Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La vittoria (parziale) che Hamas deve all’occidente Articolo di Tom Gross tradotto da Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 10 novembre 2025 Pagina: 1 Autore: Tom Gross Titolo: «La vittoria (parziale) che Hamas deve all’occidente»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 10/11/2025, nella sezione Un Foglio Internazionale, articolo di Tom Gross originariamente pubblicata su Spectator tradotto da Giulio Meotti dal titolo: "La vittoria (parziale) che Hamas deve all’occidente".
Tom GrossHamas può vantare una vittoria propagandistica grazie al sostegno di media e attivisti occidentali. Le bugie sul numero delle vittime e le immagini manipolate hanno alimentato una narrativa anti-israeliana costruita da Hamas e amplificata dall'ONU
Dopo due anni di guerra, e nonostante i numerosi successi di Israele sul campo di battaglia, anche Hamas può rivendicare una sorta di vittoria, almeno per ora”, scrive Tom Gross sullo Spectator. “Il gruppo terroristico è sopravvissuto e sta nuovamente esercitando il controllo nelle aree di Gaza sotto la sua autorità. Esecuzioni pubbliche, frustate, lapidazioni sono tornate. Nei primi cinque giorni del cessate il fuoco, Hamas ha giustiziato almeno cento cittadini di Gaza. La sopravvivenza dell’organizzazione terroristica è stata raggiunta non solo grazie ai suoi combattenti rimasti e alla detenzione di ostaggi, ma anche grazie a un coro di apologeti occidentali. Una coalizione di cosiddetti progressisti e attivisti professionisti ha giustificato, razionalizzato e difeso le azioni del gruppo in diverse università e negli editoriali dei giornali. La Bbc, Sky, il Guardian, il Financial Times e il New York Times hanno tutti ripetuto a pappagallo i punti di Hamas. Le storie di un’imminente carestia a Gaza, ad esempio, sono state trasmesse come fatti, provenienti da burocrati delle Nazioni Unite e ‘agenzie umanitarie’ con una lunga storia di pregiudizi antisraeliani e, in alcuni casi, di aperta simpatia per Hamas. Mentre Israele è stato costretto a una campagna militare per proteggere i suoi cittadini, Hamas ha lanciato una guerra molto più cinica, sacrificando i palestinesi, lanciando razzi da aree densamente popolate di civili e sfidando Israele a rispondere. L’obiettivo era quello di innescare pressioni internazionali per un cessate il fuoco, in modo da ripristinare il flusso di armi per le loperazioni militari del gruppo. Era una trappola propagandistica e i media occidentali ci sono cascati dentro. Ecco come funziona. Primo passo: il ‘ministero della Salute’ di Hamas inventa un numero di vittime che potrebbe essere smentito dalla più superficiale analisi statistica. Secondo passo: le organizzazioni umanitarie ripetono il numero senza una conferma indipendente. Terzo passo: le agenzie delle Nazioni Unite a Gaza (alcune con personale composto da membri di Hamas) citano le organizzazioni umanitarie. Quarto passo: i media citano le agenzie delle Nazioni Unite. Quinto passo: i sostenitori di Hamas in occidente affermano che i numeri sono ‘verificati dalle Nazioni Unite’. Naturalmente, a Gaza ci sono state grandi sofferenze, come in ogni guerra. Ma questo non giustifica l’uso di foto fuorvianti, statistiche false e immagini fornite da Hamas per condannare gli israeliani come assassini di bambini. Come disse una volta George Orwell: ‘Solo un intellettuale potrebbe credere a una cosa così stupida’. Oggi, avrebbe potuto rivolgere quella frase ai lettori del Guardian o allo staff della Bbc. In questa guerra, non è Israele o Hamas ad aver perso il suo scopo, ma i media”.
(Traduzione di Giulio Meotti)
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