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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
20.11.2025 Palestinese in Germania ottiene la cittadinanza tedesca e festeggia incitando Hamas: Berlino la revoca
Cronaca di Daniela Santus

Testata: Il Riformista
Data: 20 novembre 2025
Pagina: 4
Autore: Daniela Santus
Titolo: «Palestinese in Germania ottiene la cittadinanza tedesca e festeggia incitando Hamas: Berlino la revoca»

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 20/11/2025, a pagina 4, la cronaca di Daniela Santus dal titolo "Palestinese in Germania ottiene la cittadinanza tedesca e festeggia incitando Hamas: Berlino la revoca".

Daniela Santus
Daniela Santus

Breve storia triste: un palestinese arrivato come rifugiato, ottiene la cittadinanza tedesca. Nemmeno un giorno dopo inneggia a Hamas sui sociale, dopo aver partecipato a numerose manifestazioni anti-israeliane. Il passaporto gli viene subito revocato. E' la dimostrazione che in Germania (contrariamente all'Italia) il rischio antisemitismo viene preso sul serio.

Si chiama Abdallah, e la sua storia mostra quanto seriamente la Germania affronti il problema dell’odio antiebraico. Il suo percorso ci invita a riflettere sul significato reale dell’integrazione. Arrivato da bambino come rifugiato palestinese, era riuscito a ottenere la naturalizzazione e il passaporto tedesco: il coronamento di un cammino che avrebbe dovuto sancire la sua piena adesione ai valori della società che lo aveva accolto. Ma qualcosa è andato storto.

Dopo il 7 ottobre 2023 aveva già partecipato a varie manifestazioni anti-israeliane, ma il punto di rottura è arrivato quando, su Instagram, ha elogiato Hamas pubblicando la foto di due miliziani con la bandiera palestinese accompagnata dalla didascalia “Eroi della Palestina”. La sua cittadinanza è stata revocata. A rendere il caso particolarmente emblematico è la tempistica: lo scatto è stato pubblicato il giorno successivo all’ottenimento del passaporto. Ventiquattro ore.

La leggerezza con cui Abdallah ha trattato l’articolo 11 della Legge sulla cittadinanza tedesca è evidente. La norma richiede fedeltà all’ordine democratico e impegno esplicito nella protezione della vita ebraica—un obbligo che non nasce da formalismi, ma dalla memoria storica del Paese. Un impegno che oggi appare più urgente che mai, di fronte al ritorno di forme di antisemitismo mascherate da antisionismo o da solidarietà con la causa palestinese, ma che spesso ne replicano la medesima matrice di odio.

Per Abdallah quel giuramento era stato soltanto una formula da pronunciare per ottenere un documento, non un impegno reale. La domanda che ne emerge non è retorica: com’è possibile completare l’intero processo di naturalizzazione senza comprendere i valori fondamentali del Paese ospitante? In Germania Hamas è classificata come organizzazione terroristica; definirne i miliziani “eroi” non è un’opinione politica, ma un’apologia del terrorismo.

La Germania è un Paese rigoroso. Dal 2009 la legge prevede la revoca delle cittadinanze ottenute in modo fraudolento, e dal 2019 il termine per intervenire è stato esteso a dieci anni. La logica è semplice: chi ottiene la cittadinanza mentendo sui propri valori non ha diritto a conservarla. Il caso di Abdallah si inserisce dunque in una prassi consolidata. Negli ultimi cinque anni (2020-2024) sono state revocate 1.009 cittadinanze, con un record di circa 270 casi nel 2024. E il 2025 ha superato quella cifra nei primi mesi dell’anno. Numeri che mostrano come lo Stato tedesco prenda sul serio i giuramenti richiesti.

Abdallah, tuttavia, ha stabilito un primato peculiare: ha smentito il proprio impegno appena un giorno dopo la naturalizzazione. Non un mutamento d’opinione graduale, non un’incomprensione culturale, ma una finzione consapevole, come in molti altri casi semplicemente meno espliciti. Le quasi 1.500 revoche dell’ultimo periodo indicano che il problema delle naturalizzazioni fraudolente non è marginale.

Oggi Abdallah ha presentato ricorso e la sua posizione giuridica resta incerta. Se la revoca sarà confermata, quale sarà il suo status? La cittadinanza palestinese non esiste e il rischio è l’apolidia, un nodo delicato per la Germania, vincolata alla Convenzione del 1961 sulla riduzione dei casi di apolidia. Toccherà ai tribunali trovare un equilibrio tra gli obblighi internazionali e la necessità di tutelare il giuramento di fedeltà ai valori democratici. Un compito complesso, ma indispensabile.

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redazione@ilriformista.it

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