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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
26.11.2025 Meloni: «Ora la Russia colga l’occasione»
Commento di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 26 novembre 2025
Pagina: 15
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Meloni: «Ora la Russia colga l’occasione». Rubio va dai Volenterosi»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 26/11/2025, a pagina 15, con il titolo "Meloni: «Ora la Russia colga l’occasione». Rubio va dai Volenterosi", la cronaca di Mauro Zanon.

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Marco Rubio, segretario di Stato americano, per la prima volta partecipa a una riunione europea sulla Russia, con Starmer e Macron. Per la premier Giorgia Meloni è una buona notizia: alla buon'ora l'Europa ha ripreso l'iniziativa nel negoziato. Ora però sta alla Russia accettare la proposta di pace e non sprecare questa ennesima occasione.

È la prima volta che il segretario di Stato americano, Marco Rubio, partecipa a una videoconferenza della “coalizione dei volenterosi”, il gruppo dei Paesi che sostiene Kiev. È successo ieri pomeriggio durante la call presieduta dal capo dello Stato francese Emmanuel Macron e dal primo ministro britannico Keir Starmer.
Che gli Stati Uniti presenzino è una testimonianza che anche l’Europa ha ripreso voce in capitolo. Lo sottolinea una nota pubblicata nella serata di ieri da Palazzo Chigi che fa stato dell’intervento alla videoconferenza di ieri deil presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, la quale «ha manifestato apprezzamento per il processo negoziale avviato a Ginevra su impulso americano e ha sottolineato l’importanza della coesione a sostegno di un percorso finalizzato a una pace giusta e duratura in Ucraina». «In tale quadro – prosegue la nota – è stata anche ribadita la necessità di solide garanzie di sicurezza condivise tra le due sponde dell’Atlantico». Il primo ministro italiano «ha infine espresso l’auspicio che la Russia possa cogliere questa nuova occasione per contribuire costruttivamente alla pace», conclude la nota.
La coalizione dei volonterosi si appresta a lanciare «un nuovo gruppo di lavoro» sulla questione russo-ucraina, «guidato da Francia e Gran Bretagna, con una stretta collaborazione della Turchia, che svolge un ruolo chiave sul piano marittimo, e, per la prima volta, il coinvolgimento degli Stati Uniti d’America», ha dichiarato Macron al termine della videoconferenza, tenutasi dopo un weekend positivo a Ginevra per i negoziati di pace.
L’obiettivo del nuovo gruppo? «Definire con precisione i contributi di ciascuno e ottenere queste garanzie di sicurezza», ha specificato l’inquilino dell’Eliseo, prima di elencare «le linee guida» per avanzare «nel breve termine» verso la risoluzione del conflitto. «Innanzitutto dobbiamo continuare a esercitare pressione sulla Russia affinché accetti di negoziare. Si tratta delle nostre sanzioni, delle sanzioni americane che stanno entrando in vigore, di ciò che stiamo facendo contro la cosiddetta flotta fantasma che traffica petrolio in tutto il mondo», ha detto Macron. «Poi dobbiamo continuare a sostenere con forza l’Ucraina, come abbiamo fatto lunedì scorso quando il presidente Zelensky è venuto a Parigi», ha proseguito, riferendosi agli aiuti finanziari e militari promessi dalla Francia a Kiev, tra cui una futura commessa da 100 caccia multiruolo Rafale. «Bisogna continuare i colloqui di pace», ha insistito Macron, riferendosi alle discussioni condotte dagli americani. Secondo il presidente francese, mentre Ucraina, Stati Uniti e Ue avanzano nelle trattative alla ricerca di un accordo di pace che soddisfi tutti, «oggi non c’è chiaramente alcuna volontà russa di avere un cessate il fuoco». Mosca, ha sottolineato Macron, non ha mostrato alcuna «volontà di discutere» la bozza del piano statunitense per l’Ucraina, modificata e ridotta da 28 a 19 punti dopo i colloqui tra americani, ucraini e europei a Ginevra.
Anche il premier britannico Keir Starmer ha salutato «i progressi» fatti nel weekend a Ginevra, «un’occasione per garantire che la bozza del piano riflettesse pienamente gli interessi dell’Ucraina e gettasse le basi per una pace duratura». Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha chiesto di «continuare a esercitare pressioni su Mosca e a sostenere l’Ucraina dal punto di vista politico, economico e militare», mentre la presidente della Commissione Ue, Ursula, von der Leyen, ha sottolineato «il bisogno di una forte cooperazione transatlantica, perché funziona», accogliendo favorevolmente la presenza di Rubio alla call e aggiungendo che «un punto centrale dei negoziati è la questione del finanziamento dell’Ucraina, compreso l’utilizzo dei beni sovrani russi congelati».
La nuova versione del piano americano per una soluzione del conflitto in Ucraina è «significativamente migliore» per Kiev, ha dichiarato in serata all’Afp una fonte ucraina vicina al dossier.
«L’Ucraina, gli Stati Uniti e gli europei hanno reso la proposta americana praticabile», ha spiegato la fonte, evidenziando che nella nuova versione Kiev mantiene 800mila truppe, senza la riduzione a 600mila prevista dalla prima bozza del piano.
Qualcosa si muove, ma alcune distanze rimangono. Secondo quanto rivelato ieri da Politico, citando fonti informate, il segretario di Stato americano Marco Rubio, presente alla call dei volenterosi, ha invece snobbato la richiesta di un incontro bilaterale con Kaja Kallas, alto rappresentante della politica estera di Bruxelles.
Washington, sottolinea Politico, vuole marginalizzare Kallas sui dossier che contano, anche in ragione dei suoi rapporti turbolenti con il presidente americano, e «persino Marco Rubio, la figura più filo-europea dell’amministrazione Trump, rifiuta di avere incontri bilaterali» con lei.

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