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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
12.11.2025 Duello tra la BBC e Trump, tutte le bufale dei giornalisti inglesi
Cronaca di Matteo Legnani

Testata: Libero
Data: 12 novembre 2025
Pagina: 10
Autore: Matteo Legnani
Titolo: «Duello fra la BBC e Trump. E ora spuntano nuovi falsi»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/11/2025, a pag. 10, con il titolo "Duello fra la BBC e Trump. E ora spuntano nuovi falsi" la cronaca di Matteo Legnani.

BBC nella bufera dopo che si è scoperto che ha contraffatto un video del discorso di Trump del 6 gennaio. Ma il presidente Samir Shah non chiede scusa, non sostituisce il direttore dimissionario e soprattutto, incoraggiato dal governo laburista, invita a "difendere il modello di giornalismo" della Tv britannica. Eppure di bufale ne hanno spacciate a iosa, nel corso degli anni, anche e soprattutto ai danni di Israele.

Mancano poco più di due giorni (venerdì alle 22 ora di Londra) alla scadenza dell'ultimatum che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dato martedì alla BBC perché mandi in onda un totale rettifica del servizio della trasmissione Panorama, montato ad arte per farlo apparire come “il mandante” dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Se la BBC non lo farà, la Casa Bianca si muoverà per vie legali chiedendo un risarcimento danni di almeno un miliardo di dollari.
Vista la situazione, agli inglesi converrebbe chinare il capo e chiedere umilmente scusa, oltre a rettificare quanto era andato in onda pochi giorni prima delle presidenziali 2024 nel tentativo di far deragliare la campagna elettorale dell’allora candidato repubblicano oggi presidente.
Ma i segnali non paiono andare, per il momento, verso una riappacificazione, visto che il presidente della BBC, Samir Shah, ha confermato le dimissioni del direttore generale Tim Davie, ma anziché rimuoverlo immediatamente dall'incarico dopo il più grave scandalo che abbia mai toccato la tv pubblica britannica, ha detto che Davie «rimarrà ad interim», ossia fino a quando un rimpiazzo sarà trovato, senza peraltro definire i termini temporali di questo interim.
Lo stesso Davie ha puntualizzato coi colleghi: «Io andrò via, ma voi dovete continuare a difendere il nostro giornalismo». Che è poi quello che il premier Keir Starmer aveva detto lunedì parlando dell’importanza di «difendere il modello di servizio pubblico di una BBC forte in un’era segnata dalla disinformazione». E la ministra alla Cultura Lisa Nandy, durante l’audizione di ieri alla Camera dei Comuni, ha descritto l’emittente «una luce sulla collina qui e nel mondo».
Insomma, il messaggio è: giù le mani dalla nostra televisione pubblica. Tuttavia, la manipolazione del discorso di Trump non è la sola segnalata nel dossier che nella scorsa primavera il giornalista Michael Prescott, che fino a giugno 2025 era stato un consulente indipendente del Comitato per le linee guida e gli standard editoriali della stessa BBC, aveva consegnato ai vertici della Corporation (dai quali era stato ignorato) e sul quale ha messo le mani alcuni giorni fa il quotidiano The Telegraph, scatenando lo scandalo.
Ci sono altre porcate. Come quella confezionata nel febbraio 2024 da BBC Verify (in teoria la “crema” dei giornalisti dell’emittente): un reportage definito nel dossier “completamente sbagliato” (e smentito con prove dalle parti interessate), che accusava le principali compagnie assicurative del Paese di pratiche razziste consistenti nell’applicazione di tariffe gonfiate per le assicurazioni delle auto nelle zone in cui era maggiore la presenza di residenti appartenenti alle minoranze etniche.
E, cosa peggiore, la narrazione “di parte” dello scontro tra Israele e Hamas. Il dossier di Prescott individua almeno due circostanze in cui l’emittente ha dolosamente riferito il falso, in entrambi i casi comportandosi da “voce” dei pro-Pal.
Il primo è l’attribuzione alle forze armate israeliane, sulla base di “speculazioni non verificate attraverso alcuna fonte attendibile” è scritto nel dossier, dell’esplosione avvenuta presso l’ospedale el-Ahli di Gaza nell’ottobre 2023. Il secondo è un reportage andato in onda su BBC Two nel febbraio scorso e intitolato “Come sopravvivere in una zona di guerra”, che aveva come narratore un ragazzino palestinese di 13 anni che poi s’è scoperto essere il figlio di un altissimo esponente di Hamas.
Il governo israeliano, che la scorsa settimana aveva chiesto le dimissioni del direttore generale Tim Davie, lunedì, attraverso una nota del ministero degli Esteri, ha sottolineato come lo scandalo e le dimissioni non siano altro che «la prova della faziosità con cui la BBC in questi anni ha riportato le notizie che arrivavano da Israele».

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