Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La sinistra scopre che la sicurezza è un problema Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 17 novembre 2025 Pagina: 1/12 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Elly scopre che c’è un problema sicurezza dopo anni di negazionismo»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 17/11/2025, a pag. 1/12, con il titolo "Elly scopre che c’è un problema sicurezza dopo anni di negazionismo", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
La sinistra, a partire da Elly Schlein, sta scoprendo che esiste, in Italia, un grave problema di sicurezza. Un problema che la sinistra stessa ha contribuito a creare, soprattutto in questi due anni di ondata pro-Pal. La scoperta non è genuina, ma dettata da sondaggi in picchiata.
Il grande e compianto Antonio Martino, maestro di liberalismo, era anche campione di ironia, e amava ripetere che «i politici vedono la luce solo quando sentono il calore». Poi naturalmente, essendo un vero gentleman, evitava di precisare dove quel calore dovesse essere esattamente percepito per favorire l’improvvisa illuminazione.
Com’è come non è, un po’ di luce l’ha metaforicamente vista anche Elly Schlein lo scorso weekend: ce ne informano le amorevoli cronache di Stampa e Repubblica. E in che senso, direte voi? Nel senso che, per la prima volta, la segretaria del Pd ha affermato che la sinistra deve porsi il problema della sicurezza. Ma guarda!
Che risveglio! Che pensata brillante!
Saranno stati i sondaggi cupi; sarà stata la recente sortita (proprio su Libero) di Chiara Appendino, poi seguita (o forse inseguita) pure da Giuseppe Conte; sarà stato l’imprevedibile incontro (può succedere) con un elettore, una persona reale, entità sempre più lontana e inafferrabile per i protagonisti della sinistra. Non sappiamo quale sia la causa di questa uscita: sta di fatto che per la prima volta da anni, da quelle parti, si sente una parola diversa su questo tema.
E allora c’è da rallegrarsi? Mica tanto: semmai c’è da sentirsi presi in giro. Nel senso che la sortita di Elly avrebbe sostanza se fosse accompagnata, da oggi in poi, da una ferocissima autocritica su tutto ciò che lei e i suoi compagni vanno sostenendo da anni.
Alcuni esempi?
Mettetevi comodi.
Hanno negato che l’immigrazione irregolare fosse un problema: ma quale invasione? Ma quali centri in Albania? Anzi, Salvini a processo e Meloni sul rogo. Ancora. Hanno negato, chiudendo gli occhi davanti ai numeri, la correlazione tra immigrazione illegale e i dati dei crimini, dai furti alle rapine passando per i delitti a sfondo sessuale.
Hanno occupato i salotti televisivi gridando contro il «fascismo», evocando un mero problema di «percezione» da parte dei cittadini (certo, ci autosuggestioniamo), dando dei razzisti a chiunque osasse porre il problema - ad esempio della condizione delle nostre stazioni.
Hanno ululato contro il decreto sicurezza («torsione autoritaria, deriva securitaria», e altri scioglilingua del genere), sguinzagliando in giro per i talk -show i migliori cervelli della sinistra politica e di quella mediatica a stracciarsi le vesti e strapparsi i capelli. E comunque a presentare il governo Meloni come una junta sudamericana.
Hanno protestato contro le norme più severe in materia di sgombero delle occupazioni abusive, dando agli italiani l’idea di simpatizzare più con gli occupanti che con i legittimi proprietari.
Hanno invaso le tv dando lezioni di inseguimento stradale a polizia e carabinieri sul caso Ramy, e spiegando (e come ti sbagli!) che pure con i maranza o gli eventuali teppisti di seconda generazione siamo stati noi a comportarci male («non li abbiamo ascoltati, non li abbiamo integrati»).
Ecco, dopo anni e anni di queste brillanti esibizioni, adesso arrivano, si sistemano un attimo trucco e parrucco, e ci spiegano - loro, sissignori, proprio loro- che c’è un problema di sicurezza.
No, non correte a conclusioni affrettate: nel senso che la tentazione di dire che tipo di faccia abbiano questi signori è fortissima, direi quasi irresistibile. Ma noi - gentili d’animo- non lo faremo. Vogliamo essere ottimisti: si comportano così o per farci sorridere o per ricordarci quanto sarebbero inaffidabili se mai, disgraziatamente, tornassero a governarci. Ci spiegherebbero (dopo) i problemi creati da loro (prima).
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