Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il piano americano sa di capitolazione. Zelensky: «Una scelta difficilissima» Analisi di Lorenzo Vita
Testata: Il Riformista Data: 22 novembre 2025 Pagina: 2 Autore: Lorenzo Vita Titolo: «Il piano americano sa di capitolazione. Zelensky: «Una scelta difficilissima»»
Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 22/11/2025, a pagina 2, l'analisi di Lorenzo Vita dal titolo: "II piano americano sa di capitolazione. Zelensky: «Una scelta difficilissima»".
Lorenzo Vita
Il piano di pace trapelato tra Stati Uniti e Russia metterebbe l’Ucraina di fronte a una quasi resa, cedere i territori occupati, rinunciare alla Nato e limitare le proprie forze armate. Zelensky (nella foto) denuncia pressioni fortissime. L’Europa tenta una controproposta mentre il rischio di un accordo imposto da Washington e Mosca diventa sempre più concreto
Volodymyr Zelensky si trova in una posizione particolarmente difficile dopo che è trapelato il piano di pace negoziato tra Russia e Stati Uniti. I 28 punti sembrano una vera e propria capitolazione di Kyiv più che un accordo che ponga fine alla guerra senza dare la vittoria a Mosca. Il presidente russo Vladimir Putin è ben lieto di vedere la Casa Bianca avvicinarsi alle richieste del Cremlino. Ieri ha detto che la bozza può essere la base per un futuro accordo di pace definitivo e ha minacciato Kyiv che, se rifiuta il patto, saranno conquistati altri territori. Ma il leader ucraino rischia di trovarsi in trappola.
“L’Ucraina potrebbe affrontare una scelta difficilissima: perdere la dignità o il rischio di perdere un alleato chiave”, ovvero gli Stati Uniti, ha detto Zelensky nel suo discorso alla nazione. E dopo essersi rivolto al Paese chiedendo di rimanere unito, Zelensky ha anche ribadito quali sono le sue intenzioni in questa fase di negoziati. “Non ho tradito l’Ucraina allora, e non lo farò ora” ha detto il capo dello Stato ricordando le varie proposte di resa avanzata dal Cremlino in questi anni, “e so con certezza che, in questo che è davvero uno dei momenti più difficili della nostra storia, non sono solo”. Per Zelensky si tratta di uno dei discorsi più difficili da quando è iniziato il conflitto. Dichiarazioni franche, ammissioni che confermano come la pressione, su Kyiv, sia ormai intensa. A maggior ragione dopo che lo stesso Donald Trump ha detto che si aspetta una risposta entro il 27 novembre. “Una scadenza appropriata” ha detto il tycoon a Fox Radio.
I 28 punti dell’accordo pensato tra Mosca e Washington sono chiari. L’Ucraina vedrebbe “rispettata la sua sovranità”, ma dovrebbe cedere le regioni occupate del Donbass, quindi il Donetsk e il Luhansk, e rinunciare per Costituzione all’ingresso nella Nato. Inoltre le sue forze armate saranno limitate e non sarà possibile che truppe atlantiche o mezzi aerei dell’Alleanza si stabiliscano sul territorio ucraino.
Le garanzie di sicurezza di Kyiv, su cui ancora esistono diversi punti oscuri, decadrebbero in caso di attacco alla Russia. E se viene assicurato all’Ucraina un sostegno alla ricostruzione, un corridoio privilegiato per entrare nell’Unione europea, e un accesso ai fondi della Banca mondiale, dall’altro lato, la Russia dovrebbe mettere nero su bianco che non invaderà alcun Paese vicino, e dovrà inserire per legge che non muoverà più guerra all’Ucraina e in generale all’Europa. Nel frattempo, però, Mosca sarà di fatto riabilitata nel consesso internazionale, tra il ritorno nel G8, il reinserimento nell’economica globale, un dialogo continuo con la Nato per risolvere altre controversie e il rinnovo del trattato Start e quello sul controllo delle armi nucleari. Il timore di molti osservatori è che questo accordo altro non sia che un modo per Donald Trump e Putin di blindare i rapporti bilaterali, considerando l’Ucraina non il pilastro di questo nuovo equilibrio ma un elemento dei tanti. O forse addirittura un ostacolo. Ma Zelensky adesso rischia di trovarsi di fronte a un bivio molto pericoloso. Ieri, il leader ucraino ha avuto una lunga conversazione con il vicepresidente americano JD Vance e ha detto di lavorare “per rendere il percorso da seguire dignitoso e veramente efficace per raggiungere una pace duratura”. Zelensky ha chiarito di avere grande rispetto per le mosse di Trump e per l’impegno per arrivare alla fine della guerra. Ma è chiaro che tra le righe delle dichiarazioni si cela l’incognita di come l’Ucraina e il suo governo possano accettare un accordo che, a questo punto, ha il sapore di una clamorosa resa. Francia, Germania e Regno Unito si sono già attivate per arrivare il prima possibile a una controproposta. Secondo il Wall Street Journal, all’interno dell’Ue sono in molti a volere presentare a Washington una bozza alternativa. Zelensky, parlando con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha chiesto che il piano americano diventi congiunto. Ma il tempo stringe. E la prossima settimana può essere decisiva.
Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.