Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Tutti in Israele: da Merkel ai comandanti degli eserciti europei, a lezione dallo stato ebraico Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 28 novembre 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Tutti in Israele»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 28/11/2025, a pagina 1/III, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Tutti in Israele".
Giulio Meotti
Israele, pur criticato da vari governi per la guerra a Gaza, è oggi al centro della cooperazione militare internazionale: oltre 20 paesi hanno partecipato a un programma di addestramento sulle tecnologie israeliane, mentre Europa e alleati firmano nuovi accordi per droni, sistemi di difesa e artiglieria
Roma. L’esercito israeliano ha ospitato cento alti rappresentanti militari provenienti da venti paesi in un programma della durata di cinque giorni, durante il quale hanno ripercorso gli insegnamenti tratti dagli ultimi due anni di guerra a Gaza su più fronti. Hanno partecipato ufficiali e comandanti di Stati Uniti, Canada, Germania, Finlandia, Francia, India, Grecia, Cipro, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Austria, Estonia, Giappone, Marocco, Romania, Serbia e Slovacchia. Per imparare “l’uso militare dei dati e dell’intelligenza artificiale, di droni e dell’artiglieria per proteggere le truppe in avanzata”. Alcuni paesi avevano contestato le operazioni militari contro Hamas a Gaza, ma non sembrano avere remore ad andare a lezione dagli stessi israeliani che hanno condannato.
Per dirlo con l’Economist di questa settimana, “Israele sarà anche poco popolare, ma le sue armi lo sono molto”. Intanto il ministero della Difesa della Romania ha concluso un accordo da quattrocento milioni di dollari con l’azienda israeliana Elbit per lo sviluppo di sette sistemi Watchkeeper X, utilizzati per rilevare le operazioni russe in prossimità delle zone di confine della Ue. I droni israeliani saranno consegnati tra pochi mesi, volano a un’altitudine di mille metri e rilevano qualsiasi bersaglio entro un raggio di duecento chilometri.
Sempre la Elbit stringeva un mega accordo con la Kayo, l’industria albanese controllata dallo stato, volto a promuovere lo sviluppo dell’industria militare in Albania. La Grecia sta invece per acquistare da Israele sistemi antiaerei e di artiglieria per un valore di 3,5 miliardi di euro. I due paesi sono impegnati in trattative per un sistema antiaereo e antidrone multistrato, denominato “scudo d’Achille”.
Per la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, un alto funzionario ucraino arriva questa settimana in Israele a capo di una delegazione volta a promuovere la cooperazione militare fra i due paesi. Si tratta del vice premier Taras Kachka. E nei giorni scorsi anche l’ex cancelliera Angela Merkel era in Israele: ha ricevuto un dottorato onorario al Weizmann, dove ha elogiato il rapporto di Israele con la scienza, e ha visitato i kibbutz del pogrom di Hamas.
E il mese prossimo arriva a Gerusalemme il cancelliereFriedrich Merz, che ha appena tolto l’embargo militare a Israele e sta facendo incetta di tecnologia militare dello stato ebraico. Oltre all’enorme accordo per l’acquisto del sistema di difesa missilistica Arrow 3 da Israel Aerospace Industries, la Germania ha acquistato da Israele anche missili anticarro Spike. Sotto la superficie, tuttavia, è in corso un’altra lunga serie di trattative tra il governo tedesco e le aziende di difesa israeliane per l’acquisizione di sistemi aggiuntivi su larga scala. La Germania vuole avere il più grande esercito convenzionale d’Europa. La Bundeswehr conta attualmente 182 mila soldati e vuole arrivare a 260 mila unità nei prossimi dieci anni.
Leonardo e Iron Dome L’italiana Leonardo, che lavora molto con Israele, sta per svelare il “Michelangelo Dome”. Un nuovo tipo di tecnologia di difesa aerea progettata per facilitare la creazione di scudi missilistici a cupola, mentre i paesi europei si affrettano a rafforzare la loro protezione militare contro la Russia. Un sistema basato sull’intelligenza artificiale in grado di collegare diverse apparecchiature e piattaforme per proteggere i paesi dalle minacce aeree copiato dall’Iron Dome di Israele. Questa settimana un gruppo di associazioni italiane ha fatto causa a Leonardo e allo stato italiano per i loro rapporti militari e di sicurezza con Gerusalemme. Sotto le cui mura, come sanno le persone serie che dopo la fine della guerra a Gaza accorrono nello stato ebraico, si difende l’occidente.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostanti