Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Hamas e Hezbollah, le mani sull’Europa Analisi di Aldo Torchiaro
Testata: Il Riformista Data: 21 novembre 2025 Pagina: 3 Autore: Aldo Torchiaro Titolo: «Hamas e Hezbollah, le mani sull’Europa. Il Mossad svela la rete del terrore»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 21/11/2025, a pagina 3, l'analisi di Aldo Torchiaro dal titolo "Hamas e Hezbollah, le mani sull’Europa. Il Mossad svela la rete del terrore".
Aldo Torchiaro
Sono fra noi. Alla rete iraniana in Europa, svelata dalle ultime inchieste, si aggiunge anche quella di Hamas che ha le sue basi nel nostro continente. Oltre ad avere numerosi simpatizzanti.
L’inchiesta del Riformista sulla rete iraniana in Europa continua a generare reazioni. La Presidenza del Consiglio, secondo fonti riservate, avrebbe chiesto di acquisire le informazioni pubblicate, avviando verifiche da parte degli apparati di intelligence per identificare l’Unità 11mila, l’Unità 840 e le loro ramificazioni in Europa e in Italia. La valutazione del livello di minaccia resta coperta dal riserbo, ma parlare di massima allerta non è un’esagerazione.
Hezbollah opera nel continente con passaporti iraniani e albanesi. Sarebbero proprio alcuni gruppi criminali albanesi, già attivi nel traffico di droga, a fornire la manodopera necessaria per analizzare i potenziali obiettivi. Ma la rete non riguarda solo Hezbollah: anche Hamas, organizzazione “consorella” e altrettanto legata a Teheran, avrebbe cellule e appoggi in Italia, Regno Unito, Spagna, Francia, Germania e Svezia. Proprio a Stoccolma, secondo fonti raccolte dal Riformista, Hamas avrebbe stabilito il suo quartier generale europeo.
È dal triangolo composto dall’ambasciata iraniana ad Ankara, dalla copertura diplomatica a Roma e dalla base in Svezia che proverrebbe la minaccia più rilevante. Le nostre informazioni si intrecciano con quanto pubblicato ieri dal Jerusalem Post, che attribuisce al Mossad la scoperta di un’articolata infrastruttura europea collegata al terrorismo di Hamas. La rete, smantellata grazie a un’indagine congiunta con i servizi di sicurezza europei, avrebbe avuto come obiettivo il compimento di attacchi contro obiettivi israeliani ed ebraici.
Il Mossad ha spiegato che già a settembre aveva aiutato le autorità europee a identificare Mahmoud Naim — figlio del dirigente di Hamas Basem Naim, oggi consigliere del leader Khalil al-Hayya — come l’architetto del complotto. Naim avrebbe incontrato il padre in Qatar per pianificare l’operazione, prova che i vertici di Hamas stavano sponsorizzando direttamente le attività terroristiche. Anche funzionari dell’organizzazione presenti in Turchia sarebbero stati coinvolti. L’agenzia israeliana afferma di aver sventato “decine” di operazioni di Hamas e che, dopo il massacro del 7 ottobre, il movimento ha accelerato la creazione di cellule e infrastrutture logistiche in Europa, replicando il modello operativo dell’Iran e dei suoi proxy.
Il Mossad sostiene di continuare a neutralizzare regolarmente complotti di varia natura in tutto il mondo, grazie alla “stretta e costante collaborazione” con i servizi europei. «Il Mossad, insieme ai suoi partner in Israele e nel mondo, lavora instancabilmente per sventare attacchi contro israeliani, ebrei e altri civili innocenti ovunque», si legge nella nota.
A Vienna, lo scorso settembre, l’Agenzia austriaca per la Sicurezza e l’Intelligence ha scoperto e sequestrato un deposito di armi contenente pistole e materiale esplosivo, arrestando diversi sospetti legati a una struttura di Hamas. I media locali hanno poi riferito del ritrovamento di un secondo deposito nella capitale e di un arresto collegato avvenuto a Londra.
«Servirebbe una centrale di informazioni europea, una Schengen dell’intelligence, per accelerare lo scambio di dati riservati e identificare più rapidamente i membri delle reti di cui parliamo», afferma al Riformista Marco Mancini, ex capo del controspionaggio italiano. Alcuni segnali vanno in questa direzione. Secondo il Mossad, i partner europei hanno rafforzato la cooperazione e irrigidito le misure legali contro l’incitamento e i circuiti di finanziamento legati a Hamas.
In Germania, processi e perquisizioni recenti hanno colpito presunti operativi e sostenitori del movimento islamista, confermando un cambiamento nell’approccio europeo alla lotta contro le infrastrutture estremiste. Sempre in Germania, lo scorso novembre sono stati arrestati diversi sospetti accusati di procurare armi per conto dell’organizzazione. La polizia ha sequestrato fucili d’assalto, pistole e munizioni. Altri arresti sono avvenuti questo mese: secondo gli investigatori, un operatore legato a Hamas avrebbe contribuito a reperire armamenti per attacchi pianificati in Europa.
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