Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Lo sguardo vagabondo di Denise Bellon in mostra a Parigi al MahJ Commento di Claudia De Benedetti
Testata: Shalom Data: 24 novembre 2025 Pagina: 1 Autore: Claudia De Benedetti Titolo: «Lo sguardo vagabondo di Denise Bellon in mostra a Parigi al MahJ»
Riprendiamo da SHALOM il commento di Claudia De Benedetti dal titolo "Lo sguardo vagabondo di Denise Bellon in mostra a Parigi al MahJ ".
Claudia De Benedetti
Il MahJ di Parigi dedica a Denise Bellon (in foto) la sua prima grande retrospettiva, con 300 opere che raccontano la sua carriera dagli anni ’30 agli anni ’70. Fotografa ebreo-francese dallo sguardo curioso, Bellon spaziò dal reportage sociale al surrealismo, passando dalla documentazione dell’occupazione e della vita ebraica
Il Musée d’art et d’histoire du Judaïsme – MahJ di Parigi ospita, fino all’8 marzo 2026, la mostra “Denise Bellon. Un renard vagabond”, prima retrospettiva parigina dedicata all’opera della straordinaria fotografa. Con circa 300 fotografie, lettere, oggetti e pubblicazioni, le sale espositive ripercorrono l’itinerario creativo dell’artista dagli anni ’30 agli anni ’70 del secolo scorso.
Nata a Parigi nel 1902 in una famiglia ebraica originaria dell’Alsazia e della Germania, Denise Hulmann, poi Bellon, si forma nel mondo della fotografia in un contesto di grande fermento artistico e culturale. La carriera di Denis Bellon prende avvio con la prestigiosa collaborazione con l’agenzia Alliance‑Photo, la prima agenzia fotografica attiva tra le due guerre mondiali, mettendosi alla prova in reportage, fotografie documentarie e pratiche più sperimentali. Nel 1940 sposa Armand Labin, giornalista ebreo di origine rumena che si unisce alla Resistenza. Durante la Seconda Guerra Mondiale lavora a Lione sotto pseudonimo, realizzando fotografie che documentano la vita in città durante l’occupazione.
La fotografa realizza immagini con molte sfaccettature: dal reportage sociale, al ritratto, al collegamento con il movimento surrealista, coprendo le esposizioni curate da André Breton tra il 1938 e il 1965. Denise Bellon muore nel 1999, lasciando un corpus fotografico vasto, fino ad oggi poco noto al grande pubblico.
Il titolo della mostra “Uno sguardo vagabondo” descrive molto bene le qualità dello sguardo fotografico della Bellon: mobile, curioso, sempre alla ricerca dell’“altrove” e del “vicino” insolito. L’allestimento si articola intorno a tre grandi temi: l’esplorazione del mondo, in cui sono compresi i reportage nei Balcani, in Finlandia, Africa occidentale, Tunisia e in particolare a Djerba, a testimonianza di un cammino internazionale che va oltre lo scatto fine a se stesso; la dimensione storica e civile, con le fotografie scattate sotto occupazione, i reportage fatti alla Maison des Éclaireurs Israélites di Moissac per i bambini ebrei sopravvissuti alla Shoah e infine l’avvicinamento alle avanguardie artistiche, in cui Denise Bellon fotografa le mostre surrealiste e porta lo sguardo del reportage in ambiti più sperimentali, mostrando la sua versatilità e indipendenza.
Il MahJ con questa mostra, curata da Eric Le Roy e Nicolas Feuillie, si propone come già in passato di riflettere sul ruolo dell’immagine come testimonianza, sulla fotografia come atto di memoria in particolare nel contesto della storia ebraica e delle comunità che Denise Bellon ha documentato con uno sguardo vagabondo sul mondo, come altri fotografi ebrei dell’epoca e della sua generazione, come Lore Krüger, Gerda Taro, Denise Colomb o Gisèle Freund. Un corposo catalogo della mostra, co-pubblicato dal MahJ e dalle edizioni Delpire, è in vendita al bookshop del Museo.
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