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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Tempo Rassegna Stampa
27.12.2025 La Georgetown University prende le distanze dalla Albanese
Commento di Giulia Sorrentino

Testata: Il Tempo
Data: 27 dicembre 2025
Pagina: 3
Autore: Giulia Sorrentino
Titolo: «La Georgetown University prende le distanze dalla Albanese»

Riprendiamo da IL TEMPO del 27/12/2025, a pag. 3, con il titolo "La Georgetown University prende le distanze dalla Albanese", il commento di Giulia Sorrentino.

Giulia Sorrentino

Georgetown University | Jesuit Tradition, Research, GU272, & Facts |  Britannica
Francesca Albanese viene progressivamente isolata all’estero: la Georgetown University l’ha rimossa dagli studiosi affiliati dopo le pressioni di UN Watch e le sanzioni statunitensi.
Accusata da diversi paesi occidentali di antisemitismo e giustificazione del terrorismo, Albanese perde spazio nel mondo accademico internazionale

In Italia c’è chi ancora vuole dare la cittadinanza alla relatrice speciale Onu Francesca Albanese, ma all’estero il “fuggi fuggi” da lei sembra non arrestarsi. Come rivelato dalla Ong UN Watch, la Georgetown University ha rimosso Albanese dal suo elenco di studiose affiliate. «Albanese è il primo funzionario delle Nazioni Unite nella storia ad essere stato condannato da Canada, Germania e Francia per antisemitismo e inversione dei principi dell’Olocausto», si legge sul sito dell’organizzazione non governativa indipendente con sede a Ginevra.

Fino a poco tempo fa, infatti, quello della relatrice era il primo nome ad apparire sulla pagina “Altri studiosi affiliati” dell’Institute for the Study of International Migration della Georgetown University, ma il suo nome e il suo volto sono stati ora rimossi dal sito web dell’ateneo. A sparire dal sito anche la sua pagina biografica.

Un traguardo che UN Watch ha rivendicato, perché arriva dopo mesi in cui la Ong ha chiesto insistentemente all’università in questione e a tutte le istituzioni statunitensi di rispettare rigorosamente le sanzioni comminate dagli Usa nei confronti della Relatrice speciale. «Accogliamo con favore la decisione della Georgetown University», ha dichiarato Hillel Neuer, direttore esecutivo di UN Watch. «Le istituzioni accademiche hanno la responsabilità di rispettare gli standard fondamentali di integrità e dignità umana. La rimozione di un funzionario che ha ripetutamente diffuso retorica antisemita e giustificato il terrorismo è un passo necessario per ripristinare tali standard. Questo invia un messaggio importante: le università non dovrebbero fungere da rifugio sicuro per coloro che abusano delle loro piattaforme per promuovere odio».

Poi la richiesta di Neuer all’Onu: «Le Nazioni Unite devono ora seguire l’esempio di Georgetown e rimuovere Albanese. Non dovrebbe esserci posto nel sistema dei diritti umani per funzionari che promuovono l’odio e giustificano il terrorismo».

In Italia c’è ancora chi accusa il governo di “fascismo” o “repressione”, ma sarebbe ora di vedere che qualcosa attorno alla paladina della sinistra si è rotto. Sono recenti, e non ancora sopite, le polemiche per il suo tour all’interno di alcune scuole italiane organizzato anche dalla rete dei “Docenti per Gaza”. Tour in cui la relatrice Onu si videocollegava durante l’orario curricolare e interveniva per due ore senza la presenza di un valido contraddittorio.

Un episodio che non solo ha fatto insorgere la maggioranza di centrodestra, ma ha anche attivato i ragazzi a occupare gli istituti scolastici. In una recente intervista la stessa Albanese ha parlato di «vero tradimento», aggiungendo: «Avevo un’affiliazione con un’università statunitense. Tenevo lezioni. Ora tutto è stato tagliato».

Era stato il segretario di Stato americano Marco Rubio ad annunciare a luglio le sanzioni contro di lei, sostenendo che «gli Stati Uniti hanno ripetutamente condannato e contestato le attività parziali e malevole di Albanese, che da tempo la rendono inadatta a ricoprire il ruolo di Relatrice speciale. Albanese ha sfacciatamente diffuso antisemitismo, espresso sostegno al terrorismo e aperto disprezzo per gli Stati Uniti, Israele e l’Occidente».

«Gli Usa – prosegue il Dipartimento di Stato – continueranno a intraprendere tutte le azioni che riterranno necessarie per rispondere all’abuso di potere da parte della Corte penale internazionale e per proteggere la nostra sovranità e quella dei nostri alleati».

Sembra che la notorietà e il peso di cui ha goduto per mesi si stiano dissolvendo e, se prima si discuteva anche di una sua candidatura tra le file del centrosinistra, oggi forse è un personaggio fin troppo controverso. Almeno all’interno del Pd, dove diversi esponenti hanno mostrato, anche pubblicamente, la loro distanza dalla regina dei ProPal.

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