Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il patto stellare fra Mosca e Teheran Analisi di Micol Flammini
Testata: Il Foglio Data: 15 novembre 2025 Pagina: 1 Autore: Micol Flammini Titolo: «Il patto stellare fra Mosca e Teheran»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 15/11/2025, a pag. 1/XVI, con il titolo "Il patto stellare fra Mosca e Teheran", l'analisi di Micol Flammini.
Micol Flammini
Putin e il presidente iraniano Pezeshkian.Dopo l’ennesimo massiccio attacco russo su Kyiv, il quartiere di Desniansky conta nuove vittime civili, colpite nonostante l’assenza di obiettivi militari. La guerra si intreccia sempre più con le dinamiche mediorientali: la cooperazione tra Russia e Iran include droni, possibilità di caccia Sukhoi e nuove tecnologie missilistiche
Roma. Dopo ogni bombardamento, in Ucraina, i sopravvissuti prendono spesso le misure per verificare se la distanza fra la loro salvezza e la loro morte è stata questione di pochi metri. Questo tipo di calcolo per gli ucraini è quotidiano, si piangono i vicini uccisi e si rimane increduli e grati per la propria salvezza, che è sempre una questione, appunto, di pochi metri. Queste misurazioni, gli abitanti del distretto Desniansky di Kyiv le hanno fatte venerdì all’alba, dopo l’ultimo imperterrito attacco della Russia con quattrocentotrenta droni e diciotto missili, balistici e da crociera, lanciati contro tutto il territorio dell’Ucraina – oltre centoventi droni sono stati mandati contro la capitale. Desniansky si trova nella parte settentrionale della capitale, è una zona residenziale ben collegata, vicina al centro, per questo la densità abitativa è più alta che in altre zone. Non ci sono obiettivi militari, né industrie importanti. Le vittime dell’attacco, sei morti e oltre trenta feriti, sono coloro che ieri mattina sono finiti nei metri della morte e non in quelli della salvezza. Capire la guerra in Ucraina vuol dire anche conoscere i ragionamenti che gli abitanti di un quartiere residenziale sono costretti a fare. Sanno di non essere obiettivi militari, sanno che vicino alle loro case non ci sono caserme o depositi di armi, sanno che però potrebbero essere ugualmente colpiti, perché conoscono il metodo di Mosca: rosicchiare il fronte e tormentare le città lontane dalla linea dei combattimenti con attacchi sulle infrastrutture energetiche e appartamenti. Mosca non ha fretta di chiudere la guerra, secondo le intelligence occidentali è anche pronta a espanderla fra qualche anno, ha le armi per farlo. L’espansione della guerra non è una questione che riguarda soltanto l’Ucraina, ma coinvolge tutta l’Europa e anche il medio oriente.
Secondo fonti consultate dal Foglio, la collaborazione fra la Repubblica islamica dell’Iran e la Russia sta riprendendo vigore dopo la Guerra dei dodici giorni per fermare l’arricchimento dell’uranio di Teheran e ridurre il rischio che il regime possa dotarsi di ordigni atomici. Da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, Teheran ha dato un forte contributo, vendendo a Mosca i suoi droni Shahed e cedendo le competenze necessarie per fabbricarli, tanto che la Russia ha aperto una fabbrica ad Alabuga, nella repubblica del Tatarstan, in cui realizza la maggior parte dei droni. L’impianto è talmente grande e produttivo che Mosca cerca lavoratori stranieri e secondo l’intelligence di Kyiv accoglierà presto dodicimila operai nordcoreani. In cambio, il regime di Teheran aveva sempre avuto molto meno, e quando la possibilità di un confronto diretto con Israele era nell’aria, Mosca aveva fatto ben poco per il suo fornitore di droni, rimasto senza difese agli attacchi dell’esercito israeliano. Ora il Cremlino sembra pronto a impegnarsi di più per non perdere l’alleato che nel frattempo sembra essersi rivolto molto di più a Pechino. In ottobre, un gruppo hacker aveva pubblicato un documento della Rostec, il conglomerato russo di tutte le agenzie della Difesa, su una possibile vendita di quarantotto caccia Sukhoi-35, da consegnare fra il 2026 e il 2028 per un valore totale di sei miliardi di euro. Teheran sta affrontando una grave crisi economica, la capitale non riesce più nemmeno a soddisfare il fabbisogno di acqua dei suoi cittadini e va verso il razionamento, ma dopo la Guerra dei dodici giorni ilregime è determinato a eliminare lo smacco dell’attacco di Tsahal, spettacolare anche perché i cieli dell’Iran erano del tutto sgombri ai sorvoli dei caccia degli israeliani. E’ rimasto deluso dalla mancanza di aiuto di Mosca e ha provato a rivolgersi alla Cina, dalla quale sarebbero arrivati missili in cambio di riserve di petrolio. Pechino ha smentito di aver aiutato il regime iraniano. L’alleanza con Teheran per Mosca si è rivelata molto comoda e senza spese, anche perché finora Israele, per non cercare scontri con il Cremlino, ha evitato di aiutare l’Ucraina quanto avrebbe potuto, soprattutto dopo il coinvolgimento dei droni iraniani usati da Mosca. La qualità del rapporto fra la Russia e la Repubblica islamica però potrebbe diventare più profonda. Durante l’ultima visita a Mosca del Consigliere per la sicurezza nazionale di Teheran, Ali Larijani, non si sarebbe parlato soltanto di Sukhoi, ma della possibile implementazione delle armi iraniane attraverso dei motori che consentirebbero di ampliare la gittata. La russa Rosoboronexport, l’agenzia statale responsabile dell’esportazione di armi e tecnologie militari, starebbe negoziando la vendita dei motori adatti a implementare le capacità dei missili iraniani che potrebbe andare ben oltre Israele, fino al territorio europeo. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, dopo la visita di Larijani, ha detto: “La Russia è assolutamente pronta ad ampliare i suoi legami con l’Iran in tutti i settori. L’Iran è un nostro partner… I paesi europei stanno esercitando troppe pressioni sull’Iran riguardo al suo programma nucleare”.
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