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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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israele.net Rassegna Stampa
26.11.2025 Gli ebrei non sono “coloni”, lo smentiscono anche gli arabi
Analisi di Lyn Julius

Testata: israele.net
Data: 26 novembre 2025
Pagina: 1
Autore: Lyn Julius
Titolo: «Che gli ebrei, popolo indigeno del Medio Oriente, siano “coloni europei d’insediamento” è una menzogna smentita anche da voci arabe moderate. Ma gli estremisti di sinistra occidentali, alleati con gli islamisti, preferiscono propagandare una falsa storia»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - il redazionale del jns.org dal titolo "Che gli ebrei, popolo indigeno del Medio Oriente, siano “coloni europei d’insediamento” è una menzogna smentita anche da voci arabe moderate. Ma gli estremisti di sinistra occidentali, alleati con gli islamisti, preferiscono propagandare una falsa storia che tradisce tutte le minoranze soffocate in Medio Oriente".

Lyn Julius
Anche nel discorso occidentale dominano narrative distorte che ignorano le radici mediorientali dell’ebraismo e cancellano la storia degli 850.000 ebrei fuggiti o cacciati da paesi arabi e Iran

Scrive Lyn Julius: “Come palestinese che si rifiuta di ripetere a pappagallo le bugie della nostra leadership, devo affermarlo senza mezzi termini: dire agli ebrei mizrahi, agli ebrei originari di Iraq, Yemen, Egitto, Marocco, Siria e del resto del mondo arabo, che attuerebbero una ‘pulizia etnica’ nei nostri confronti è la manipolazione del secolo”.

Queste parole non giungono da un ebreo ma da Ahmed al-Khalidi, che si definisce “palestinese pragmatico” e che le ha scritte in un post su X a metà ottobre ottenendo 692.500 visualizzazioni.

Khalidi afferma senza giri di parole ciò che tanti “utili idioti” in Occidente preferiscono ignorare: non tutti gli ebrei d’Israele hanno origini in Europa. Tutt’altro.

Nel suo post sui social, Khalidi ricorda ai lettori che le comunità ebraiche di Babilonia, Damasco e Sana’a esistevano da 2.500 anni o più.

In realtà, gli ebrei vivevano in Medio Oriente molto prima della conquista araba e dell’islam. Parlavano una lingua mediorientale e pregavano rivolti verso Gerusalemme.

Per millenni l’ebraismo è stato radicato nella cultura locale, dando origine alle religioni-figlie del cristianesimo e dell’islam.

Un influencer arabo-israeliano, Nuseir Yassin (alias Nas Daily su Instagram), ha spiegato ai suoi 5 milioni di follower che la maggior parte delle persone non ha mai sentito parlare del fatto che quasi un milione di ebrei sono stati cacciati dalle terre arabe.

Un video AI da lui realizzato sull’argomento ha ricevuto più di 80.000 “like”.

Ha commentato un utente sotto il video: “Finalmente qualcuno parla di questo argomento tabù nei paesi arabi”.

La posizione di Nas è che “due verità possono esistere contemporaneamente”. Dei palestinesi furono cacciati dalle loro case con la creazione dell’odierno Israele nel 1948, ma lo furono anche gli ebrei di lingua araba costretti a lasciare le loro comunità intorno agli stessi anni.

Ha scritto Khalidi su X: “Le famiglie che sono state cacciate da Baghdad, Aleppo e Tripoli, e che hanno ricostruito la loro vita dai campi profughi in Israele, vengono accusate d’aver commesso il crimine che in realtà hanno subìto”.

Gli ebrei non sono colonialisti europei.

Eppure le élite liberali, gli studenti universitari e i media – infatuati della causa palestinese – sono convinti che lo siano. Decenni di indottrinamento, con scarso contrasto da parte di Israele, hanno consolidato queste falsità.

Gli ebrei sono tra i popoli indigeni del Medio Oriente e del Nord Africa, insieme a curdi, berberi, yazidi, mandei, assiri e copti: tutti colonizzati dagli arabi.

