Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Luciano Belli Paci, “Francesca Albanese è una militante politica, non ha l’indipendenza per lavorare all’ONU” Intervista di Christian Campigli
Testata: Il Tempo Data: 10 dicembre 2025 Pagina: 5 Autore: Christian Campigli Titolo: «“Francesca Albanese è una militante politica, non ha l’indipendenza per lavorare all’ONU”»
Riprendiamo da IL TEMPO di oggi 10/12/2025, a pag. 5, con il titolo "Francesca Albanese è una militante politica, non ha l’indipendenza per lavorare all’ONU", l'intervista di Christian Campigli a Luciano Belli Paci.
Luciano Belli Paci, figlio di Liliana Segre, critica Francesca Albanese per mancanza di imparzialità e per posizioni estremiste incompatibili con il ruolo Onu, ricordando anche la partecipazione a una conferenza con esponenti di Hamas
«Francesca Albanese si pone, da sempre, come un soggetto che non ha la postura di indipendenza, di distacco e di diplomazia necessaria per chi parla a nome dell'Onu». Usa parole molto nette Luciano Belli Paci, figlio della senatrice a vita Liliana Segre e membro dell'esecutivo nazionale di «Sinistra per Israele - due popoli due Stati».
Il nostro giornale ha raccontato come la relatrice speciale Onu per la Palestina abbia partecipato nel 2022 a una conferenza con two esponenti di Hamas, Bassem Naim e Ghazi Hamad. È ancora opportuno che svolga quel ruolo?
«Ho letto con molto interesse la vostra inchiesta. Questi elementi ulteriori che avete trovato confermano che questa persona ha una fisionomia non conforme al ruolo di funzionaria dell'Onu. È decisamente più vicina a quella di una militante politica, direi anche molto estremista. Io avevo letto il suo famoso rapporto: vi sono prese di posizione che già dicevano tutto. Una tra tutte: il disprezzo per il processo di pace di Oslo. Vi sono poi delle uscite che, da giurista, lasciano perplessi. Come ad esempio la sottovalutazione dell'articolo 51 dell'Onu, che prevede il diritto naturale di autotutela e che dimostra che esiste eccome un diritto all'esistenza sicura e pacifica degli Stati, e dunque anche di Israele».
Che idea si è fatto del "monito" ai giornalisti successivo all'irruzione nella redazione del quotidiano La Stampa dei manifestanti ProPal?
«Anche qui si conferma un atteggiamento costante di intolleranza e di arroganza. Basti pensare al bullismo tenuto nei confronti del sindaco di Reggio Emilia, che tra l'altro aveva solo sottolineato la necessità di rilasciare gli ostaggi. Un punto considerato essenziale sostanzialmente da parte di tutti gli osservatori internazionali. E che dire quando la stessa Albanese si è alzata dal tavolo quando è stata solo nominata Liliana Segre. Una sorta di polizia del pensiero, lei vuole che gli altri dicano ciò che pensa lei. Purtroppo nelle sue posizioni c'è coerenza: è così che ha definito un monito il gesto squadrista alla redazione de La Stampa. Sono atteggiamenti fanatici.
Non c'è il rischio che, soffiando sul fuoco, prima o poi divampi anche in Italia la recrudescenza antisemita?
«Siamo già a quel punto. Le manifestazioni di antisemitismo sono frequenti, anche sui social e in trasmissioni tv. Si è tornati a parlare dei più triti cliché, come la lobby ebraica che controlla banche e informazione. Siamo tornati ai Protocolli dei Savi di Sion».
Firenze, dopo essersi messa in fila per riconoscere la cittadinanza a Francesca Albanese, ci ha ripensato. Meglio tardi che mai?
«Direi proprio di sì. È stato un atto di saggezza e di coraggio del sindaco Funaro, visto il conformismo imperante sia rispetto al partito che alla sua maggioranza. L'ho particolarmente apprezzato».
C'è una sottovalutazione del pericolo antisemita da parte della sinistra italiana? Perché un disegno di legge come quello presentato da Del Rio ha creato infinite polemiche nel Pd?
«Sono dinamiche interne che mi risultano incomprensibili. Questo però dà la misura di un clima molto pesante. Perché si trattava di una proposta moderata, che non aveva strascichi penali e non impediva affatto la critica nei confronti di Israele. Avrebbe messo un argine a certi commenti antisemiti sui social, che oggi, nella maggioranza dei casi, non vengono neppure rimossi, anche quando sono segnalati. Il Ddl avrebbe introdotto una categoria specifica per la segnalazione dei post, quella di antisemitismo, che peraltro avrebbe semplicemente rendere applicabile una norma europea sul DSA (il Digital Services Act)».
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