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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
01.12.2025 Gruppi armati in Siria insieme agli Houthi
Analisi di Aldo Torchiaro

Testata: Il Riformista
Data: 01 dicembre 2025
Pagina: 1
Autore: Aldo Torchiaro
Titolo: «Gruppi armati in Siria insieme agli Houthi. Rumors da fonti di Intelligence: 'Stanno valutando l’invasione del Golan'»

Riprendiamo dal RIFORMISTA edizione online, l'analisi di Aldo Torchiaro dal titolo "Gruppi armati in Siria insieme agli Houthi. Rumors da fonti di Intelligence: “Stanno valutando l’invasione del Golan”".

File:Aldo Torchiaro.png - Wikipedia
Aldo Torchiaro

 

L’aereo israeliano sgancia una prima, poi una seconda bomba. Trema la terra, in Libano: ci troviamo a una manciata di chilometri. Quello che succede oltre confine lo apprendiamo dalla radio dell’esercito che una gentile soldatessa traduce per noi. Il mezzo militare con il quale ci arrampichiamo ad Har Adir si ferma. La salita è scoscesa e il terreno, brullo: neanche il fuoristrada può inerpicarsi a pieno carico. Dunque si scende e si prosegue a piedi. Siamo sulla collina da cui si guarda a sinistra al Libano mentre a destra si tocca la Siria.

Israele è notorio per l’alta tecnologia, ma qui bastano i binocoli. Perché i miliziani di Hezbollah si vedono a occhio nudo, vestiti di nero tra la vegetazione che si fa montuosa. Le incursioni armate dei proxy iraniani sono frequenti. E non ci sono solo loro. Anche Hamas ha una presenza nella zona. Poca roba, ma ci sono. Se il piano di invasione e carneficina dei kibbutz in origine portava il marchio di fabbrica di Hezbollah, non è escluso che averglielo copiato per realizzare il 7 ottobre – sul versante Sud – sia stato possibile per Hamas, data la coesistenza con il «partito di Dio». Hezbollah deve dimostrare di non essere troppo da meno rispetto ai concorrenti sunniti di Hamas, ma in un anno e mezzo, dal colpo dei cercapersone al raid di sei giorni fa, l’organizzazione sciita è decimata. E il confine con il Libano presidiato.
Israele mantiene cinque postazioni in territorio libanese. I militari dell’IDF tengono a precisare che sono avamposti di osservazione. Non si conquista e non si annette niente. Ma il pericolo rimane alto.

«Massima allerta». Lo dimostrano i raid di ieri sui villaggi di Jarmaq e Mahmoudiyeh. La partita è aperta verso Hezbollah e gli altri proxy, anche in Siria. In questo fazzoletto di terra, il triangolo Israele-Libano-Siria è come il triangolo d’emergenza, che ci segnala un rumors che da fonti di intelligence arriva fino a noi: gruppi armati in Siria, con il supporto operativo di miliziani del movimento sciita yemenita filo-Iran Houthi «stanno valutando l’invasione delle alture del Golan». Ecco perché Israel Katz, ministro della Difesa israeliano, ha autorizzato il «preventive strike» a un anno esatto dalla firma della tregua in Libano, a due giorni dall’arrivo del Pontefice a Beirut e a una settimana dal raid costato la vita al capo di stato maggiore di Hezbollah, Haytam Ali Tabatabai. Katz, ieri alla Knesset, è andato oltre dicendo che Israele «non è sulla buona strada» per un accordo di sicurezza o normalizzazione con Damasco, aggiungendo che Tel Aviv si sta preparando a scenari in cui milizie siriane poco inclini ad ascoltare le direttive del presidente siriano Ahmed al Sharaa possano sferrare attacchi contro le comunità israeliane o nuovamente contro gruppi drusi in Siria.

Il ministro della Difesa ha quindi affermato che gli Houthi sono attualmente una «tra le forze operative presenti in Siria» e starebbero valutando un’invasione via terra delle alture del Golan. Dalla caduta del regime di Bashar al Assad lo scorso dicembre, le Forze di difesa d’Israele hanno occupato nove postazioni nel sud della Siria, inclusi due avamposti sul crinale siriano del monte Hermon. Le Forze armate di Tel Aviv sono tornate ad operare sul fronte Nord. Al compiersi degli ultimi bombardamenti vediamo alzarsi una alta colonna di fumo, vicina al confine. Speriamo non vada in fumo anche l’accordo per Gaza.

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redazione@ilriformista.it

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