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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
25.11.2025 Il Caso Ramy visto con gli occhi dei carabinieri
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 25 novembre 2025
Pagina: 1/12
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Il doppiopesismo della sinistra: comprensione per i maranza, spietatezza per i carabinieri»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 25/11/2025, a pag. 1/12, con il titolo "Il doppiopesismo della sinistra: comprensione per i maranza, spietatezza per i carabinieri", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Ramy Elgaml, morto mentre veniva inseguito dai carabinieri, diventa la nuova icona della sinistra pro-immigrazione. E anche un pretesto per demonizzare le forze dell'ordine.

Avere pietà dei morti, di tutti i morti, è sempre doveroso.
Ma arrivare quasi a celebrarne le gesta anche quando da vivi- si resero responsabili di comportamenti sbagliati è un tragico errore. Il tragico errore di cui parliamo si è manifestato ieri a Milano, in occasione del primo anniversario della morte di Ramy Elgaml.
Vale la pena di ricordare che, per quella triste vicenda, sono tuttora sotto indagine un carabiniere per concorso di colpa in omicidio stradale e altri quattro per depistaggio, con la pubblica accusa che, non accontentandosi di due perizie, ne ha sollecitata (per ora vanamente) una terza.
Con tutto il rispetto per chi non c’è più, è paradossale che tutto il racconto mediatico avvenga sempre dalla parte di Ramy, e quasi mai si faccia invece lo sforzo di cambiare prospettiva, mettendosi nei panni dei carabinieri. Proviamo a farlo qui, a un anno di distanza.
Primo: perché i due ragazzi in scooter, cioè Ramy e il suo amico, non si sono fermati al posto di blocco? E cos’avrebbero dovuto fare gli agenti se non tentare di raggiungerli, a quel punto?
Secondo: non è stata un’iniziativa dei carabinieri, ma dei fuggiaschi, quella di correre all’impazzata – contromano e in spregio di qualunque regola – per le vie di Milano, mettendo a rischio la vita propria e altrui. E di nuovo: cos’avrebbero dovuto fare i carabinieri se non inseguire i due fuggitivi?
Tutti i video che abbiamo avuto sotto gli occhi in questi mesi mostrano inequivocabilmente come i due ragazzi in scooter stessero prendendo (e procurando) rischi enormi.
Terzo: è stato uno dei carabinieri poi indagati, in collegamento con un medico del 118, a tentare di praticare il massaggio cardiaco al ragazzo che sarebbe morto di lì a poco. A testimonianza della lealtà ammirevole dei nostri uomini in divisa: che hanno fatto il possibile per prendere i fuggitivi, ma hanno tentato addiritRamy Elgaml, 19 tura l’impossibile per salvare il ferito. Quarto: le perizie e le versioni sull’effettiva dinamica della caduta finale, quella rivelatasi fatale per Ramy, lasciano un margine di incertezza. Par di capire che non ci sia stato un impatto tra lo scooter e un’auto dei carabinieri. Ma la giurisprudenza insegna che in questi casi anche un eventuale impatto non necessariamente configuri una responsabilità a carico delle forze dell’ordine nel corso di un inseguimento. Anzi: in generale, può benissimo darsi che, nonostante l’impatto, un inseguimento sia stato compiuto a regola d’arte. Anche se - quest’anno - abbiamo visto e sentito chiunque dare lezioni su come debba essere condotto un inseguimento. Quinto: resta inaccettabile il fatto che, nei giorni successivi all’incidente, un quartiere sia stato messo a ferro e fuoco dai maranza, con fuochi e aggressioni contro i poliziotti e un inaccettabile atteggiamento di giustificazione e minimizzazione da parte della sinistra. La triste verità è che la sinistra politica e mediatica ha praticato un clamoroso doppio standard: comprensione ed empatia per i maranza, e invece gelo e spietatezza verso le forze dell’ordine. Peggio: per lunghi mesi, non è mancato il solito coretto stonato di chi ha già processato e condannato gli agenti, di chi ha dimenticato ogni presunzione di innocenza, di chi non sa distinguere tra coloro che forzano un posto di blocco e coloro che – in divisa – difendono la nostra sicurezza.

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