Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
A volte ritornano: una super-Flotilla prenderà il mare Cronaca di Antonio Castro
Testata: Libero Data: 24 dicembre 2025 Pagina: 16 Autore: Antonio Castro Titolo: «Ritorna la crociera pro-Pal. Ecco la Flotilla edizione 2026»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/12/2025, a pag. 16, con il titolo "Ritorna la crociera pro-Pal. Ecco la Flotilla edizione 2026" la cronaca di Antonio Castro.
La Flotilla 2025 di Greta è andata male? Il collettivo ci riproverà l'anno prossimo, non appena sarà finita la brutta stagione. E sta raccogliendo il doppio delle imbarcazioni, circa 100 natanti.
Sono aperte le prenotazioni per la nuova edizione 2026 della crociera Sumud Flotilla alla volta di Gaza. Tranquilli: adesso nella Striscia fa fresco. Una perturbazione ha portato la temperatura minima intorno ai 14 gradi. Certo i quasi due milioni di gazawi si proteggono come possono da piogge e vento allestendo tendopoli estemporanee in quello spicchio di Striscia fuori dalla “linea gialla” controllata dai militari dell’Idf.
In tutto questo ballo in maschera di emergenze - con le organizzazioni umanitarie internazionali che denunciano nuove limitazioni nell’accesso a Gaza - i pro-Pal del collettivo internazionale si stanno portando avanti con il lavoro. E organizzano per aprile maggio una nuova missione.
Gli organizzatori auspicano di riuscire a coinvolgere non solo una cinquantina di imbarcazioni che hanno preso parte alla Flotilla 2025 alla missione verso Gaza. Sperano di portare di raggruppare oltre 100 tra natanti, barche a vela e ex rimorchiatori di altura riconvertiti.
Sono settimane che è partita la raccolta fondi (a ieri sera sulla piattaforma internazionale chuffed.org erano arrivati oltre 47mila euro), ma c’è chi ha avviato la colletta ben prima dell’annuncio ufficiale in Italia.
Già 7 settimane fa, ad esempio, l’Associazione Culturale milanese “La Taiga” aveva promesso un sostegno economico all’iniziativa 2026 di ben 500 euro. A scorrere l’elenco dei finanziatori spuntano tanti anonimi per importi modesti (100/200 dollari, sterline o euro). Poi balzano all’occhio i 990 dollari di un generoso (sempre anonimo) sostenitore. Gli organizzatori della Global Sumud Flotilla auspicano di riuscire a mettere insieme «oltre 100 barche e più di tremila persone da più di 100 Paesi».
L’intento è sempre lo stesso: tentare di superare il blocco navale israeliano. La marina militare dell’Idf a inizio ottobre intercettò tutte le imbarcazioni (44 quelle dichiarate dagli organizzatori) e rimorchiò le imbarcazioni degli attivisti nel porto israeliano di Ashdod. A terra vennero prese le generalità degli oltre 462 attivisti imbarcati e confiscate le imbarcazioni per il reato di ingresso illegale. I natanti partiti da Genova, Palermo, Capo assero, Barcellona, Tunisi e dai porti della Grecia non riuscirono neppure ad avvicinarsi alla battigia di Gaza. Delle 60 barche partite alcune tornarono indietro, altre si fermarono nei porti lungo la rotta. L’unica barca, la Mikeno, che riuscì ad arrivare a 18 miglia marine da Gaza (33 chilometri).
«La nuova Flotilla», assicurava ieri il quotidiano Il Fatto riportando dettagli forniti da un comunicato già della Sumud Flotilla Internazionale partirà forse ad aprile, forse a maggio.
La raccolta dei fondi inizierà a breve», assicura il Fatto non rendendosi conto che la sottoscrizione è già partita da quasi due mesi. Il vanto è che «nella precedente edizione erano stati messi insieme 3,2 milioni di euro solo in Europa e in Occidente, altri soldi erano arrivati dalla Malesia, dalla Turchia e da mezzo mondo».
La novità di quest’anno è che il movimento sembra volersi da fare «per organizzare convogli e carovane di terra verso Gaza e verso la Cisgiordania, forse già prima. Si cerca un coordinamento con la Freedom Flotilla Coalition e le Thousand Madleens, che nel settembre scorso erano salpate con una decina di natanti i intercettati l’8 ottobre.
Tra gli organizzatori compare Saif Abukeshek, membro del Comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, attivista nato a Nablus (capitale della Cisgiordania secondo le rivendicazioni dei palestinesi, centro commerciale della Samaria stando agli storici). Nel direttivo spiccano due cittadini europei senza origini nel Sud del mondo, gli italiani Maria Elena Delia e Tony La Piccirella. Personaggi già noti al grande pubblico. La Picciarella si era occupato di mantenere i collegamenti con le televisioni e la stampa durante la traversata. La Delia aveva trattato con il Vaticano e la Farnesina la possibilità di consegnare a Cipro le 300 tonnellate di aiuti raccolti in modo che venissero consegnati alla popolazione di Gaza attraverso i corridoi umanitari già utilizzati dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Pizzaballa per ben 8 volte era riuscito a far entrare derrate alimentari e materiale sanitario anche nei momenti peggiori del conflitto per portare almeno 8 volte. Tutto inutile: gli attivisti dopo un tira e molla durato settimane (partiti a fine agosto da Genova giunti nelle acque di fronte alla Striscia a inizio ottobre), pretendevano di consegnare direttamente gli aiuti. Non resta che attendere la prossima primavera per seguire l’edizione 2026 della Flotilla.
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