Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
I pro-Pal assaltano Bologna contro gli israeliani Cronaca di Alessandro Gonzato
Testata: Libero Data: 22 novembre 2025 Pagina: 4 Autore: Alessandro Gonzato Titolo: «I pro-Pal assaltano Bologna Razzi e pietre sulla polizia»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/11/2025, a pag. 4, la cronca di Alessandro Gonzato intitolata: "I pro-Pal assaltano Bologna Razzi e pietre sulla polizia".
Alessandro Gonzato
A Bologna gioca il Maccabi Tel Aviv e le strade diventano un campo di battaglia. I pro-Pal all'assalto: non tollerano che una squadra di basket israeliana entri nella città. Il sindaco Lepore (PD) ha forti responsabilità, è lui che, per mesi, ha cavalcato la protesta anti-Israele. Ma oggi dà la colpa al governo.
Missione compiuta. Bologna finisce ancora ostaggio della violenza pro-Pal: l’ultima volta era stato il 7 ottobre quando gli odiatori dell’occidente avevano festeggiato il secondo anniversario della strage di Hamas assaltando per ore la polizia. Ieri la replica: bombe carta, petardi, sassi e bastoni contro le forze dell’ordine. Motorini e biciclette scaraventati a terra, cassonetti incendiati, cestini divelti. Otto gli agenti feriti, una quindicina i violenti fermati e identificati. Stavolta il pretesto delle zucche vuote ornate di kefiah, altre indossavano caschi, è stato la partita di basket tra Bologna e gli israeliani del Maccabi Tel-Aviv, in programma al Paladozza. La città dalle 19.30 è diventata un campo di battaglia, e ci torniamo subito.
Il sindaco dem, Matteo Lepore, al solito prono ai centri sociali aveva chiesto l’annullamento dell’incontro (senza però presentare una richiesta ufficiale). Voleva che la città si arrendesse alla minaccia dei delinquenti e ieri, poco prima che riscoppiasse la guerriglia, tramite l’assessore alla Sicurezza, Matilde Madrid, ha scaricato la responsabilità sul governo: «Noi non dobbiamo chiedere scusa alla città, casomai è qualcun altro che dovrà farlo».
Mercoledì Lepore aveva attaccato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Prendo atto della decisione del ministro», e aveva tenuto a sottolineare che la situazione «andava gestita con la testa e non con i muscoli, quindi se ne assume la responsabilità». Per il sindaco dem, si capisce, lo Stato dovrebbe annullare ogni evento contro cui si scaglia l’estrema sinistra.
La zona attorno al PalaDozza, nel cuore della città, è stata blindata dalla tarda mattinata.
Molti negozi hanno abbassato le saracinesche subito dopo pranzo: diversi commercianti (alcuni vanamente) hanno tentato di proteggere ulteriormente le vetrine con pezzi di legno e cartoni. Alcune banche si sono protette con pannelli bianchi, professionali, inchiodati all’esterno. La partita cominciava alle 20.30. Davanti al palazzetto sono stati schierati 400 tra poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa: alle 18.45 l’arrivo del pullman israeliano è stato protetto da un fitto cordone delle forze dell’ordine.
Il corteo dei manifestanti, che ha annoverato anche Potere al Popolo e i sindacati di base, si è dato appuntamento alle 18 in piazza Maggiore – tra i primi ad arrivare l’attivista egiziano Patrick Zaki – ribattezzata “Piazza Gaza”. Lo slogan della manifestazione era “Blocchiamo tutto”. Con certi cervelli, bloccati da sempre, non c’è stato bisogno. Al corteo c’erano 5mila persone. La violenza è esplosa all’altezza di via Marconi dove i delinquenti hanno anche rovesciato i cassonetti per costruire barricate: una volta svuotati hanno cominciato a scagliare contro gli agenti bottiglie di vetro. Poi i cassonetti sono stati dati alle fiamme. Un gruppetto di manifestanti vestiti di nero ha sparato a ripetizione razzi-bengala contro le divise. La polizia è stata costretta a usare idranti e lacrimogeni.
Per strada un fiume di bandiere della Palestina e alcune di Rifondazione Comunista. Tra via Reno, via del Pratello e via Bassi è stato l’inferno. Arrivano le prime reazioni politiche. Il capogruppo di Fdi alla Camera, Galeazzo Bignami (bolognese), ha tuonato: «L’estremismo incendiario generato dal Pd e dal suo sindaco, con la complicità dei pro-Pal, sfociano ancora nella violenza». Intanto i violenti provano a sfondare la “zona rossa” organizzata per difendere i cittadini. In via Rivareno, alle 21, la prima inevitabile carica della polizia.
Nella rossa Bologna, città in cui l’amministrazione di sinistra tollera tutto, sarà un’altra lunga notte di delinquenza.
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