi organizzazione caritativa e umanitaria operante a Gaza?
No, anche questo è falso.

Al contrario, infatti, il giudice spiega che a Gaza operano circa 300 organizzazioni di beneficenza, solo metà delle quali sono affiliate all’organizzazione terroristica che sarebbe stata finanziata dagli indagati.
Il che dimostra, sottolinea l’ordinanza, che “esistono alternative al sostegno delle società di Hamas”.

Eppure, nonostante questa chiarissima precisazione, da parte delle curve tifose pro-Hamas si denuncia che la magistratura genovese vorrebbe incriminare indiscriminatamente chiunque operi “negli aiuti umanitari”.

Ora, ogni provvedimento di giustizia – e dunque anche questo – è contestabile per le motivazioni cui ricorre ed è discutibile per le conclusioni cui perviene.
L’argomento secondo cui le ordinanze “non si commentano” lo lasciamo ad altri, che poi sono gli stessi che in questo caso commentano eccome (a sproposito).

Ciò che non bisognerebbe fare è ciò che invece si sta facendo, vale a dire alterare il contenuto di quell’ordinanza infilandoci quel che non c’è e facendo repulisti di quel che c’è.

 

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redazione@ilriformista.it

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