Nel VII secolo, gli arabi invasero gli imperi bizantino e persiano espandendosi in tutto il Nord Africa fino a raggiungere la Spagna e la Francia meridionale.

Persiani, berberi, copti, aramei, ebrei, greci e altri caddero sotto il dominio arabo.

Lingue e fedi furono relegate ai margini quando l’arabo divenne la lingua dominante e l’islam la fede dominante.

In realtà, Israele è l’unico progetto di decolonizzazione riuscito in Medio Oriente: un popolo indigeno che è riuscito a liberarsi dal giogo del dominio arabo e ottomano.

Eppure molti danno per scontato che i diritti politici e di autodeterminazione spettino solo agli arabi musulmani.

In effetti alla fine della prima guerra mondiale, con lo smembramento dell’Impero Ottomano, si nutrivano grandi speranze che ai cristiani indigeni e ad altre minoranze autoctone venissero concesse enclave che garantissero loro particolare protezione.

Sia gli assiri che i curdi si aspettavano di ottenere l’autonomia, se non una vera e propria patria indipendente.

Ma alla conferenza di Sanremo del 1920 fu approvata – e poi inserita nel Trattato di Losanna del 1923 – solo la Dichiarazione Balfour del 1917, con il suo impegno verso una “sede nazionale” degli ebrei.

Per Khalidi, la menzogna del colonialismo di insediamento ebraico “non è solo ipocrisia: è amnesia storica. Se vogliamo davvero giustizia, dobbiamo smettere di distorcere i nostri vicini e iniziare a riconoscere che anche la loro storia è mediorientale. La nostra liberazione non verrà negando la loro”.

Perché ci sono così poche voci arabe moderate, mentre gli estremisti di sinistra occidentali, in alleanza con gli islamisti, sostengono quasi tutti posizioni estremiste e diffondono menzogne su Israele e sugli ebrei?

L’accusa secondo cui Israele sarebbe uno stato di “insediamento coloniale bianco” si basa su due false premesse: recide gli ebrei dalle loro radici etnico-religiose mediorientali e nega che siano un popolo distinto nella Diaspora, dove hanno trascorso duemila anni.

Gli israelo-fobi etichettano l’ebraismo come una pura questione di fede, come il cristianesimo o l’islam. Si rifiutano di vedere che gli ebrei sono rimasti distinti culturalmente, linguisticamente e storicamente dalle numerose popolazioni tra cui hanno vissuto.

Per dipingere il sionismo come un impostore europeo, gli anti-sionisti fanno risalire l’inizio del sionismo al massimo al 1882 con l’arrivo degli ebrei russi della prima aliyah.

In realtà, gli ebrei non erano scomparsi, perché non se ne erano mai andati del tutto. E nel corso dei secoli, sono tornati in Eretz Israel (Terra d’Israele) a più riprese, seppure in numeri modesti.

Per mantenere viva la memoria degli 850.000 ebrei costretti a lasciare i paesi arabi e l’Iran nel XX secolo, organizzazioni come JIMENA (Ebrei indigeni del Medio Oriente e del Nord Africa) e HARIF (Associazione degli ebrei del Medio Oriente e del Nord Africa), insieme a sinagoghe e gruppi comunitari in tutto il mondo, celebrano per tutto novembre il “Mese del retaggio mizrachi“.

La Knesset israeliana ha designato ufficialmente “Giornata del retaggio mizrachi” il 30 novembre, il giorno dopo l’approvazione nel 1947 del Piano di spartizione da parte delle Nazioni Unite che scatenò violenze anti-ebraiche in tanti paesi arabi (e in Terra d’Israele).

La storia è importante. Non dobbiamo permettere che la verità venga soffocata da slogan rozzi e disonesti.

Dobbiamo continuare a ripetere i fatti.

E qualsiasi aiuto da parte dei membri arabi della società è benvenuto.

(Da: jns.org, 14.11.25)

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