Israele tra storia, attualità e falsi miti David Elber
Salomone Belforte editore euro 28,00


Ci sono libri che, come bussole, ci aiutano a comprendere le dinamiche storiche, politiche e sociali che stanno alla base di eventi drammatici e imprevedibili per i popoli e a districarci nella complessità di quella parte di mondo che è il Medio Oriente, funestato da terrorismo e guerre. Questi saggi offrono altresì al lettore gli strumenti per approfondire la Storia e per saper riconoscere e prevenire il pregiudizio, l’intolleranza e, nello specifico, l’antisemitismo, l’antisionismo e i falsi miti che circondano lo Stato di Israele ogni volta che si manifestano nei nostri interlocutori.
Fra questi un posto di primo piano occupa l’ultimo lavoro di David Elber storico e ricercatore sui temi dell’antisemitismo e della storia di Israele e del Medio Oriente, consulente di associazioni e relatore a incontri e corsi di storia europea, italiana, del Medio Oriente. Fra i suoi molti saggi citiamo il più recente del 2025 scritto con C. De Benedetti, N. Ferretti e U. Volli “Ritorno a Sion. Breve storia dello Stato di Israele dalle origini a oggi” (Marcianum Press).
Nella collana “Strumenti” della Casa editrice Belforte è appena stato pubblicato il pregevole saggio “Israele tra storia, attualità e falsi miti” che si propone come un validissimo strumento soprattutto per professori, studenti e per chiunque desideri approfondire la storia di Israele dalle sue origini e contrapporre all’antisionismo e ai falsi miti che circondano lo stato ebraico la conoscenza dei fatti.
Il libro di Elber, che si apre con l’interessante prefazione degli storici Giuliana Iurlano e Antonio Donno, è articolato in modo fruibile per i lettori perché consta di una prima parte articolata in 32 domande e risposte di stringente attualità che ripercorrono con stile scorrevole e rigore storico temi di attualità, di storia, di diritto internazionale mettendo in luce i falsi miti che hanno avuto come bersaglio Israele alimentandone una falsa propaganda che dopo il 7 ottobre ha raggiunto livelli mai riscontrati prima. Dopo questa prima parte di facile consultazione segue una seconda che l’autore concepisce come un’ulteriore analisi dei temi già affrontati consentendo al lettore di approfondire questioni storiche molto dibattute; in più con l’ausilio di dati, cartine e cifre offre un quadro globale della storia del Medio Oriente “con particolare riferimento alle relazioni difficili, spesso cruente, con il mondo arabo, sino ai fatti odierni relativi alla questione di Gaza”. In primo luogo l’autore si concentra sui problemi che nel corso degli anni hanno coinvolto le istituzioni delle Nazioni Unite come la questione dei rifugiati arabi ed ebrei, analizzando con ricchezza di dettagli le Risoluzioni 181 e 242, l’articolo 80 di fondamentale importanza per nascita dello Stato di Israele; ci dà contezza di come all’Onu viga un autentico sistema di apartheid nei confronti esclusivamente di Israele e di come il Consiglio per i Diritti Umani, l’agenzia dedicata al controllo e alla salvaguardia dei diritti umani nel mondo, si sia contraddistinto per un palese e discriminatorio doppio standard verso lo stato ebraico. Dopo una sezione dedicata al Diritto Internazionale in cui si confuta, documenti alla mano, il mantra ricorrente che ritiene l’esistenza dello Stato d’Israele una violazione dello stesso diritto internazionale, Elber affronta l’annosa questione dei confini del ’67, quella relativa alla terra di Giudea e Samaria, tutt’altro che semplice da districare e risponde in modo esaustivo alla domanda se gli insediamenti ebraici possono costituire un ostacolo alla pace. Oltre a molti altri temi, il libro si chiude con un capitolo dedicato alla Storia che evidenzia il legame del popolo ebraico con la Terra di Israele e con Gerusalemme, un legame che, non va dimenticato, è rimasto saldo e costante nel corso dei secoli sia sul piano religioso che culturale. Infine Elber riserva le ultime pagine a una attenta analisi demografica che inquadra l’evoluzione della popolazione nel corso degli anni per arrivare all’attuale composizione dopo il 7 ottobre 2023, sfatando il mito persistente che il ritorno del popolo ebraico in terra di Israele “sia avvenuto a danno della popolazione araba insediata in quella terra da tempo immemore.
Fra i temi contenuti nelle domande e risposte della prima parte del saggio alcuni spiccano in modo particolare perché sollevano questioni di grande attualità di cui purtroppo la falsa propaganda antisraeliana ne dà una visione completamente distorta. Ad esempio, “La crisi umanitaria a Gaza è reale”? “Cosa designa il termine Palestina”?; “Cos’è il sionismo? E’ corretto parlare di colonialismo ebraico in Terra d’Israele”?; “Cos’è stato il 7 ottobre in Israele”?; “La risposta di Israele all’aggressione è stata proporzionale”?; “L’accusa di genocidio rivolta a Israele è fondata”?; “Si può parlare di spontaneità delle proteste filo-palestinesi nelle università occidentali”?; “Il risorgere dell’antisemitismo in Occidente dopo il 7 ottobre è reale”? ecc. Queste sono solo alcune delle interessantissime domande cui David Elber risponde in questa parte del libro con il rigore dello storico e la forza comunicativa del giornalista, ampliandone e approfondendone poi i concetti nei capitoli successivi e offrendo anche al lettore meno esperto gli strumenti per districarsi nei meandri della storia mediorientale ed essere in grado in ogni contesto di riconoscere e confutare i falsi miti consolidati nel discorso collettivo e la persistente propaganda antisraeliana.
Va detto che, oltre all’esistenza di pregiudizi antisemiti rinvigoriti dopo il 7 ottobre e che si deve avversare con ogni mezzo, è anche la scarsa conoscenza della geografia, della politica, della demografia di Israele e delle guerre che i paesi arabi le ha scatenato contro che potrebbe essere colmata con testi divulgativi atti a contrastare i tanti saggi antisemiti e antisraeliani che pullulano nelle librerie italiane ed europee.
Per questo il libro di David Elber deve essere conosciuto e divulgato il più possibile sia fra gli amici di Israele che spesso si trovano a fronteggiare accese discussioni su questi argomenti nei contesti più disparati, sia fra i critici e gli odiatori di Israele sperando possano cogliere l’opportunità preziosa fornita dalla lettura di questo saggio per cambiare le loro opinioni distorte rinunciando alla propaganda antisionista e filopalestinese, sulla base di fatti storicamente accertati.

Giorgia Greco