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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Tempo Rassegna Stampa
17.12.2025 Fiumicino, un attentato troppo a lungo dimenticato
Analisi di Davide Romano

Testata: Il Tempo
Data: 17 dicembre 2025
Pagina: 6
Autore: Davide Romano
Titolo: «Fiumicino, un attentato troppo a lungo dimenticato»

Riprendiamo da IL TEMPO del 17/12/2025, a pag. 6, con il titolo "Fiumicino, un attentato troppo a lungo dimenticato", l'analisi di Davide Romano.


Davide Romano

Attentato di Fiumicino del 1973 - Wikipedia
La strage palestinese di Fiumicino del 1973, con 32 morti, è stata a lungo dimenticata da istituzioni e governi, senza giustizia né memoria ufficiale per decenni

Cade oggi l’anniversario di una delle più sanguinose stragi terroristiche del dopoguerra. Parliamo dell’attentato palestinese all’aeroporto di Fiumicino del 1973, dove furono ammazzate trentadue persone e altre quindici rimasero ferite. Un massacro dimenticato da tutti. Lo stesso Comune di Fiumicino ha atteso 40 anni per ricordarlo con una lapide.

E la magistratura? Non pervenuta. E i governi? Per 50 anni, fino al 2023, si sono “dimenticati” di inserire queste persone nella Giornata dedicata alle vittime del terrorismo. E i terroristi palestinesi, che fine hanno fatto? Prima il processo farsa dell’OLP di Arafat. Poi l’anno dopo, nel 1974, tutti liberati tra le complicità di tanti governi arabi e occidentali.

Queste 32 persone sono quindi state vittime tre volte: prima uccise a freddo, poi senza la possibilità di ottenere giustizia in un processo vero, e infine dimenticate dalle istituzioni per 50 anni. Perché tale spietato trattamento, proprio contro queste vittime e i loro familiari?

I più polemici potrebbero dire che le stragi terroristiche più note, come quelle di Bologna o di Ustica, fecero molte più vittime: 85 la prima e 81 la seconda. A tale obiezione si può agevolmente rispondere con le stragi di Piazza Fontana (17 vittime) e di Piazza della Loggia (8 vittime): eventi con molte meno vittime di quella di Fiumicino, eppure ben ricordati da tutti. Ci perdonerete questo inelegante raffronto tra stragi, ma è tristemente necessario per fare emergere l’agghiacciante realtà: per qualcuno le vittime non sono tutte uguali. O, parafrasando Orwell: tutte le vittime sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.

Se le vittime del terrorismo fascista sono sempre ricordate, come è giusto che sia, quelle dello stragismo palestinese invece no. La controprova? Quando il bimbo ebreo di due anni, Stefano Gay Tachè, fu ucciso dai terroristi palestinesi nel 1982, ci vollero più di 30 anni perché lo Stato lo riconoscesse come vittima del terrorismo. La discriminazione delle vittime in base al loro carnefice è dunque sistematica. Una tendenza agghiacciante, ma ahinoi molto diffusa, soprattutto a sinistra e nei loro media di riferimento.

Basti pensare agli ultimi due anni: a fronte delle aggressioni dei Propal non solo contro ebrei, ma anche contro docenti, giornalisti e studenti, non si è sentita da sinistra una condanna forte. Per non parlare dei cortei “pacifisti” nel 2025, che hanno causato 242 feriti tra gli agenti delle forze dell’ordine. Nonostante questi numeri, a sinistra si è negato il problema. Al punto che quando l’onorevole Delrio (PD) ha presentato un DDL contro l’antisemitismo, è stato isolato dal suo stesso partito. Non c’è pietà in certa sinistra per le vittime del jihadismo Propal. Una “tradizione” che inizia a Fiumicino, proprio 52 anni fa.

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