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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio Rassegna Stampa
14.11.2025 L’eccezione tedesca. Da Sansal ai rapporti con Israele
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 14 novembre 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «L’eccezione tedesca. Da Sansal ai rapporti con Israele, la Germania è il paese che fa più sul serio per la libertà e contro l’estremismo»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/11/2025, a pagina 1, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "L’eccezione tedesca. Da Sansal ai rapporti con Israele, la Germania è il paese che fa più sul serio per la libertà e contro l’estremismo".

Informazione Corretta
Giulio Meotti

Da Sansal a Israele, la Germania è il paese che fa più sul serio per la  libertà e contro l'estremismo | Il Foglio
La Germania sta adottando le misure più dure in Europa contro estremismo islamista e antisemitismo: scioglimento di gruppi fanatici, chiusura di centri legati a Iran e Hamas, e divieti di slogan e manifestazioni antisemite. Berlino integra nei test di cittadinanza domande sulla vita ebraica e sul diritto di Israele a esistere

Nelle stesse ore in cui la Germania si prodigava per tirare fuori dal carcere algerino Boualem Sansal portandolo in salvo con un volo militare della Bundeswehr, le autorità tedesche mettevano al bando il gruppo Muslim Interaktiv, accusandolo di attività sovversive in quanto inneggiante al califfato. In seguito al divieto, Muslim Interaktiv è stato sciolto e i suoi beni confiscati. I tedeschi avevano da poco chiuso il Centro islamico di Amburgo, accusato di essere alle dipendenze dell’Iran. Stesso destino per la Fondazione Ihh che sta dietro alla flotilla per Gaza ed è stata bandita da Berlino per i legami con Hamas, come la popolare ong islamica Samidoun, attivissima in molti paesi europei (in Spagna ha preso parte all’ultima spedizione).

Altro che “malato d’Europa”: la Germania è quella che fa più sul serio contro l’estremismo. “Risponderemo con tutta la forza della legge a chiunque invochi un califfato per le nostre strade, inciti l’odio contro lo stato di Israele e gli ebrei in modo intollerabile e disprezzi i diritti delle donne e delle minoranze”, ha affermato ieri il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt. Dopo il 7 ottobre, Berlino ha proibito manifestazioni di antisemitismo, come lo slogan “Palestina libera dal fiume al mare”. Le chiese tedesche, finanziate dal contribuente tedesco, formano catene umane fuori dalle sinagoghe per proteggerle dopo le manifestazioni violente. Poi Berlino ha designato il movimento per il boicottaggio d’Israele come “estremista”. Una nuova legge promulgata dal governo tedesco impone che i test di cittadinanza includano domande sulla vita ebraica in Germania e sul diritto di Israele all’esistenza, “al fine di salvaguardare la sicurezza ebraica”. Così una sentenza a Ratisbona ha rigettato la richiesta di cittadinanza a un siriano che non voleva riconoscere il diritto di Israele a esistere. La Germania è anche uno dei soli tre paesi europei ad aver messo fuori legge sia l’ala militare che quella “politica” di Hezbollah. Berlino ha anche tolto la licenza alla compagnia aerea iraniana Mahan Air, accusata di trasportare mezzi e materiale dei pasdaran. Sono numerosi i dissidenti islamici sotto protezione in Germania e a cui Berlino ha dato asilo, dall’egiziano Hamed Abdel Samad alla turca Seyran Ates (quest’ultima ha fondato la “prima moschea liberale d’Europa”, sempre a Berlino). Senza contare il più grande colosso editoriale tedesco, Axel Springer, sul cui quartier generale sono stati proiettati i volti dei Bibas, uccisi da Hamas. Unico giornale europeo a farlo. I volti di Shiri, Ariel e Kfir hanno brillato sul grattacielo di Axel Springer. “Se siete contro Israele, non lavorate per noi”: questa la risposta ai dipendenti di Mathias Döpfner, ceo di Axel Springer. La Bild ha anche piazzato un furgoncino con un messaggio davanti all’ambasciata iraniana a Berlino e il volto di Khamenei: “Fintanto che finanzierete l’uccisione di ebrei, noi vi staremo addosso”. E la Germania è l’unico paese europeo immune al boicottaggio accademico di Israele. La professoressa Milette Shamir dell’Università di Tel Aviv al New York Times questa settimana spiega che oggi la sua università vanta più collaborazioni con la Germania che con qualsiasi altro paese al di fuori degli Stati Uniti. “La Germania è davvero un’eccezione in Europa”. Il paese dove “mai più” non è ancora aria fritta.

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