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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
24.11.2025 Dieci anni di allarmi dagli 007 italiani (e dal Parlamento): ecco i dossier che raccontano la guerra ibrida
Jacopo Marzano

Testata: Il Riformista
Data: 24 novembre 2025
Pagina: 1
Autore: Jacopo Marzano
Titolo: «Dieci anni di allarmi dagli 007 italiani (e dal Parlamento): ecco i dossier che raccontano la guerra ibrida»

Riprendiamo dal sito del RIFORMISTA, l'articolo di Jacopo Marzano dal titolo "Dieci anni di allarmi dagli 007 italiani (e dal Parlamento): ecco i dossier che raccontano la guerra ibrida".

Dieci anni di allarmi dagli 007 italiani (e dal Parlamento): ecco i dossier  che raccontano
Da oltre un decennio l’intelligence italiana analizza la trasformazione delle minacce ibride, anticipando fenomeni oggi diventati centrali: cyberattacchi, influenze straniere, manipolazione informativa. Le Relazioni annuali mostrano come Russia, Cina e attori non statuali usino propaganda, hacktivismo e leve economiche per colpire l’Italia, soprattutto in fasi sensibili come le elezioni o la presidenza del G7

Nonostante negli ultimi mesi la guerra ibrida sia divenuta un tema politico e mediatico, per l’intelligence italiana non è certamente una novità. Da oltre dieci anni il Comparto analizza la trasformazione delle minacce sottosoglia, anticipando dinamiche che oggi appaiono improvvisamente centrali.

Le Relazioni annuali mostrano un lavoro sistematico: studio dei vettori cibernetici, monitoraggio delle campagne d’influenza, allerta ai decisori politici sulle vulnerabilità della Repubblica. Già nella metà degli anni 2010, quando il dibattito pubblico non aveva ancora metabolizzato il concetto di guerra ibrida, gli analisti italiani descrivevano l’emergere di attori statuali e non statuali capaci di colpire il sistema Paese sfruttando propaganda, disinformazione, social media e strumenti cyber. Il salto dottrinale arriva con le tensioni internazionali precedenti e conseguenti alla guerra in Ucraina. Qui, le Relazioni parlano di “nuovo paradigma” in cui operazioni convenzionali e non convenzionali si intrecciano, complicando attribuzione e risposta. Intanto, l’intelligence segnala che i momenti più esposti sono quelli elettorali, quando penetrazioni informatiche, fughe di dati e campagne manipolative cercano di influenzare opinione pubblica e processi democratici.

Il 2020 rappresenta poi la svolta cognitiva. E la pandemia diventa il terreno ideale per campagne ostili che sfruttano paura, polarizzazione e incertezza. L’epidemia diviene infodemia e dimostra come la dimensione cognitiva sia ormai parte integrante dello scontro fra Stati. Nel frattempo, l’Italia costruisce difese. Dopo l’istituzione del perimetro cibernetico, si rafforzano screening tecnologici e cooperazione con partner europei e atlantici. Con laguerra russo-ucraina lo scenario si cristallizza. Mosca impiega propaganda, energia, migrazioni e cyber-offensive come leve ibride per dividere l’Occidente. Congiuntamente, la Cina conduce operazioni più sottili ma costanti, sfruttando diaspora, mondo accademico e tecnologie dual-use. Le Relazioni recenti mostrano gruppi criminali e collettivi hacktivisti agire come proxy per fornire ai loro governi sponsor copertura e negabilità. Nell’ultima Relazione poi, quella del 2025, l’intelligence individua un salto qualitativo delle campagne offensive.

L’Italia emerge come bersaglio di operazioni ibride mirate a delegittimare Ue, governo e presidenza italiana del G7, mentre galassie antisistema amplificano narrazioni filorusse. E Roma risponde. Cooperazione Ue, G7 e Usa e coordinamento interno serrato fra intelligence, Agcom, Acn e forze di polizia. Tornando indietro, già nel 2022 la Relazione del Copasir aveva dato prova di come l’Italia fosse ben consapevole delle minacce dirette alla sicurezza della propria Repubblica. L’indagine conoscitiva del comitato valutava con finalità preventiva la macchina dell’infowarfare e delle ingerenze straniere. La guerra ibrida veniva descritta come “vera e propria guerra permanente” condotta da Russia (e non solo) contro le democrazie occidentali, attraverso spazio cibernetico, fake news, social network, condizionamento dell’informazione pubblica e privata; mentre le “macchine della disinformazione” russa e cinese venivano già viste come armi con doppia finalità, dal controllo interno (narrazioni antioccidentali e illiberali), alla penetrazione esterna, economica, tecnologica e cognitiva.

In pericolo, per la Repubblica, il Copasir individuava già allora “la reputazione e la credibilità internazionale dell’Italia, che ha espresso con forza la propria collocazione euroatlantica”, evidenziando come l’indagine conoscitiva condotta dall’organo parlamentare avesse finalità preventive per “evitare sottovalutazioni che rischiavano di aggravare le forme di un possibile condizionamento”. Mentre la guerra ibrida diviene oggi tendenza mediatica e politica, gli apparati di informazione e sicurezza continuano a studiarla, analizzarla e contrastarla. Fornendo ai vertici istituzionali una lettura che superi l’eco del momento e restituisca la complessità, l’urgenza e la profondità strategica del confronto in atto.

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redazione@ilriformista.it

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