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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Le lacrime di coccodrillo degli europei dopo Sidney 17/12/2025

Lettera: le lacrime di coccodrillo degli europei dopo Sidney

Stimata Dottoressa Fait,

   spero che lei e chiunque le sia caro stiate bene. Come sempre, prego il Signore affinché aiuti e protegga sempre lei, i suoi cari e tutto il popolo di Israele.

   Di fronte all’orrore dell’ignobile attentato di Sydney vorrei esprimere il mio cordoglio e la mia sincera solidarietà a tutti gli Ebrei del mondo.

   Questo è il momento del lutto, non delle polemiche; tuttavia, la rabbia e l’amore per la verità mi spingono ad esternare alcune considerazioni.

   Primo: i governi dell’Australia e dei paesi europei ci risparmino le loro formali ed ipocrite dichiarazioni di condanna. Negli ultimi due anni hanno tenuto un contegno ambiguo, freddo, quando non ostile, verso Israele, che dopo aver subito una strage deliberata di civili, donne, anziani, bambini, quale non si vedeva dai tempi del nazismo, combatteva una guerra legittima per smantellare un gruppo di assassini e riportare a casa i propri cittadini rapiti. Per molti mesi abbiamo visto le nostre università, le nostre scuole, le nostre piazze ribollire di fanatici che invocavano l’eliminazione di Israele, giustificavano le truci gesta di Hamas parlando (o meglio delirando) di “resistenza palestinese”, berciavano slogan contro gli Ebrei che sarebbero costati il tribunale a chiunque avesse osato pronunciare parole simili nei confronti di qualunque altra categoria di persone. E le aggressioni ormai non si contano più. Nulla è stato fatto per porre un freno a questo scempio. Se i nostri governi non sono capaci di combattere l’antisemitismo, almeno abbiano il buon gusto di tacere.

   Secondo: politici, giornalisti, scrittori, artisti, intellettuali che, mentendo sapendo di mentire, hanno avallato le bugie di Hamas parlando di “genocidio” a Gaza, gettando proditoriamente benzina sul fuoco del montante antisemitismo, non esprimano ora indignazione. Parole sbagliate non si pronunciano senza colpa. “Genocidio” ha un significato ben preciso; accusare un popolo di una cosa simile significa legittimare l’odio nei suoi confronti. E legittimare l’odio indirettamente arma le mani degli sciacalli. Che succedesse, era solo questione di tempo. E ora dovrebbero stupirsi di raccogliere ciò che hanno seminato? Evitino, questi individui, di manifestare il proprio dolore. Personalmente, dubito perfino che ne provino.

   Terzo: gli esponenti della sinistra istituzionale euro-americana non pensino di cavarsela con minuti di raccoglimento e belle parole. La saldatura tra la sinistra radicale, extraparlamentare o meno, e l’Islam politico integralista è ormai cosa fatta, nel complice silenzio dei socialisti e democratici moderati(?). In Francia, il partito di Jean-Luc Mélenchon è un rassemblement islamo-gauchista. In Gran Bretagna, su personaggi come Jeremy Corbyn e Zarah Sultana, meglio stendere un velo pietoso. In Italia AVS, M5S e PD si sono opposti all’espulsione dell’Imam di Torino Mohamed Shahin, che ha giustificato la strage del 7 Ottobre ed è in contatto con loschi estremisti. Inoltre, proprio pochi giorni fa, Il PD si è spaccato sul DDL contro l’antisemitismo, proposto da Graziano Delrio, un loro senatore, con l’assurda motivazione che impedirebbe di criticare il governo Israeliano. E D’Alema, quello che nel 2006 passeggiava a Beirut sottobraccio ai leader di Hezbollah, ne ha approfittato per ribadire che è giusto boicottare Israele. Persino negli USA, la presidente dell’università di Harvard, Dr. Claudine Gay, alla domanda se invocare il genocidio degli Ebrei violasse le regole di condotta dell’università, ha risposto :”Dipende dal contesto”. Con tanti saluti agli studenti Ebrei bullizzati dai pro-Pal. E Judith Butler ha definito Hamas e Hezbollah “movimenti progressisti che fanno parte della sinistra globale”. Provo simpatia per Emanuele Fiano e quelli come lui, ma i progressisti che non hanno portato il cervello all’ammasso Woke e politicamente corretto, o cominciano a farsi sentire, o dovranno un giorno trarre le debite conclusioni.

 

   Quarto: spero che le autorità evitino di propinarci il solito penoso spettacolo di reticenze e minimizzazioni già visto varie volte, quando, in occasioni simili, hanno tentato di convincerci che gli autori non erano terroristi, bensì squilibrati. Questo può essere vero in casi come quello di Adam Kabobo, che ha preso a picconate gente a caso. Ma quando si attacca un ben determinato gruppo di persone con armi da fuoco, sfido chiunque a negare che sia terrorismo. E un terrorismo con una matrice inequivocabile.

 

   Infine: a quelli che hanno la faccia di bronzo di ripetere il bislacco mantra: “essere antisionisti non significa essere antisemiti” rispondo con queste parole: ”E che cos’è l’antisionismo? E’ negare al popolo ebraico un diritto fondamentale che rivendichiamo giustamente per la gente dell’Africa, e accordiamo senza riserve alle altre nazioni del globo. E’ una discriminazione nei confronti degli Ebrei per il fatto che sono Ebrei, amico mio. In poche parole, è antisemitismo”. Parole del reverendo Martin Luther King, che, col dovuto rispetto, di discriminazioni ed ingiustizie se ne intendeva un po’ più di loro.

 

   Un’ultima cosa: la festa di Hanukkah è stata irrimediabilmente funestata da questo ennesimo, terribile lutto. Cionondimeno, mi perdonerà se oso ugualmente porgere a lei ed a tutti gli Ebrei i miei auguri, dedicandovi le parole del Salmo 129: “Dalla giovinezza molto mi hanno perseguitato, ma non hanno prevalso”.


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