Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Kiev dice si alla pace, ora tocca a Putin Cronaca di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 26 novembre 2025 Pagina: 14 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Sì di Kiev al piano Trump Ora tocca al Cremlino. Gli americani ottimisti sui colloqui ad Abu Dhabi»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/11/2025, pag. 14, con il titolo "Sì di Kiev al piano Trump Ora tocca al Cremlino. Gli americani ottimisti sui colloqui ad Abu Dhabi", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Zelensky accetta il piano di pace di Trump, nonostante sia stato scritto apposta per compiacere Putin. Adesso sono da definire alcuni dettagli importanti per renderlo accettabile per tutti. Ma poi a decidere sarà lo stesso Putin: lui è l'aggressore e solo lui potrà decidere di far finire la guerra di aggressione che sta conducendo da quasi quattro anni.
«Credo che siamo molto vicini a un accordo, stiamo per arrivarci», ha annunciato con grande ottimismo il presidente Donald Trump nel suo discorso alla tradizionale cerimonia in cui ha graziato due tacchini peril Giorno del Ringraziamento. Solo qualche ora prima la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt in un post su X aveva parlato di «enormi progressi» nei colloqui verso un accordo di pace tra Ucraina e Russia. «Ci sono alcuni dettagli delicati, ma non insormontabili, che devono essere risolti e che richiederanno ulteriori colloqui tra Ucraina, Russia e Stati Uniti», aveva scritto la Leavitt, ma sono proprio questi dettagli su cui Mosca non transige che potrebbero smorzare l’ottimismo diffuso.
Da una parte dunque la coda dell’incontro di Ginevra tra Usa e Ucraina che secondo fonti americane avrebbe accettato le condizioni per l’accordo con «alcuni dettagli minori da sistemare». Anche in questo caso non è chiaro a quale piano queste dichiarazioni uscite ieri si riferiscono, se quello emerso da Ginevra in 19 punti, o quello originario americano di 28 con qualche limitata variazione. Lo stesso premier inglese Starmer commentandole ha detto che «forse» si riferiscono al piano di Ginevra.
Nell’entusiasmo comunque il capo di gabinetto di Zelensky, Andriy Yermak, ha confermato che il presidente ucraino intende incontrare Trump «il prima possibile», possibilmente durante il Giorno del Ringraziamento o comunque entro la fine di novembre, per finalizzare un accordo congiunto. Prima però, «nella speranza di finalizzare questo piano di pace, ho ordinato al mio inviato speciale Steve Witkoff di incontrare il presidente Putin a Mosca e, allo stesso tempo, il segretario dell’esercito Dan Driscoll incontrerà gli ucraini», ha annunciato Trump su Truth, manifestando la speranza «di incontrare presto il presidente Zelensky e il presidente Putin, ma solo quando l’accordo per porre fine a questa guerra sarà definitivo o nelle sue fasi finali».
L’incontro, se verrà concordato, si terrà nella sua tenuta in Florida. Rimangono tuttavia dubbi perché, secondo voci provenienti dalla stessa Casa Bianca il presidente americano stavolta ha voluto rimanere fuori dai dettagli e dalle trattative, mandando avanti il Segretario di Stato Marco Rubio alla riunione dei volenterosi, e il segretario dell'esercito degli Stati Uniti Dan Driscoll. Quest’ultimo guida la delegazione che in queste ore sta incontrando i russi ad Abu Dhabi, sostituendo di fatto l’inviato Keith Kellogg ormai in via d’uscita dalla trattativa. Grande amico e consigliere del vicepresidente J.D.
Vance, Driscoll gode della fiducia di Trump vantando non solo conoscenze prettamente militari, ma anche economiche e di analisi politico-strategica. Secondo il portavoce dell’esercito statunitense, il tenente colonnello Jeffrey Tolbert, Driscoll avrebbe iniziato le trattative con la Russia già da lunedì sera sottolineando che i colloqui «stanno procedendo bene« e che il Pentagono «rimane ottimista».
In giornata anche l'inviato statunitense presso la Nato, Matthew Whitaker, ha espresso grande ottimismo sottolineando che non solo la pace in Ucraina non è mai stata così vicina ma ci sono anche i presupposti per farla durare.
Da parte russa rimane tuttavia molta prudenza se non pessimismo, il tutto accompagnato da continue azioni militari e bombardamenti, anche sulla capitale Ucraina, l’ultimo dei quali ha provocato 6 morti. Secondo fonti ben informate infatti Mosca avrebbe già rimandato al mittente il piano in 19 punti, come confermano anche le parole del ministro degli Esteri Lavrov secondo cui la Russia accetterebbe di fatto solo un piano che non si discosti da quanto deciso nel vertice di Anchorage, in Alaska, tra Trump e Putin. «Abbiamo canali di comunicazione coni nostri colleghi americani, li stiamo utilizzando e stiamo aspettando la loro versione, che considerano provvisoria per completare la fase di coordinamento di questo testo con gli europei e gli ucraini», ha detto Lavrov, «poi vedremo, perché se lo spirito e la lettera di Anchorage vengono cancellati dagli accordi chiave che abbiamo registrato, allora, ovviamente, la situazione sarà fondamentalmente diversa». Al contempo Lavrov ha detto di apprezzare la posizione degli Usa, «gli unici nel mondo occidentale, a differenza di Londra, Bruxelles, Parigi, Berlino, a mostrare iniziativa per trovare vie per una soluzione».
Riferendosi all’incontro di Abu Dhabi, il capo della diplomazia russa ha aggiunto che Mosca «preferisce impegnarsi nella diplomazia piuttosto che muovere la lingua nel tentativo di indebolire le iniziative di pace» come fa l’Europa e ha escluso che Francia e Germania possano essere mai accettate come mediatori. «Macron ha fatto dichiarazioni aggressive», ha aggiunto infine, «dicendo che l'unico problema in Ucraina sono la Russia e le sue richieste e che dopo la soluzione del conflitto intende inviare truppe nelle zone di Kiev, Odessa.
Queste parole sono solo sogni che non hanno nulla a che fare con una soluzione pacifica».
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