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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Tempo Rassegna Stampa
21.12.2025 Brigate Rozze, guerriglia al corteo per l’Askatasuna
Analisi di Filippo Impallomeni

Testata: Il Tempo
Data: 21 dicembre 2025
Pagina: 2
Autore: Filippo Impallomeni
Titolo: «Brigate Rozze, guerriglia al corteo per l’Askatasuna. Nove agenti feriti»

Riprendiamo da IL TEMPO del 21/12/2025, a pag. 2, con il titolo "Brigate Rozze, guerriglia al corteo per l’Askatasuna. Nove agenti feriti", l'analisi di Filippo Impallomeni.

Corteo Askatasuna, è di 11 agenti feriti il bilancio complessivo degli  scontri avvenuti a Torino. Colpiti da oggetti contundenti da un gruppo di  incappucciati alla testa del corteo #ANSA  https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/12/20/askatasuna ...
Dopo lo sgombero di Askatasuna a Torino, la città è stata teatro di violenti scontri tra manifestanti dell’area antagonista e forze dell’ordine, con nove agenti feriti.
I centri sociali e gruppi dell’estrema sinistra hanno rivendicato la “guerriglia” contro lo Stato

 

«Logoramento dello schieramento avversario» perché «Askatasuna non si tocca». E allora guerra allo Stato e assalti contro le forze dell’ordine. Dopo lo sgombero del centro sociale di Corso Regina Margherita 47, occupato dal 1996, Torino si è trasformata in un campo di battaglia.

«Abbiamo dato una prima grande dimostrazione di quello che è davvero l’Askatasuna», gridano gli oltre 5mila manifestanti al termine del corteo partito alle 14.30 di ieri da Palazzo Nuovo, tradizionale punto di raccolta delle mobilitazioni antagoniste. Il bollettino della giornata parla di nove agenti feriti, colpiti da vari oggetti contundenti, fra cui grosse pietre e petardi. Una perfetta rappresentazione di un centro sociale legato, tra le altre cose, agli assalti durante le manifestazioni pro Pal contro la sede del quotidiano La Stampa, le Officine Grandi Riparazioni e lo stabilimento Leonardo.

Gli scontri con la polizia sono partiti nell’area fra corso Regina Margherita e via Vanchiglia, proprio nei pressi del centro sociale sgomberato appena giovedì scorso. Qui i manifestanti, tra i quali spiccano realtà come il Fronte della Gioventù Comunista, Osa, Cambiare Rotta, Rifondazione Comunista e il movimento No Tav, hanno provato più volte a forzare i cordoni con lanci di pietre, bottiglie, bombe carta e fuochi d’artificio, mentre le forze dell’ordine hanno risposto con gli idranti per tentare di disperdere la folla.

Ed ecco che, hanno spiegato gli esponenti di Askatasuna, «comincia l’assedio, comincia la guerriglia». «È arrivato il momento – hanno aggiunto dalla coda del corteo – di costruire quello che noi chiamiamo contropotere. I signori dentro i palazzi del potere tremeranno e si pentiranno di averci mandato fuori di lì».

Intanto, con i volti coperti da passamontagna e kefiah, la sassaiola contro «gli sbirri di m…» è proseguita fino a tarda sera e diversi cassonetti dell’immondizia sono stati rovesciati e dati alle fiamme. Molti i negozi costretti ad abbassare le saracinesche lungo il percorso, che ha condotto i militanti di estrema sinistra fino alla scalinata della chiesa della Gran Madre, dove sono state proiettate le scritte «Meloni dimissioni» e «Sindaco Lo Russo servo infame».

A guidare la rivolta sono spuntati anche esponenti del Quarticciolo Ribelle di Roma e del Leoncavallo di Milano, sgomberato questa estate. Prima della partenza del corteo si sono presentati, tra gli altri, il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo, e il capogruppo Avs in Regione, Alice Ravinale. Tra i messaggi di solidarietà ai manifestanti è arrivato quello di Zerocalcare: «Non riesco proprio a immaginarmi Torino senza Askatasuna e spero che non mi dovrò mai abituare a immaginarmela».

Non a caso la vicesegretaria del Carroccio, Silvia Sardone, ha parlato di «feccia rossa», aggiungendo che «i delinquenti di Askatasuna e degli altri centri sociali presenti vanno trattati come terroristi». Dichiarazioni alle quali si è accodato il vicepremier Matteo Salvini, che ha aggiunto: «Lo sgombero di Askatasuna è solo l’inizio: ruspe sui centri sociali covi di delinquenti».

In serata il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha parlato telefonicamente con il capo della Polizia, Vittorio Pisani, per informarsi sulle condizioni degli agenti feriti a Torino e ha espresso apprezzamento per la professionalità e l’equilibrio dimostrati per l’ennesima volta dalle forze di polizia, che anche oggi hanno dovuto fronteggiare violenze e intemperanze di ogni genere.

Eppure i movimenti hanno rilanciato: «La sera di Capodanno – hanno detto – saremo ancora una volta in queste strade».

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