Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Abbiamo vinto la guerra per perdere il nostro paese? Newsletter di Giulio Meotti
Testata: Newsletter di Giulio Meotti Data: 21 novembre 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Abbiamo vinto la guerra per perdere il nostro paese?»
Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Abbiamo vinto la guerra per perdere il nostro paese?".
Giulio Meotti
Alec Penstone, veterano inglese della Seconda Guerra Mondiale: "Abbiamo vinto la guerra per perdere il paese", ha dichiarato in una recente intervista in cui si parlava di islamizzazione dell'Inghilterra.
Si apre con un aneddoto su Ramzi Yousef, l’autore del fallito attentato del 1993, e collega l’elezione di Mamdani alla ricerca di una vendetta simbolica.
Ecco una lunga e illuminante citazione:
“Ricordo la notte in cui sono arrivato a New York. Dal finestrino dell’aereo, l’isola brillava luminosa. Mi sono ricordato della frase di Ramzi Yousef all’agente della CIA: ‘Guarda, è ancora in piedi’, riferendosi al World Trade Center che non era riuscito a distruggere. E disse: ‘Non sarebbe stato così se avessi avuto più soldi e più uomini”.
Oggi Yousef, che sconta l’ergastolo in un carcere in Colorado, ne ha di che rallegrarsi: le torri di Manhattan sono cadute, New York ha il suo primo sindaco musulmano e si sente già il muezzin a Times Square.
Quando i veterani tornarono a casa portarono con sé il peso di ciò che avevano visto, ma anche una convinzione vitale: che il loro sacrificio fosse servito a costruire un mondo più libero. Negli anni Cinquanta e Sessanta, quella speranza prese la forma del boom economico. Oggi guardano alle città per cui hanno combattuto e stentano a riconoscerle.
La tv inglese per il “giorno della vittoria” ha intervistato un reduce della Seconda guerra mondiale. L’eroe di guerra Alec Penstone è diventato virale dopo l’apparizione al programma Good Morning Britain.
Alec si arruolò nella Royal Navy poco prima del suo 17esimo compleanno e prestò servizio a bordo della HMS Campania. Durante la guerra, prese parte ai pericolosi convogli artici, navigando verso la Russia prima che la sua nave venisse dirottata durante lo sbarco in Normandia.
Nelle prime ore del 6 giugno 1944, la nave di Alec fornì copertura alla flotta alleata, proteggendola dagli U-Boot tedeschi mentre la più grande invasione marittima della storia si svolgeva al largo delle coste francesi.
Alec continua a vendere papaveri ogni anno in ricordo di quel sacrificio.
“Sono solo uno dei fortunati ancora vivo” ha detto Penstone ospite della televisione inglese. “Riesco a vedere nella mia mente file e file di pietre bianche, tutte le centinaia di miei amici, hanno dato la vita – per cosa? Il paese di oggi, mi dispiace, il sacrificio non è valso il risultato. Ciò per cui abbiamo combattuto era la nostra libertà, abbiamo combattuto per essa. Oggi è molto peggio”.
L’imbarazzo dei presentatori sul veterano che si allontanava dal copione è evidente: doveva fare il vecchietto commovente, invece ha detto in diretta tv che il paese per cui tanti hanno dato la vita gli fa schifo.
Douglas Murray ha definito commovente il video di Penstone.
Ha ragione Penstone: rischiamo di finire i nostri giorni in una terra straniera e privati persino delle consolazioni della cultura.
I giornali europei hanno celebrato Mamdani come una vittoria contro Trump e una “rinascita democratica”. Il desiderio li spinge a ignorare la realtà.
Intanto ebrei inglesi orgogliosi come Tevi Troy sul Wall Street Journal spiegano di aver già messo via la kippah.
Per cosa sono morti tutti quei soldati? Per dare a Hitler la sua vittoria postuma?
I barbari sono dentro e non ci sono cancelli.
L’Islam si è appena preso la carica di sindaco di New York, la moderna Babele dove convergono il capitalismo finanziario, l’industria culturale globale, il giornalismo che conta, l’immaginazione artistica, il rumore e l’avanguardia nella città che ha segnato il polso del XX secolo e il cui battito cardiaco si sente ancora in tutto il pianeta.
