Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’operazione di Mosca fra il piano di pace e falsi annunci in guerra Analisi di Micol Flammini
Testata: Il Foglio Data: 22 novembre 2025 Pagina: 4 Autore: Micol Flammini Titolo: «L’operazione di Mosca fra il piano di pace e falsi annunci in guerra»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 22/11/2025, a pag. 4, con il titolo "L’operazione di Mosca fra il piano di pace e falsi annunci in guerra", l'analisi di Micol Flammini.
Micol Flammini
Il piano di pace in 28 punti, preparato da Trump, sta per essere imposto all'Ucraina, con o senza il consenso degli ucraini. Ma a Putin sembra non interessare. Perché in tv si mostra in divisa, annuncia vittorie e dà l'impressione che la Russia continuerà la guerra a oltranza.
Il Cremlino continua a dire di non aver visto il piano in ventotto punti che giovedì è stato presentato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky per porre fine alla guerra. Eppure nel piano i russi hanno lasciato diverse impronte, i ventotto punti presentano diversi aspetti a favore di Mosca, anche se non tutto segue le proposte massimaliste che fino a questo momento sono state esposte da Vladimir Putin e dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Una mano russa c’è, ma non è la solita. E’anche una mano non abituata a redigere documenti diplomatici. E’ stato l’uomo d’affari Kirill Dmitriev ad aiutare l’inviato americano, Steve Witkoff, a mettere giù la bozza, ma dal Cremlino continuano a negare di aver ricevuto aggiornamenti diversi dal piano pubblicato ovunque.
Il 27 novembre, una delegazione americana, non si sa ancora composta da chi, andrà a Mosca e allora il Cremlino studierà il piano con le proposte ucraine. Per ora sembra non avere fretta, i funzionari russi continuano a ripetere che le posizioni della Russia non sono cambiate e tutto rimane uguale al vertice in Alaska, quando Trump aveva accolto Putin e poi interrotto l’incontro prima del previsto perché non vedeva possibilità di compromesso. Alcuni punti, fra i ventotto, differiscono dalle volontà di Mosca, per esempio sulle garanzie di sicurezza. Nell’agenda del Cremlino, il messaggio di pace è tenuto basso, vengono privilegiate altre notizie e immagini. Per questo Putin giovedì si è mostrato in uniforme, assieme al suo capo di stato maggiore Valeri Gerasimov, per annunciare la caduta della città ucraina di Kupjansk, che si trova nella regione ucraina di Kharkiv. Gli ucraini hanno negato, hanno detto che Kupjansk non è stata occupata – i russi usano il termine “liberata”: “Unità del gruppo Zapad hanno liberato la città di Kupjansk e continuano a dare il colpo di grazia alle Forze armate ucraine accerchiate sulla riva sinistra del fiume Oskol”, ha detto Gerasimov.
Trump dice di volere una risposta da Zelensky entro giovedì prossimo, mettendo il presidente ucraino nelle condizioni di dire ai suoi cittadini che è arrivato il momento di scegliere “fra la perdita della dignità” e “la perdita di un alleato chiave”. Il Cremlino invece mostra ai russi di essere determinato ad andare avanti nei combattimenti. Ieri Putin ha convocato il Consiglio di sicurezza, ha detto di essere pronto ai colloqui ma ha preso tempo: “Ci vorrà una discussione approfondita di tutti i dettagli del piano proposto”, ha detto il capo del Cremlino, enunciando le vittorie in battaglia, anche quelle false o non ancora ottenute, come Pokrovsk, la città nella regione di Donetsk, per la quale Mosca combatte da oltre anno. Il messaggio di Putin ai suoi cittadini èdi tenersi pronti per altra guerra, per andare avanti con i combattimenti, per questo si mostra in divisa. Il piano di Trump è tagliato su misura delle richieste di Mosca e a tratti anche tradotto dai messaggi che Dmitriev potrebbe aver mandato a Witkoff, ma alle proposte ragionevoli che gli ucraini avanzano, i russi, soprattutto sulle garanzie di sicurezza, potrebbero continuare a rispondere di “no”. Nella stanza in cui Gerasimov ha comunicato a Putin la falsa presa di Kupjansk c’era una scritta: “Vince chi combatte”. Non chi negozia.