Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
L’imam di Torino Shahin nelle carte dell'inchiesta sul finanziamento a Hamas Commento di Giulia Sorrentino
Testata: Il Tempo Data: 29 dicembre 2025 Pagina: 4 Autore: Giulia Sorrentino Titolo: «L’imam di Torino Shahin finisce nelle carte dell’inchiesta sui finanziamenti ad Hamas»
Riprendiamo da IL TEMPO del 29/12/2025, a pag. 4, con il titolo "L’imam di Torino Shahin finisce nelle carte dell’inchiesta sui finanziamenti ad Hamas", il commento di Giulia Sorrentino.
Giulia Sorrentino
L’imam Shahin, già ritenuto un pericolo per la sicurezza nazionale e rilasciato da un giudice di Torino, riemerge al centro dell’inchiesta sul finanziamento a Hamas che coinvolge Mohammad Hannoun.
Intercettazioni e incontri tra la moschea e l’associazione Abspp evidenziano contatti con soggetti arrestati e iniziative legate alla raccolta e all’invio di fondi
L’imam Shahin, considerato un pericolo per la sicurezza nazionale e rilasciato da un giudice di Torino dopo la richiesta di espulsione del Ministero dell’Interno (che farà ricorso in Cassazione), torna al centro della scena ed è, in parte, anche legato al caso di Mohammad Hannoun, arrestato con l’accusa di aver finanziato Hamas.
Infatti, Elsalay, uno dei nove arrestati nella maxi operazione contro la cupola di Hamas in Italia, parlando con Shahin e riferendosi a El Shobky, gli contesta di avergli parlato di come l’associazione inviasse il denaro. Ali El Shobky è il referente piemontese di Abspp, colui che ha incontrato l’ex capo di Hamas Haniyeh, come si evince dalla conversazione in cui dice: «Sì, anche quando siamo andati a farci le foto con il dottor Ismail Haniyeh…».
Ma non ci sono solo quelle intercettazioni. Siamo infatti in grado di svelare anche gli incontri che ci sono stati tra la moschea Omar di via Saluzzo, quella in cui Mohamad Shahin svolge la funzione di imam, e la Abspp, al centro dell’inchiesta in quanto ritenuta una delle associazioni tramite cui venivano raccolti e poi inviati i soldi all’organizzazione terroristica.
Ecco quindi che il 31 luglio la moschea Omar organizza un incontro dal titolo «Voci dal genocidio» e nel dibattito sono presenti Falestin Dawoud, figlia di Raed Dawoud (uno dei profili più centrali all’interno dell’inchiesta in quanto membro del comparto estero di Hamas e referente della cellula italiana con Hannoun, nonché responsabile della filiale milanese di Abspp), Hannoun, Abdullahi Ahmed, consigliere comunale a Torino in quota Pd, Angela Lano, direttrice di InfoPal (il sito di Hannoun di cui lei è direttrice), oggi indagata, e il predicatore del capoluogo piemontese Brahim Baya, che ha già elogiato la figura di Yahya Sinwar, la mente dell’attacco del 7 ottobre.
Ma c’è di più, perché il 24 luglio scrivono «Possa Allah ricompensarti con la migliore ricompensa», ricondividendo un video che sponsorizza la Abspp e in cui compaiono anche le coordinate bancarie. E il 26 settembre organizzano un incontro proprio in collaborazione con la medesima associazione.
Quale, quindi, il legame tra Shahin, secondo cui il 7 ottobre non fu terrorismo, e il giro di denaro di circa 7 milioni di euro destinati, secondo l’accusa, ad Hamas e gestiti anche dall’associazione in questione?
A intervenire è la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per chiedere, alla luce degli ultimi elementi, «se non ravvisi nella vicenda ulteriori elementi di pericolosità per la sicurezza nazionale dell’imam Shahin che integrino requisiti per l’espulsione del medesimo dal territorio nazionale».
Anche in virtù del fatto che «le motivazioni di accoglimento del ricorso del sig. Shahin risulterebbero ampiamente superate alla luce delle suddette risultanze, aggravando la sua posizione». «L’interrogazione da me depositata precedente all’espulsione del sig. Shahin, nella quale si dava evidenza delle condotte assunte dal sedicente imam della moschea di via Saluzzo, trova in queste ore la conferma del suo atteggiamento, visto il suo coinvolgimento negli atti dell’inchiesta che hanno portato a nove misure cautelari per 7 milioni di euro di finanziamenti ad Hamas attraverso associazioni. In base all’ordinanza, Shahin, che non risulta indagato in questa inchiesta, parla con arrestati, viene chiamato in causa ed espone questioni di denaro con l’uomo accusato di raccogliere fondi a Torino per farli arrivare a Gaza».
Alla luce dei nuovi elementi, come si comporteranno i giudici in merito all’espulsione di Shahin?
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