Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
La guerra ibrida per fomentare l’antisemitismo Commento di Jonathan Peled
Testata: Libero Data: 23 dicembre 2025 Pagina: 1/14 Autore: Jonathan Peled Titolo: «La guerra ibrida per fomentare l’antisemitismo: la sfida comune delle nostre democrazie»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 23/12/2025, a pagina 1/14, l'intervento di Jonathan Peled, ambasciatore di Israele in Italia, dal titolo: "La guerra ibrida per fomentare l’antisemitismo: la sfida comune delle nostre democrazie".
Jonathan Peled, ambasciatore di Israele in Italia
Boicottaggi, campagne social, propaganda, manifestazioni di odio contro gli ebrei non sono casuali. Sono tutti aspetti di una guerra di propaganda scatenata soprattutto da Russia, Iran e Qatar. E l'Italia è uno dei paesi occidentali più permeabili.
Negli ultimi anni, l’Europa e il Medio Oriente sono diventati teatri di una nuova forma di conflitto: la guerra ibrida. Non carri armati o missili, ma disinformazione, diffusione sistematica di fake news e manipolazione dell’opinione pubblica, con l’obiettivo di sfruttare e amplificare le fratture sociali. È una guerra subdola e pericolosa, che mira a indebolire le democrazie dall’interno, erodendone la coesione e la fiducia nelle istituzioni.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato l’attenzione su questo pericolo, parlando di una «ingiustificata e disordinata aggressione» e sottolineando come la disinformazione e l’erosione della fiducia democratica rappresentino una minaccia diretta alla libertà e alla stabilità delle nostre società.
Allo stesso modo, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, nel non-paper recentemente pubblicato sul tema, ha evidenziato come «l’Italia sia oggi oggetto di attacchi ostili, continui e coordinati, con l’obiettivo di indebolire lo Stato, polarizzare la società e screditare le istituzioni», rimarcando la necessità di dotarsi di nuovi strumenti per riconoscere e contrastare questi attacchi non convenzionali, capaci di produrre effetti profondi e duraturi.
In questo contesto, l’antisemitismo non è un fenomeno isolato né casuale. Al contrario, rappresenta uno degli strumenti più efficaci della guerra ibrida. L’odio contro gli ebrei, spesso travestito da antisionismo o da narrazioni complottiste, viene utilizzato per polarizzare le società, delegittimare Israele e, più in generale, minare i valori fondanti delle democrazie occidentali. Il risultato più estremo di questo drammatico fenomeno sono gli attentati terroristici, quali quello terribile appena compiuto a Sydney.
Attori statali e para-statali come Russia, Iran e Qatar svolgono ruoli differenti ma convergenti in questo scenario. L’Iran, in particolare, attraverso una rete ideologica, politica e operativa, promuove apertamente l’odio contro Israele e contro gli ebrei, sostenendo organizzazioni terroristiche come Hamas, Hezbollah e gli Houthi e campagne mediatiche che alimentano radicalizzazione, violenza e instabilità. Il Qatar, pur presentandosi come interlocutore diplomatico, finanzia e ospita piattaforme mediatiche come Al Jazeera, che contribuiscono a diffondere una narrazione distorta dei conflitti, spesso in linea con quella di organizzazioni terroristiche menzionate.
Israele conosce bene la guerra ibrida: la affronta quotidianamente, non solo sul piano della sicurezza, ma anche su quello dell’informazione, della legittimazione internazionale e della difesa della verità. Tuttavia, questa non è una sfida che riguarda soltanto Israele. È una sfida europea, italiana e, più in generale, democratica.
Contrastare la guerra ibrida significa difendere la verità, ma anche e soprattutto i nostri valori, la nostra sicurezza e le nostre libertà. Significa riconoscere che l’antisemitismo, in qualunque forma si manifesti, è un campanello d’allarme: dove attecchisce l’odio contro gli ebrei, presto vengono messi in discussione anche altri pilastri fondamentali della società democratica.
Italia e Israele condividono una lunga storia di amicizia e valori comuni. Insieme dobbiamo continuare a lavorare per smascherare le strategie della guerra ibrida e respingere chi utilizza l’odio come strumento politico. In gioco non vi è soltanto la sicurezza di un singolo Paese, ma la difesa delle nostre democrazie, e dunque il futuro di tutti.
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