Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il ministro Piantedosi 'Dalla parte delle divise' contro il terrorismo islamico Cronaca di Andrea Valle
Testata: Libero Data: 25 novembre 2025 Pagina: 10 Autore: Andrea Valle Titolo: ««Così abbiamo espulso dall’Italia duecento terroristi islamici»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 25/11/2025 a pag. 10, con il titolo "«Così abbiamo espulso dall’Italia duecento terroristi islamici»", la cronaca di Andrea Valle.
Il libro del ministro Piantedosi, scritto a quattro mani con la giornalista Annalisa Chirico. Una difesa delle forze dell'ordine, dopo un triennio di continui attacchi (soprattutto dai pro-Pal) e un resoconto sulla sicurezza. Fra cui anche 200 terroristi islamici espulsi, per motivi di sicurezza nazionale.
Un libro che prende una posizione netta a difesa delle istituzioni e di chi, ogni giorno e con grande fatica, lavora per garantire la sicurezza degli italiani. “Dalla parte delle divise” (Piemme, 176 pp., 19,90 euro), il nuovo libro di Annalisa Chirico da oggi in libreria, contiene una lunga intervista al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e passa in rassegna i casi di cronaca più conosciuti degli ultimi anni per evidenziare come spesso le forze dell’ordine vivano situazioni complicate e vengano marchiate come colpevoli quando un episodio criminale finisce in tragedia.
«Dalla parte delle divise dovremmo essere tutti, ogni giorno. Ogni cittadino che creda nella forza superiore della legge, ogni sincero democratico che sostenga il principio fondante dello Stato di diritto (sovrana è la legge) dovrebbe essere dalla loro parte. La sicurezza non è un valore né di destra né di sinistra: è di tutti», spiega il ministro Piantedosi nell’intervista. «È un bene pubblico, come salute e istruzione.
O così dovrebbe essere. Nella realtà esistono poche questioni divisive come il sostegno alle nostre forze dell’ordine. Ogni volta che si verifica un caso di cronaca legato all’esercizio delle loro funzioni, si scatena il coro denigratorio e criminalizzante che tratta poliziotti e carabinieri come presunti colpevoli». Piantedosi, tra riflessioni e aneddoti personali ma soprattutto risultati ottenuti, affronta le tematiche più stringenti dell’attualità politica.
Nella seconda parte del libro, Annalisa Chirico, giornalista, saggista, opinionista televisiva, da maggio 2024 direttore responsabile di Fortune Italia nonché founder Ceo di Advocacy & Communication, ricorda gli episodi recenti più controversi che hanno visto finire le divise sul banco degli imputati prima del tempo e addirittura a sproposito. Dai cortei pro-Pal al carabiniere di Villa Verucchio costretto a sparare e uccidere un immigrato che stava accoltellando a caso i passanti, passando per il “caso Ramy”. Tutti fatti di cronaca per cui troppo spesso chi viola la legge diventa vittima e chi fa il proprio mestiere finisce nel tritacarne mediatico giudiziario.
Con una parte della sinistra che cavalca la protesta antagonista, contro gli “sbirri”.
Un volume ricco di numeri, che fotografano il grande lavoro del governo Meloni su immigrazione e sicurezza, termini sempre connessi a dispetto della retorica sinistra: 66mila migranti irregolari espulsi dall’Italia, 14mila quelli rimpatriati, e oltre 200 terroristi cacciati dal Paese per motivi di sicurezza nazionale. Per quanto riguarda invece i centri per i rimpatri in Albania, Piantedosi spiega come queste strutture servano anche a correggere il sistema dell’asilo. «Con i tempi che si impiegano attualmente per verificare il diritto di asilo, un migrante, anche irregolare, ha la fondata prospettiva che, richiedendo la protezione internazionale, potrà restare in Italia almeno per tre anni, dopo i quali probabilmente incontrerà un giudice disposto a conferirgli un permesso di protezione speciale», spiega infatti il titolare del Vi minale.
I governi di Bangladesh e Pakistan, Paesi dove la maggioranza della popolazione è al di sotto dei trent’anni, stanno investendo risorse in campagne informative «contro il falso miraggio di un futuro in Italia o altrove, e vengono diffuse le testimonianze di chi ha perso una persona cara durante le traversate a seguito di un naufragio, o le storie dei connazionali finiti in carcere perché arruolati nelle piazze di spaccio».
Ai Paesi di origine il Minisero ha proposto uno schema di collaborazione che, in cambio dell’aiuto a contenere le partenze, «ci impegna a offrire meccanismi di ingresso regolare, per quote definite con un contratto di lavoro». I trafficanti non lucreranno più. «Nel 2023, grazie alle interviste effettuate al momento dello sbarco, abbiamo calcolato un giro d’affari pari a un miliardo di dollari all’anno per chi organizza e gestisce i traffici, con un’analisi limitata al solo corridoio del Mediterraneo centrale», sottolinea Piantedosi.
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