Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Pugliese (Debunk): «Italia ostaggio di partiti e stampa complici della manipolazione russa» Intervista di Annalisa Grasso
Testata: Il Riformista Data: 04 dicembre 2025 Pagina: 3 Autore: Annalisa Grasso Titolo: «Pugliese (Debunk): «Italia ostaggio di partiti e stampa complici della manipolazione russa»»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi 04/12/2025, a pagina 3, l'intervista di Annalisa Grasso a Matteo Pugliese dal titolo "Pugliese (Debunk): «Italia ostaggio di partiti e stampa complici della manipolazione russa»".
Matteo Pugliese, analista di sicurezza internazionale, studia la disinformazione russa dal 2018, nella Ong lituana Debunk. La sua conclusione: i media italiani sono il terreno più fertile per la propaganda russa. Ce n'eravamo accorti.
Matteo Pugliese è ricercatore in sicurezza internazionale e analista senior dell’organizzazione lituana Debunk, ONG fondata nel 2018 da Viktoras Daukšas, che dopo l’occupazione russa di Crimea e Donbas nel 2014 ha iniziato a collaborare con il portale di notizie dei Paesi baltici “Delfi” per smontare la disinformazione del Cremlino. L’Italia è finita sulle pagine di Foreign Policy e del Guardian per la presenza di propagandisti russi.
Perché siamo tra i Paesi più predisposti a crederci?
«La mia ricerca pubblicata nel 2023 sulla presenza di propagandisti russi sui canali televisivi come La7 e Rete4 ha in effetti avuto più visibilità all’estero che in Italia, dove la disinformazione russa ha trovato un terreno fertile e manca la percezione del problema per varie ragioni: un lavoro approssimativo di autori televisivi e stampa, il disinteresse di parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Qui giocano un ruolo importante fattori come la bassa alfabetizzazione funzionale e digitale, ma anche le simpatie di lunga data per la Russia, che abbracciano settori dell’estrema destra e sinistra in un asse rossobruno.»
Come vede i rapporti USA–Russia–Europa?
«Quello emerso dalle rivelazioni di Bloomberg è un caso preoccupante di asservimento dell’amministrazione Trump ai desiderata del Cremlino, per cui la piattaforma negoziale non è veramente mediata dalla Casa Bianca, che si limita a imporre tramite Steve Witkoff le condizioni dettate da Putin all’Ucraina, senza fare pressioni sulla Russia. L’Europa considera tali condizioni inaccettabili e ha proposto un quadro alternativo, ma non ha la forza politica per imporlo né di sostituire l’assenza americana.»
Cosa spinge un occidentale a schierarsi dalla parte di Putin, a definire guerrafondai l’Europa e nazista l’Ucraina?
«La guerra cognitiva del Cremlino non è iniziata nel 2022: è da un decennio che le narrazioni strategiche russe vengono inoculate nella percezione occidentale. Questa propaganda ha più successo dove trova una predisposizione mentale antiamericana o di nostalgia sovietica.
La manipolazione russa ha la capacità di coltivare allo stesso tempo narrazioni opposte e contraddittorie: da una parte si afferma che l’Europa e l’Ucraina hanno perso i valori tradizionali e sono schiave dell’ideologia LGBT, ma allo stesso tempo si dice che in Ucraina governino i nazisti e sia necessaria una nuova lotta antifascista contro gli europei.»
Che norma europea servirebbe per contenere la disinformazione sui social?
«Il divieto di canali di disinformazione del regime come RT e Sputnik è solo la punta dell’iceberg. I siti della rete Pravda non sono banditi dall’Unione Europea e continuano a generare con l’IA migliaia di articoli basati su fonti false. Pravda è al centro delle campagne di propaganda russa e la versione italiana del sito ha rilanciato un’intervista del Fatto Quotidiano ad Alessandro Orsini.
Sono stati fatti passi avanti importanti con il Digital Services Act e la regolamentazione delle piattaforme durante i processi elettorali, ma non sempre i social si attengono alle richieste di rimozione dei profili fake, dei contenuti di odio, delle teorie cospirative e dei materiali generati con l’IA.»
Situazione del fact-checking in Italia: cosa migliorare?
«L’impatto del debunking resta limitato perché la propaganda russa online si rivolge a bolle comunicative e attiva meccanismi di bias di conferma, per cui la smentita non è efficace con loro. Inoltre, il maggiore problema riguarda la disinformazione e la misinformazione diffuse in TV da ospiti a cui i giornalisti non sono in grado di ribattere per impreparazione sui contenuti.
La tattica più usata dai propagandisti è il cosiddetto “galoppo di Gish”, un metodo retorico che travolge l’interlocutore con una serie di affermazioni date per vere, ma che richiederebbero tempo per essere smentite, tempo che spesso non c’è nei talk show.»
Come difendere l’Europa e le democrazie dalle autocrazie?
«Si dice spesso che le democrazie combattono con una mano legata dietro la schiena perché, per ragioni politiche ed etiche, non possono permettersi di usare tutti i metodi disinvolti o persino scorretti e criminali impiegati dai regimi nella guerra ibrida.
Tuttavia, in Europa e in Italia si sta finalmente aprendo il dibattito su quale sia il limite di questo perimetro. L’intervista al Financial Times del capo militare della NATO, l’ammiraglio Cavo Dragone, ha scatenato una reazione violentissima da parte di una certa stampa che ha maliziosamente travisato e distorto le sue parole.
La Francia e il Regno Unito hanno già compreso che sulla guerra cognitiva non basta limitarsi a parare i colpi ma occorre passare al contrattacco. L’Italia è invece ostaggio di partiti e stampa complici della manipolazione russa, con un governo ancora troppo timido.»
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