“Non è una questione di politica; è un campanello d’allarme per la cultura occidentale e la rottura di una diga che, se non fermata, travolgerà molte città e stati degli Stati Uniti e di tutto l’Occidente. L’elezione di Mamdani non è il risultato di un’ondata liberal, ma il prodotto diretto di una penetrazione continua, pianificata e ben finanziata di forze esterne, nemiche dell’Occidente, nel cuore della civiltà occidentale. Hanno capito che, con la forza bruta, sarebbe stato difficile sconfiggere l’Occidente, così si sono infiltrati e hanno vinto con un’influenza silenziosa per scuotere le fondamenta della democrazia occidentale attraverso la penetrazione culturale, cognitiva e politica. L’Islam radicale e i suoi alleati anti-occidentali hanno capito che la via per conquistare gli stati occidentali non sarà la forza sul campo di battaglia, ma in ambito civico, culturale e politico. Hanno imparato a penetrare i contenuti, a trasformare la democrazia in uno strumento e a offrire un’alternativa laddove la cultura occidentale ha perso la sua identità. Per realizzare questa visione, queste forze si sono alleate con partner interni, tra cui il movimento progressista e ‘woke’. Questa ideologia di estrema sinistra cerca di disconnettere l’Occidente dalle sue radici, di diffamare la sua eredità e di infondervi un senso di colpa e di autodistruzione fino alla disintegrazione interna. Lentamente, silenziosamente, l’Occidente sta perdendo la capacità di difendersi dall’interno. Chi conosce la situazione può identificare le mani dietro le quinte, i meccanismi che lavorano giorno e notte, con finanziamenti e coordinamento, per erodere la coesione interna dell’Occidente e per giocare sui valori liberali occidentali nelle strade, nel mondo accademico, nei media e in politica. Questa melodia porterà alla fine alla sua disintegrazione interna e all’ascesa di un’era oscura segnata da valori estremi. Mamdani è molto meno intelligente di Salah ad-Din ed è ad anni luce da lui. Ma il paragone qui riguarda principalmente l’importanza della Battaglia di Hattin e la sua influenza percepita sull’intera campagna. A differenza della Battaglia di Hattin, la battaglia negli Stati Uniti non è ancora stata decisa. È ancora possibile fermare la deriva, ma solo se si prende una chiara consapevolezza: siamo in uno scontro di civiltà. Mentre una parte è già in trincea, l’altra dorme ancora, fiduciosa che anche questa ondata passerà. Una battaglia esistenziale per il mondo come lo abbiamo conosciuto finora. È necessaria un’ampia organizzazione globale di comunità con valori identici e desiderio di libertà”.
Chiamiamola “Alleanza globale per i valori occidentali”.
“Comunità ebraiche e cristiane che coopereranno per respingere l’oscurità e che si impegneranno non solo nella prevenzione e nel rafforzamento, ma anche nella sensibilizzazione e nell’influenza, utilizzando tutti gli strumenti che hanno permesso ai nemici dell’Occidente di penetrarvi” conclude Asulin. “Se questa alleanza non si formerà, continueremo a combatterci da soli e ognuno cadrà a sua volta. Ciò che sta accadendo a New York non è una storia americana. Si tratta di un’altra tappa di un processo transcontinentale con un unico obiettivo: indebolire il mondo libero dall’interno. Chi non lo capisce ora si sveglierà troppo tardi”.
Nel cuore dell’Occidente pulsano due città emblematiche, più di Parigi o Roma o Berlino o Madrid o Bruxelles: sono Londra e New York, le due città che hanno vinto la guerra a cui il signor Penstone prese parte.
Per decenni, queste due metropoli sono state simboli di progresso liberale, capitalismo innovativo, democrazia solida, libertà di espressione, commercio fiorente, arti, mecenatismo, eccellenza scientifica e, soprattutto, un’identità profondamente radicata nei valori occidentali (da Churchill a Reagan). Oggi sono diventate laboratori di ingegneria sociale dove, sotto la maschera della “diversità”, prosperano progetti politici ostili alla libertà e alle radici che li hanno resi grandi e per cui sono morti i compagni di Penstone.
“Quanto accaduto rappresenta un’importante vittoria strategica per il mondo islamico nella sua guerra contro l’Occidente. Gli attivisti musulmani sono entusiasti che Mamdani abbia conquistato New York – la città con il maggior numero di ebrei al di fuori di Israele – per l’Islam. L’America è la rana nella pentola islamista che viene lentamente fatta bollire viva”.
Londra e New York sono governate da sindaci con profili impensabili appena vent’anni fa.
A Londra, il laburista musulmano Sadiq Khan, sostenitore di politiche identitarie, restrittivo della libertà di espressione e belligerante contro qualsiasi tentativo di preservare la tradizione britannica. A New York, il socialista musulmano Zohran Mamdani, attivista anticapitalista, sostenitore di cause islamiche radicali e di un multiculturalismo distruttivo.
Ciò che questi leader politici rappresentano non è la “diversità”, ma l’avanzata di un’ideologia che rifiuta i fondamenti dell’Occidente in nome di una visione del mondo in cui tutto ciò che l’Occidente ha prodotto deve essere decostruito, abolito o umiliato.
Sotto il loro governo, le statue vengono bandite, i libri censurati, le forze dell’ordine private di fondi e l’odio verso uomini bianchi legittimato. Viene promossa una “tolleranza” che, paradossalmente, è diventata intollerante verso le stesse radici che l’hanno resa possibile.
L’elezione di questi leader è il sintomo di una rapid