Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Testata: Il Foglio Data: 16 dicembre 2025 Pagina: 1/IV Autore: Matteo Matzuzzi Titolo: «La piaga antisemita»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/12/2025, a pag. 1/IV, con il titolo "La piaga antisemita" l'analisi di Matteo Matzuzzi.
Matteo Matzuzzi
Anthony Colin Fisher, vescovo di Sidney, lancia una dura condanna contro il clima di antisemitismo che ha preparato la strada al massacro di Bondi Beach. E non sono i soliti comunicati di circostanza, ma indice di un impegno concreto al fianco della comunità ebraica. Prendano nota i vescovi italiani che difendono l'imam Shahin e non fanno altro che condannare Israele unilateralmente.
“Da oltre due anni si è sviluppato un clima di antisemitismo pubblico che ha portato a intimidazione, divisione e alla normalizzazione di un linguaggio incendiario. Di fronte alla mia stessa cattedrale, a Hyde Park, si sono svolte manifestazioni settimanali in cui messaggi infiammatori sono stati regolarmente espressi, messaggi che non potevano che ‘alzare la temperatura’ e forse contribuire alla radicalizzazione. Questo deve finire”. A scriverlo è l’arcivescovo di Sydney, mons. Anthony Colin Fisher, all’indomani della strage di ebrei che s’erano riuniti in spiaggia per festeggiare Hanukkah. “Il palese e cinico disprezzo per la vita umana, e l’odio di alcune persone verso tutti gli ebrei, costituiscono un male indicibile che deve essere ripudiato da ogni australiano”.
“Qualsiasi attacco contro singoli ebrei è un attacco contro l’intera comunità ebraica; e qualsiasi attacco contro la comunità ebraica è un affronto al nostro stile di vita come australiani. Deve essere condannato senza riserve e deve essere garantita rapidamente giustizia alle vittime”, ha aggiunto mons. Fisher, che sottolinea anche un aspetto della propria vita personale: “La mia bisnonna era ebrea e quindi nella mia famiglia ho origini ebraiche. Gesù era un ebreo, nato da una madre ebrea, nato come soggetto della Legge ebraica. Maria e Giuseppe erano ebrei. Così pure nostro padre Abramo e tutti i profeti, così come tutti e dodici gli apostoli. I cristiani sono figli degli ebrei. E quindi un attacco agli ebrei è un attacco contro tutti noi”.
Non sono i soliti comunicati di circostanza, le Note vescovili che manifestano vicinanza ma al contempo, tra le righe, indagano pseudoragioni sociologiche, politiche, culturali o psichiatriche. Lo fa ben capire il presidente della Conferenza episcopale australiana, mons. Timothy Costelloe: “In un paese che si vanta della propria tolleranza e della sua ospitalità aperta e generosa, questo cieco pregiudizio e questo odio indicano una macchia oscura e distruttiva nella nostra società che minaccia non solo i nostri fratelli e sorelle ebrei, ma in realtà tutti noi. Dobbiamo riscoprire la nostra convinzione che nulla possa mai giustificare questa violenza distruttiva”. Forti le reazioni anche in Germania, dove a prendere la parola è stato il capo dell’episcopato, mons. Georg Bätzing: “Siamo inorriditi dall’attacco in Australia. Siamo in lutto per i morti innocenti. La terribile violenza non può essere giustificata con nulla. La nostra solidarietà appartiene a tutti gli ebrei, soprattutto all’inizio della festa di Hanukkah”. Gli fa eco la presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, il vescovo Kirsten Fehrs: “E’ terribile che gli ebrei di tutto il mondo debbano di nuovo temere per la loro sicurezza, e mi fa male che all’inizio della festa delle luci di Hanukkah sia avvenuto un attacco così abominevole alla comunità ebraica in Australia. Con tutta la sua asprezza, come chiesa protestante, condanniamo ogni forma di antisemitismo, oggi e in futuro”.
Della strage ha parlato anche il Papa, in coda al discorso tenuto ieri mattina nell’Aula Paolo VI davanti alle delegazioni delle comunità che hanno donato il presepe e l’albero allestiti in piazza San Pietro: “Preghiamo per quanti soffrono a causa della guerra e della violenza; in particolare oggi desidero affidare al Signore le vittime della strage terroristica compiuta ieri a Sydney contro la comunità ebraica. Basta con queste forme di violenze antisemitiche! Dobbiamo eliminare l’odio dai nostri cuori”. Nel pomeriggio, poi, a firma del segretario di stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, è stato diffuso il telegramma inviato a mons. Fisher: “Profondamente addolorato nell’apprendere del terribile attacco avvenuto a Sydney, che ha causato la morte di membri della comunità ebraica riuniti per una celebrazione di Hanukkah, Sua Santità Papa Leone XIV assicura la sua vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questo insensato atto di violenza. Con rinnovata speranza che quanti sono tentati dalla violenza possano vivere una conversione e intraprendere il cammino della pace e della solidarietà, Sua Santità prega per la guarigione di coloro che sono ancora in convalescenza, come pure per il conforto di quanti piangono la perdita di una persona cara”.
Si è fatta sentire anche la Conferenza episcopale italiana: “Ribadiamo la nostra ferma condanna dell’antisemitismo, esortando i cattolici italiani a ripudiare ogni forma di violenza, sia verbale sia fisica. La Chiesa in Italia non smetterà di contrastare l’odio verso gli ebrei perché fedele a ciò che ha di più caro e radicato nella sua coscienza: ‘Il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo’”.
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