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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
21.12.2001 PLAUSO A... FIAMMA NIRENSTEIN
Plauso alla Stampa

Testata: La Stampa
Data: 21 dicembre 2001
Pagina: 1
Autore: PLAUSO A... FIAMMA NIRENSTEIN
Titolo: «UN FUNAMBOLO INNAMORATO DI SE STESSO»
RACCONTANO che Xavier Solana, richiesto a margine della sua ultima visita in Medio Oriente che intenzioni avesse Arafat, abbia risposto: «Io sono un fisico, non uno psicanalista».
Ed è in verità mirabile nella sua oscurità questo protagonista del nostro tempo. Ultimi due eventi: Arafat sabato davanti alle telecamere proclama una tregua, impone a Hamas di cessare dal terrore, esclama che ogni violazione sarà intesa contro di lui. E qualcosa si muove: 33 sedi di Hamas sono state chiuse nelle ultime 48 ore. Per quel che può valere, Hamas dichiara di sospendere gli attacchi suicidi. Tuttavia, i pesci grossi restano al largo. Però Arafat che fa martedì? A una grossa manifestazione dichiara che è pronto a «sacrificare 70 vite di palestinesi per un israeliano», che «siamo tutti martiri pronti al paradiso» e con formula davvero sinistramente contemporanea: «Difenderemo col sangue e con l'anima la terra santa». A quel punto la folla scandiva lo slogan: «Milioni di palestinesi sono pronti a marciare da martiri su Gerusalemme». «Martiri» nel linguaggio corrente in generale vuol dire oggi terroristi suicidi. Arafat, secondo uno studio psicanalitico, è totalmente identificato con la Palestina, ed è «totalmente determinato», dice, a raggiungere il suo fine. È anche un uomo dalla biografia controversa, la sua commistione da una parte col terrorismo e nello stesso tempo col processo di pace, la doppia lingua per conservare il consenso internazionale e il supporto del suo popolo sono stati la sua fortuna. Riesce a farsi considerare una vittima mentre comanda, e a dimostrasi un capo intoccabile quando è in difficoltà. Ammaestra Colin Powell a dichiararlo un interlocutore indispensabile, mentre proclama il «martirio» organizzato. Ma il funambolismo ha un limite in se stesso. È innamorato di sé stesso, e quindi datato. Ovvero: Arafat narcisisticamente non vorrà mai essere il traditore del suo popolo che ora al 64% sostiene il terrorismo e all'80% vuole continuare l'Intifada. Così, evoca la parola magica del vittimismo-trionfalismo: «Martire», «shahid». Una parola che risuona in tutto l'Islam. Nel proclamare la marcia su Gerusalemme, però, fa sbagli antichi, che sono costati cari al mondo arabo: Nasser nel `56 era sicuro di distruggere Israele e di unire tutta la nazione araba, Saddam nel `91 si illudeva di vincere addirittura gli Stati Uniti, Gheddafi e gli ajatollah hanno ripetuto mille volte che l'Occidente imperialista perderà, perché non ha il coraggio di combattere eccetera. Questa retorica è falsa, e quindi porta a sconfitte. Arafat, che pure intuisce la necessità di venire a un compromesso, ne dà segno, ma non rinuncia al consenso interno. La sua immagine storica glielo richiede. Quello che gli sfugge è che il funambolismo non funziona più, dopo l'11 settembre. L'Occidente non scherza col terrore, e ha meno paura di combattere, oggi. Che accadrà se quell'esercito di martiri che evoca si mette davvero in moto? Lo batterà lui stesso, con la sua polizia? Troppo difficile anche per lui. La sua strategia per quanto sottile somiglia sempre di più a una deiezione psicologica.

Fiamma Nirenstein



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