2 Lettere
1. Basta odio contro Israele
Gentilissima,
la seguo da tempo e nonostante la mia laicità, il mio ateismo e il mio non essere ebreo, sono indignato per la campagna d'odio verso Israele e verso gli ebrei tutti.
Vivo e insegno a Venezia, una tranquilla città di provincia, ma anche qui il conformismo, il pensiero unico e una fondamentale ignoranza, la fanno da padroni nel denigrare Israele.
A questo punto, ho deciso di prendere posizione e non perdo occasione per rintuzzare, esponendomi in prima persona, la montagna di false accuse che trovano spazio nei social scolastici e negli stessi organi dell'istituto nel quale lavoro.
Naturalmente, facendo cio', continuo a far nascere un vespaio di polemiche e di risentimento. Cosa di cui sono molto fiero.
Devo dirle, però, che non tutto è perduto. Mi sono accorto, infatti, che continuando a non tacere, si riesce a scalfire questo spaventoso conformismo e succede pure che alcuni odiatori dell'ultima ora, preferiscano pensarci un pò, prima di usare slogan preconfezionati.
Coraggio, non siete soli.
Piero Cristina
Caro Piero,
Conosco abbastanza bene Venezia essendo nata e vissuta a Trieste in gioventù e le nostre gite "fuori porta" erano dirette soprattutto verso la sua meravigliosa città o l'allora Yugoslavia.
Innanzitutto la ringrazio per la sua presa di posizione in favore di Israele. Purtroppo le ondate di odio per gli ebrei e per Israele si susseguono nel tempo ma quella attuale è veramente spaventosa e pericolosa, oltre che ingiusta. Tutto questo odio è manipolato in gran parte dai media, dai finanziamenti di alcuni paesi arabi all'informazione internazionale e dall'ostilità millenaria che l'umanità prova contro il mio popolo.
Lo so che non siamo soli, molti ci apprezzano, ci amano e ci rispettano ma non tutti hanno la voglia e la capacità di opporsi all'infinità di menzogne della propaganda antisemita. Si indignano ma restano in silenzio. Per questo io non finirò mai di ringraziare le persone come lei che hanno il coraggio di esporsi e di opporsi a coloro che diffamano Israele, senza peraltro conoscerne la storia.
Le auguro ogni bene e la saluto con riconoscente cordialità
Shalom
Deborah Fait
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2. Cosa è diventato il Corriere?
Gentile signora,
leggo la lettera e lo stupore del lettore del Corriere, e la sua risposta.
Ora, il Corriere, fin da ragazzo (quando risparmiavo le 25 lire del filobus per andare a scuola nei giorni di maltempo. per comprarmi quel foglio, in cui leggevo Panfilo Gentile, Augusto Guerriero, Libero Lenti, Ugo Stille, Carlo Bo, Laurenzi, Papini, Zincone e tanti altri, per formarmi una coltura che andasse oltre il nozionismo scolastico e fosse calata nella realtà del nostro tempo), fin da ragazzo, dicevo, il Corriere della sera era stato il mio giornale.
Da quando la cricca comunisteggiante della zarina, di Mignanego (Ottone), Fiengo si impadronì delle leve del comando e delle rotative dei Crespi: da allora, ho, con dolore, e senza necessariamente condividere la secessione di Montanelli, il Corriere non lo leggo più. Per qualche anno il grande Ostellino cercò di mutare rotta, ma alla fine, anche lui, andò a dirigere un altro Corriere, quello del Ticino: da Milano a Lugano, proprio come gli anarchici libertari di Addio Lugano Bella…
Mi stupisco che qualcuno lo legga ancora: confondendo forse l’autorità, l’aura di un tempo, con quello che sono le derive partigiane di oggi. Cosa ne penserebbe oggi l’ebreo Stille, che accettava e pubblicava ad un tempo il cattolico Papini e l’agnostico Ricciardetto…
Quello che più mi rattrista oggi è che si stia smarrendo il concetto stesso di libertà, quello che di volta in volta porta ad essere liberali e socialdemocratici, come auspicava Einaudi, proprio ancora sulle colonne del suo Corriere, nell’ottobre 1960.
Cordialmente,
Riccardo Brondolo.
Caro Riccardo,
Anch'io ricordo con nostalgia il Corriere di un tempo, con le penne (e i cervelli) di Ugo Stille, Carlo Bo e altri che purtroppo non hanno avuto degni successori. Il Corriere è diventato illeggibile come molti altri quotidiani. Sembra che tutti gli articoli siano scritti dalla stessa mano, tutti uguali, contro Israele, cosa che ormai è diventata un dovere sociale e giornalistico. Lo stesso per quanto riguarda i programmi di politica televisivi. Inguardabili!
Non vedo nessuna luce in fondo al tunnel dell'informazione ed è grave perché la disinformazione, peggio ancora, la mala informazione, fatta di menzogne e propaganda hanno un'enorme responsabilità nella diffusione di quella malattia mentale che è l'antisemitismo.
Un cordiale shalom
Deborah Fait