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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio Rassegna Stampa
08.12.2025 I Bibas strangolati, i militanti e i mostri di Gaza
Commento di Leon de Winter

Testata: Il Foglio
Data: 08 dicembre 2025
Pagina: 2
Autore: Leon de Winter
Titolo: «I Bibas strangolati, i militanti e i mostri di Gaza»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/12/2025, nella sezione Un Foglio Internazionale, un articolo di Leon de Winter originariamente pubblicato sul Die Welt dal titolo: "I Bibas strangolati, i militanti e i mostri di Gaza".

Kfir e Ariel Bibas, strangolati a mani nude da terroristi di Hamas, dopo che erano stati rapiti dal kibbutz di Nir Oz. Sono stati strangolati da terroristi, mostri, che i media continuano a chiamare con il termine politicamente corretto di "militanti".

Dovremmo fermarci un attimo a ricordare i due bambini ebrei dai capelli rossi che, insieme alla madre, sono stati rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023”, scrive il romanziere olandese Leon de Winter sulla Welt. “I bambini – Kfir, di nove mesi, e il suo fratellino Ariel, di quattro anni – sono stati strangolati a mani nude. Israele si rifiuta di rivelare come sia morta la loro madre, Shiri: in questo paese, il rispetto per i morti è fondamentale. Israele, a caro prezzo, reclama i resti umani. Questi devono essere sepolti con dignità. La sacralità della vita si riflette anche nella sacralità del defunto. Una delle immagini più strazianti che conosco è quella di Shiri che cerca disperatamente di proteggere i suoi due figli. Nei suoi occhi vedo tutta la paura, la solitudine e l’impotenza che gli ebrei hanno sofferto per migliaia di anni, ma, lo ammetto, queste parole non sono sufficienti a esprimere ciò che voglio trasmettere. Non posso, con il linguaggio comune – il linguaggio di questa rubrica e della Welt, il linguaggio quotidiano delle persone nelle vie dello shopping e in vacanza, il linguaggio che deve sempre essere usato con precisione ma raramente è perfetto – beh, non posso, con parole comuni, descrivere ciò che questa immagine della madre con i suoi due figli rivela sull’esistenza umana e, in particolare, sulla malvagità nei cuori dei giovani di Gaza che vengono troppo spesso etichettati come ‘militanti’ dai media. ‘Militante’ è una grossolana distorsione di ciò che motiva questi giovani. ‘Mostro’ è meglio. Agli occhi dei gazawi, questa immagine non è un’immagine di vergogna, ma di orgoglio. Non vedono alcuna madre che abbia partorito, che abbia allattato e cambiato i suoi bambini, che li abbia confortati nel dolore e negli incubi, e che abbia sperato nella loro sicurezza, salute e successo quando lei stessa sarà vecchia: gli abitanti di Gaza hanno visto, quel giorno e ogni giorno a seguire, un nemico che ha dovuto essere umiliato e mutilato. L’immagine di Shiri e dei ragazzi rendeva impossibile per gli ebrei relativizzare quel giorno diabolico. Shri, Kfir e Ariel erano vittime del male, una parola che apre la strada a un’interpretazione di ciò che controlla gli abitanti di Gaza. Hamas è l’anima di Gaza. Gaza si esprime attraverso Hamas. Agli occhi degli abitanti di Gaza, Shiri, Kfir e Ariel non erano esseri umani, ma discendenti di scimmie e maiali, come gli ebrei sono chiamati nei testi sacri islamici. Mentre gli eserciti ebrei facevano di tutto per risparmiare la popolazione civile di Gaza, i figli di Gaza hanno assassinato questa madre e i suoi figli. Ho pensato alla famiglia Bibas quando ho visto il video di una madre sudanese che cercava di proteggere i suoi figli dagli stessi mostri che hanno massacrato Shiri e i suoi figli; gli stessi jihadisti. Sono in piedi intorno a lei, ma non li vediamo, solo le ombre delle loro armi. Anche le parole mancano alla madre nera. Non posso commentare. Ci sono due opzioni: tacere o citare un versetto della Bibbia”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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